«Se lo interpreti nel modo giusto.»

«Certo che lo capisco. In buona parte.» Fleming accenno con la mano alle piastre di metallo coperte dalla fodera. «Non so proprio a cosa servano, quelle. Sono terminali elettrici con una differenza di potenziale di circa mille volt; e per questo che usiamo rivestimenti isolanti. Erano nel progetto e immagino che ne scopriremo la funzione. Con ogni probabilita sono un tipo di apparato sensoriale.»

Di nuovo sembrava sicuro del suo apparecchio, e pareva che la sua complessita non lo lasciasse per nulla perplesso. Sembrava che da tempo il suo cervello fosse preparato in attesa di quell’evento. Judy penso a come lui dovesse sentirsi infelice e vuoto, l’anno precedente, quando parlava di una scoperta, di abbattere le barriere. Non che ora sembrasse molto piu felice. Judy rammento che Bridger aveva detto: «Non sara mai felice.»

Le cose attorno a loro avevano un’aria relativamente normale, mentre facevano il giro della stanza.

«Funziona in questo modo,» spiego Fleming. «Vi si telescrivono i dati, e il modo piu veloce che abbiamo. L’unita di controllo decide cosa fare. L’unita aritmetica fa il calcolo rivolgendosi alla memoria per quello che le serve, e rifornendo la memoria di nuovi elementi, quindi la risposta esce sulla stampatrice. Le condutture principali sono sotto il pavimento e le unita aritmetiche lungo i muri laterali. E un sistema convenzionale, ma la convenzionalita finisce qui. Ha una velocita e una capacita da non potersi immaginare.»

Attorno a loro c’era un silenzio completo. Tutt’in giro si levavano file di armadietti metallici che nascondevano i loro segreti, e la superficie vuota del quadro di controllo li fissava ciecamente nella debole illuminazione. Fleming si guardo attorno con aria indifferente: faceva parte di quest’apparecchio come faceva parte della sua auto quando la guidava.

«In funzione, sara un po’ piu attraente,» e la fece passare dietro i quadri di controllo.

C’era un vasto locale semicircolare illuminato fiocamente come gli altri; un’immensa colonna ricoperta di metallo si levava al centro.

«Questo e il vero centro di tutto: la memoria.» Apri un pannello nella parte inferiore della colonna e lo illumino all’interno con una pila. «Eccoti un bel lavoretto di elettronica molecolare. La memoria e nel nucleo, e il nucleo e mantenuto in un vuoto totale a una temperatura che varia da uno a due gradi dallo zero assoluto. E qui che viene introdotto l’elio liquido.»

Judy sbirciando all’interno vide un cubo di circa un metro di lato di un qualcosa che pareva metallo, chiuso in un involucro di vetro e circondato da condutture refrigeranti. Fleming parlava meccanicamente, come se stesse tenendo una conferenza.

«Ogni nucleo e costituito da dischi alternati di materiale conduttore e non conduttore dello spessore di mezzo millesimo di pollice, incrociati in una struttura a nido d’ape. Con cio si ottiene un circuito si-no su una base metallica che e difficile anche solo da intravvedere.»

«E l’equivalente di una cellula cerebrale?»

«Se vuoi metterla cosi.»

«E quante ce ne sono?»

«Il nucleo e di tre metri cubi. Cio vuol dire che sono parecchi miliardi. E ci sono sei nuclei.»

«E piu grande di un cervello umano.»

«Oh, si, molto piu grande. E piu veloce. E piu efficiente.»

Chiuse il pannello e non disse altro. Judy cerco di immaginare come funzionasse, ma lo sforzo era tanto superiore alle sue possibilita quanto la comprensione dell’elettronica: era una cosa troppo vasta e troppo poco familiare perche potesse concretizzarla in un’immagine. Si congratulo con lui e se ne ando. Per un attimo lui parve smarrito, ma non cerco in alcun modo di trattenerla. Poi ricomincio a controllare cifre.

Dennis Bridger non era preso dalla cosa nello stesso modo. Faceva il suo lavoro senza grande iniziativa e con aria scontenta, ma non faceva alcun tentativo visibile per mantenersi in contatto con l’Intel. Il maggiore Quadring e il suo personale di sicurezza lo tenevano d’occhio; su tutti coloro che uscivano dai cancelli principali venivano effettuati controlli periodici, ad assicurarsi che non venissero sottratti dei documenti o altro materiale importante, ma Bridger non faceva nulla che potesse far nascere dei sospetti. Il suo unico svago erano le visite all’isola di Thorholm, dalla quale era solito tornare con uova di gabbiano e di sule, e con simpatiche foto di puffini. Qualsiasi ragione gli avesse dato Kaufmann per farlo restare, sembrava non lo impegnasse a fare nulla.

Geers considerava con sospetto tutta la squadra. Non faceva mai dell’ostruzionismo, ma tra di loro esisteva una certa ostilita. Era evidente che se l’esperimento fosse fallito in un certo senso ne sarebbe stato contento. Tuttavia, man mano che si avvicinava il momento in cui il calcolatore sarebbe stato ultimato, e l’interesse del suo personale e dei superiori aumentava, si mise d’impegno a far si che tutto l’eventuale successo venisse attribuito a lui. Fu lui a suggerire che si facesse un’inaugurazione formale, anche se, di necessita, privata, e il ministro della Scienza, privato della sua inaugurazione a Bouldershaw Fell l’anno precedente, si concesse di lasciarsi persuadere a tagliare un nastro in Scozia. Fleming cerco di rimandare il piu possibile l’inaugurazione, che alla fine venne fissata per ottobre; per quell’epoca il nuovo calcolatore sarebbe dovuto essere programmato e pronto a ricevere i dati. Il generale Vandenberg e una ventina di funzionari di Whitehall raccomandarono alle loro segretarie di fare un appunto sulla loro agenda.

Judy finalmente aveva qualcosa da fare. Non sarebbe intervenuta la stampa, ma si dovevano prendere accordi con i vari Ministeri, e bisognava elaborare l’organizzazione della visita con il personale di Geers. Vedeva molto poco Fleming. Quando aveva terminato il suo lavoro, di solito faceva lunghe passeggiate per la brughiera nel clima tempestoso del primo autunno.

Circa una settimana prima dell’inaugurazione Judy scorse al largo, sul mare, un panfilo bianco. Era un grosso panfilo da alto mare, molto distante. L’isola di Thorholm lo celava alla vista dalla base. Poteva essere avvistato solo da un punto piu avanzato della costa. Judy lo noto un pomeriggio, mentre tornava da una passeggiata, dal sentiero che correva lungo lo strapiombo della scogliera.

Il pomeriggio seguente era ancora la e a Judy, che passeggiava per il sentiero tra il bordo della scogliera e la distesa delle eriche, parve di scorgervi un fanale che faceva segnalazioni lampeggiando. La cosa, di per se stessa, non l’avrebbe incuriosita, se non avesse sentito all’improvviso dietro di se nella brughiera il rombo di un’auto. Per istinto si accuccio dietro un cespuglio di ginestre e attese. Era un motore potente ma poco rumoroso, che, tenuto al minimo, ronzava appena.

Subito dopo Judy noto che la segnalazione era cessata. Qualche istante piu tardi il motore si imballo e la ragazza senti l’auto allontanarsi a fatica. Non appena la macchina fu lontana, si alzo dirigendosi alla sommita del sentiero. In cima alla scogliera questo si congiungeva a una carrareccia accidentata che si snodava verso l’interno per raggiungere la strada principale in una valle chiusa tra colline. Dietro la prima curva stava sparendo una grossa auto lucente, subito dopo un bosco ceduo di abeti. Judy l’osservo: le pareva d’averla gia vista in qualche posto.

Non disse nulla a Quadring, ma torno al medesimo posto il giorno dopo. Non c’erano ne il panfilo ne la macchina. Il paesaggio era vuoto e silenzioso: rimanevano solo i gabbiani. Il giorno seguente pioveva e poi i preparativi per l’arrivo del ministro l’impegnarono tanto che non pote piu andarsene a zonzo. Il giorno prima dell’inaugurazione, all’ora del te, aveva messo a punto ogni cosa: gli autisti avevano avuto istruzione di andare a prendere la comitiva alla stazione, per l’elicottero del ministro era stata preparata una squadra d’atterraggio, e nell’ufficio del direttore erano pronte bevande e tramezzini. Con Reinhart e gli altri era stato concertato il programma della visita. Fleming era sgarbato, sulle sue, e Judy aveva mal di testa; perfino lei.

Verso le quattro apparve il sole: la ragazza indosso una giacca a vento e usci. Si incammino lungo il sentiero della scogliera: il terreno attorno a lei fumava e in basso, lontano, verdi onde si abbattevano nel vento fresco contro gli scogli, scagliando in alto la spuma in siepi di trina che risplendevano alla luce del sole.

Il panfilo non c’era, e non c’era neppure l’auto la dove, sulla cresta della scogliera, il sentiero incontrava la carrareccia; ma c’erano delle recenti impronte di pneumatici, lasciate dopo la pioggia. Judy, che stava riflettendo su questo fatto, senti un altro rumore in lontananza. Questa volta si trattava di un motore fuoribordo, e proveniva dall’estremita piu lontana dell’isola, a circa due miglia di distanza. Sfidando il sole con gli occhi, vide in lontananza il profilo sottile di una barca che veniva da dietro l’isola e si dirigeva verso la baia sotto la base di Thorness. Era la barca di Bridger, dentro alla quale Judy riusci a scorgere una persona: con tutta probabilita Bridger stesso.

Non vide altro. Qualcosa fischio vicino a lei, poi si udi uno schianto e una scheggia di roccia schizzo dalla pietra, vicino al suo capo. Un altro proiettile le fischio vicino mentre si gettava a precipizio giu per il sentiero; poi, finalmente, supero il primo anfratto della roccia e fu fuori tiro. Corse piu lontano che pote, quindi per un poco cammino, per poi mettersi nuovamente a correre. Quando finalmente giunse alla base il sole era calato da molto

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