braccia spalancate, come crocifissa. Le lampade del quadro di controllo lampeggiavano furiosamente, illuminandole il viso contorto, e nell’altra stanza cominciarono dei tonfi insistenti.

Duro circa dieci secondi. Poi il suo grido bruscamente venne interrotto, dal quadro di valvole sopra il capo di Christine parti una fragorosa esplosione, le luci si spensero, le sue dita si aprirono lasciando il filo nudo, e Christine cadde pesantemente, ammasso sconvolto, sul pavimento. Per un attimo regno il silenzio. La creatura smise di agitarsi e il ronzio del calcolatore cesso, come se gli avessero tagliati i fili. Squillo il campanello di allarme.

Fu Judy la prima ad arrivare sul teatro della tragedia: passava vicino all’edificio quando l’allarme aveva incominciato a suonare sulla parete del portico. Spinta la porta, corse precipitosamente lungo il corridoio, fino alla sala di controllo. Dapprima non vide nulla. Le luci del soffitto funzionavano ancora, ma il banco di controllo nascondeva il pavimento di fronte al quadro. Poi vide il corpo di Christine: si precipito verso di lei, le si inginocchio accanto.

«Christine!»

Adagio il corpo sulla schiena. Il viso di Christine la fissava, senza vita; le mani ricaddero mollemente sul pavimento: erano nere e bruciate fino all’osso. Judy cerco di sentire il cuore della ragazza, ma era fermo.

«Oh, mio Dio!» penso. «Perche devo sempre trovarmi io di fronte alla morte?»

Le notizie raggiunsero Reinhart che era tornato a Londra. Quando le riferi a Osborne ne ottenne una risposta diversa da quella che si attendeva; Osborne ne era certamente preoccupato, ma sembrava tormentato da altri pensieri e accolse questa notizia come un grattacapo fra i tanti. Reinhart era stupito, non capiva: non solo Osborne, ma tutti gli altri che incontrava durante le sue continue visite agli uffici di Whitehall sembrava avessero in capo qualche peso segreto. Penso di andare a Bouldershaw Fell dove non si recava da parecchio tempo, nel tentativo di liberarsi dell’atmosfera oppressiva che si sentiva attorno, ma venne a sapere che il radiotelescopio era stato messo sotto controllo militare e che era sorvegliato con estrema severita dal Servizio di Sicurezza del Ministero della Difesa. Questo passo era stato compiuto senza preavviso la settimana precedente, mentre Reinhart si trovava a Thorness. Era furibondo di non essere stato consultato, e ando a trovare Osborne, ma Osborne era troppo occupato per potergli concedere un appuntamento.

Nel giro di pochi giorni arrivarono i risultati dell’autopsia di Christine. Al professore fu risparmiata almeno la dura prova di dare spiegazioni ai parenti, perche i genitori di lei erano morti e non aveva altri familiari in Inghilterra. Fleming gli mando una lettera breve e triste nella quale gli diceva che il calcolatore non era stato danneggiato e che, circa la morte di Christine, aveva una sua teoria. Poi giunse una lettera piu lunga, nella quale diceva che il circuito, dopo l’esplosione, era stato riparato, e che il calcolatore ora stava lavorando a pieno regime, trasferendo alla memoria un quantitativo fantastico di informazioni; Fleming pero non diceva che genere di informazioni. Un paio di giorni dopo gli telefono la Dawnay, per dirgli che il calcolatore aveva cominciato a stampare dati. Ne usciva una massa enorme di cifre, e per quello che potevano capire lei e Fleming, questa volta non erano sotto forma di domanda, ma erano informazioni.

«Sono altrettanto formule per la biosintesi,» disse. «Fleming pensa che chieda un nuovo esperimento; e credo che sia nel giusto.»

«Altri mostri?» chiese Reinhart, al telefono.

«Forse. Ma questa volta e una faccenda piu complessa. Sara un lavoro terribile. Avremo bisogno di facilitazioni molto maggiori, temo, e di molto piu denaro.»

Reinhart fece un altro tentativo di vedere Osborne, e fu convocato, con sua grande sorpresa, al Ministero della Difesa.

Quando arrivo, Osborne aspettava nell’ufficio di Vandenberg. Erano presenti anche Vandenberg e Geers: sembrava che avessero gia parlato, a lungo. La borsa di Geers era buttata aperta sul tavolo, e i molti documenti che conteneva erano gia stati tirati fuori ed esaminati. Qualcosa di stridente e ostile nell’atmosfera della stanza mise in guardia il professore.

«Si accomodi,» disse Vandenberg automaticamente, senza sorridere. Ci fu una pausa forzata; tutti aspettavano che qualcun altro parlasse; poi Vandenberg aggiunse: «Mi e stato detto che avete fatto fuori un’altra persona.»

«E stato un incidente,» rispose Reinhart.

«Certo, certo. Due incidenti.»

«Il governo ha ricevuto i risultati dell’inchiesta,» disse Osborne, fissando il tappeto. Geers tossicchio nervoso e comincio a riordinare le carte.

«Dunque?» Reinhart guardo il generale e attese.

«Mi spiace, professore,» disse Vandenberg.

«Di che cosa?»

Per la prima volta Osborne lo guardo. «Dobbiamo accettare un cambio di controllo, una restrizione generale.»

«Perche?»

«La gente comincia a farsi delle domande. E si scoprira presto che voi avete quella creatura viva sulla quale state facendo esperimenti.»

«Si riferisce forse all’Associazione per la protezione degli animali? E solo una serie di molecole che abbiamo messo insieme noi.»

«Questo non li rendera piu contenti.»

«Non potete interrompere a meta…» Lo sguardo di Reinhart passo dall’uno all’altro, cercando di indovinare che cosa avessero in mente. «La Dawnay e Fleming hanno appena cominciato a lavorare su una nuova pista.»

«Lo sappiamo,» disse Geers battendo sui fogli che stava rimettendo nella cartella.

«E allora?…»

«Mi spiace,» ripete Vandenberg. «Il vostro lavoro finisce qui.»

«Non capisco.»

Osborne si mosse a disagio sulla sedia. «Ho fatto del mio meglio. Abbiamo tutti combattuto come potevamo.»

«Combattuto chi?»

«Quelli del governo sono molto decisi.» Osborne pareva ansioso di evitare i particolari. «Abbiamo perso la nostra causa, Ernest. E stato tutto discusso e siamo stati sconfitti nelle alte sfere.»

«E ora, poi,» interferi Vandenberg, «voi avete eliminata un’altra persona.»

«Questa e solo una scusa.» Reinhart si drizzo in tutta la sua statura per affrontare l’altro, dietro la scrivania. «Volete che lasciamo perdere la faccenda perche vi fa gola il calcolatore. Inventate ogni sorta di pretesti…»

Vandenberg sospiro. «E cosi che vanno le cose. Non mi aspetto che lei capisca il nostro punto di vista.»

«E voi non ci aiutate a capirlo.»

Geers fece scattare la serratura della sua cartella e accenno un breve sorriso.

«Reinhart, la verita e che vogliono il suo ritorno a Bouldershaw Fell.»

Reinhart lo guardo con disgusto.

«A Bouldershaw Fell? Non mi ci lasciano neppure entrare.»

Geers fisso il generale con aria interrogativa e questi gli rispose con un cenno.

«Il governo ci ha messo a parte di alcune cose,» disse con aria di importanza.

«E della massima segretezza, lei capisce,» aggiunse Vandenberg.

«Allora forse sarebbe bene non dirmi nulla.» Reinhart se ne stava irrigidito come un animale preso in trappola.

«Ma lei dovra saperlo,» insiste Geers. «C’entrera anche lei. Il governo ha lanciato un S.O.S. Vogliono che tutti voi vi mettiate al lavoro per la Difesa.»

«Senza nessuna considerazione per quel che stiamo facendo?»

«E una decisione del governo.» Osborne fissava il tappeto. «Abbiamo ottenuto le migliori condizioni possibili.»

Vandenberg si alzo dirigendosi verso la carta geografica al muro.

«Le potenze occidentali sono profondamente preoccupate.» Neppure lui guardava Reinhart. «A causa di alcune tracce che abbiamo captato.»

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