fascio di fogli in mano, e attese che terminassero. Era tranquilla, ma in lei non c’era modestia alcuna. Quando parlava con Judy o con gli altri che lavoravano con lei, aveva un’aria di autorita superiore e indiscussa. Non faceva concessioni neppure a Geers: era perfettamente educata, ma li trattava tutti come esseri intellettualmente inferiori.

«Desidererei parlare di questi al dottor Geers,» spiego dalla soglia.

«Ora?» Judy cercava di opporle un pacato disprezzo.

«Ora.»

«Vedo se e libero,» rispose Judy, e usci. Andromeda attraverso la stanza, diretta al quadro di controllo, ignorando Fleming; qualcosa pero lo spinse a fermarla.

«E felice del suo lavoro?»

Si volse a guardarlo, senza parlare. Fleming si drizzo sulla sedia, improvvisamente in guardia.

«Si sta rendendo assolutamente indispensabile, vero?» le chiese nel tono che aveva usato con Judy.

Lo guardo seria. Pareva una statua, con i suoi lineamenti ben disegnati, i lunghi capelli e le braccia abbandonate, l’abito semplice e chiaro. «Per piacere, faccia attenzione a quel che dice,» gli rispose.

«E una minaccia?»

«Si.» Parlava senza enfasi, come se enunciasse dei semplici dati di fatto. Fleming si alzo di colpo.

«Santo cielo! Non voglio che…» Si interruppe sorridendo. «Forse mi e davvero sfuggito qualcosa.»

Qualsiasi cosa avesse in mente, non era chiaro alla ragazza. Si volse per andarsene.

«Aspetti un attimo.»

«Ho da fare.» Ma si volse di nuovo verso di lui in attesa; lui le si avvicino lentamente, la squadro come se la stesse prendendo in giro.

«Devi fare qualcosa per te, se vuoi avere influenza sugli uomini.» Andromeda restava immobile. Fleming alzo una mano ad accarezzarle i capelli e la fece scorrere lungo la tempia. «Dovresti tirarti indietro i capelli, allora potremmo vedere come sei. Molto graziosa.»

Lei si ritrasse e la mano di lui ricadde ma Andromeda continuo a tenere gli occhi su di lui, sorpresa e perplessa.

«Oppure potresti usare del profumo,» disse. «Come quello di Judy.»

«E quello che le da quell’odore?»

Annui. «Non molto esotico. Acqua di lavanda o qualcosa del genere. Ma buona.»

«Non la capisco.» Una piccola ruga segnava la pelle liscia della sua fronte. «Buono, cattivo. Bello, brutto. Non c’e una distinzione logica.»

Lui sorrideva ancora. «Vieni qui.»

Andromeda esito, poi fece un passo verso di lui. Con calma, deciso, lui le pizzico un braccio.

«Ahi!» Andromeda arretro, con un improvviso lampo di paura negli occhi, e si frego la pelle nel punto dove lui le aveva fatto male.

«Bello o brutto?» chiese lui.

«Brutto.»

«Perche sei stata fatta per sentire il dolore.» Sollevo di nuovo la mano e lei vi si appoggio. «Questa volta non voglio farti male.»

Lei rimase rigida, mentre lui le accarezzava la fronte, come una gazzella accarezzata da un bambino, sottomessa ma pronta a fuggire. Le dita di lui scesero lungo la guancia, lungo il collo nudo.

«Bello o brutto?»

«Bello.» Lo guardava per vedere quel che avrebbe fatto poi.

«Sei fatta per provare il piacere. Lo sapevi?» Ritiro gentilmente la mano e si allontano da lei. «Non so se era questa l’intenzione, ma dandoti forma umana… gli esseri umani non vivono secondo la logica.»

«L’ho notato.» Era piti sicura di se, ora, come era stata prima che lui cominciasse a parlare; ma la sua attenzione era ancora tutta presa da lui.

«Noi viviamo attraverso i nostri sensi. Sono essi a darci il nostro istinto per il bene e per il male, i nostri giudizi estetici e morali. Senza di essi probabilmente a quest’ora ci saremmo gia distrutti.»

«Fate del vostro meglio, vero?» Guardo i suoi fogli con un sorriso di disprezzo. «Siete tutti dei bambini con tutti i vostri missili e i vostri razzi.»

«Non mettere anche me in questa faccenda.»

«No, non la metto in questa faccenda.» Lo guardo pensosa. «Ad ogni modo, intendo salvarvi. Tutto qui, davvero.» Fece un piccolo gesto a indicare i fogli che aveva in mano.

Judy entro e, come aveva fatto Andromeda, si fermo sulla soglia. «Il dottor Geers la puo ricevere.»

«Grazie.» Il ruolo ora era cambiato; senza che fosse stato detto, il rapporto tra loro tre era mutato. Sebbene Fleming osservasse ancora Andromeda, lei ricambiava lo sguardo con una consapevolezza diversa.

«Ho un cattivo odore?» chiese.

Fleming si strinse nelle spalle. «Devi scoprirlo da te, ti pare?»

Andromeda segui Judy fuori dall’edificio e cammino con lei lungo il sentiero di cemento fino all’ufficio di Geers. Non avevano nulla da dirsi e nulla da spartire, salvo una specie di circospetta indifferenza. Judy la fece entrare nell’ufficio di Geers e la lascio. Il direttore era seduto dietro la scrivania, al telefono.

«Si. Procediamo splendidamente,» stava dicendo. «Un solo controllo ancora, e possiamo cominciare a costruire.»

Depose il ricevitore; Andromeda poso i fogli sulla scrivania, indifferente, impassibile, come se gli portasse una tazza di te.

«Ecco tutto quel che vi serve, dottor Geers,» gli disse.

10

Azione

Il nuovo missile venne costruito e sperimentato a Thorness. Fu lanciato, recuperato e ne furono fatte delle copie: il primo ministro mando Burdett a parlare con Vandenberg. Il generale era parecchio preoccupato per il progetto di Thorness. Gli sembrava che si procedesse troppo alla svelta per essere sul sicuro. Sebbene i suoi capi volessero che si passasse all’azione al piu presto, aveva dei grossi dubbi sul risultato di una tecnica straniera, e desiderava che il razzo venisse mandato a collaudare negli Stati Uniti; ma inaspettatamente il governo di Sua Maesta si era impuntato.

Burdett lo affronto nella sala di operazioni sotterranea.

«Giusto per una volta abbiamo i mezzi per mandare avanti da soli questo progetto.» Il giovane ministro, nel suo inappuntabile abito blu, con la cravatta del collegio, aveva un’aria molto efficiente, spigliata e acuta. «Naturalmente ci accorderemo quando sara giunto il momento di usarlo.»

Vandenberg grugni. «Possiamo sapere come lo sfrutterete?»

«Opereremo un’intercettazione.»

«Come?»

«Reinhart a Bouldershaw Fell ci dara notizie sul nostro bersaglio e il gruppo di Geers eseguira il lancio.»

«E se fallisse?»

«Non fallira.»

I due stavano di fronte, intransigenti: Burdett gentile e sorridente, il generale duro e ostinato. Dopo un momento Vandenberg si strinse nelle spalle.

«Tutto d’un tratto questa e diventata una faccenda personale.»

Su questo si lasciarono, e Burdett disse a Geers e a Reinhart di andare avanti.

Quasi ogni giorno a Bouldershaw venivano captate tracce recenti. Harvey sedeva dietro la grande finestra che guardava sul Fell e man mano che andavano avanti le registrava.

«… 12 agosto ore 3,50, ora di Greenwich. Ordigno spaziale N. 117 sorvola sulla rotta 2697/451. Altezza 400 miglia. Velocita approssimativa 17.500 miglia all’ora…»

L’enorme conca all’esterno che sembrava vuota e immobile sotto la sua alta struttura, era continuamente

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