«Dovrebbe guardare le prime pagine. Se si verificasse una situazione d’emergenza, avremmo bisogno di tutto quanto puo essere messo a nostra disposizione su questa sponda dell’Atlantico.» Vandenberg accenno a un’artistica veduta del radiotelescopio alla parete dell’ufficio. «Per noi non e un giocattolo da ragazzini.»

«Neanche per loro.»

Poco dopo la loro uscita, Fleming telefono da Bouldershaw Fell, ma era troppo tardi.

Judy arrivo al radiotelescopio poco prima che vi giungessero Osborne e Reinhart, e fece quattro chiacchiere indisturbata con Harries nel vestibolo.

«Che mi racconta di Bridger?»

Harries fingeva di pulire la maniglia di una porta.

«Due o tre visite a un allibratore che abita in una stradina di Bradford. A parte cio, niente di speciale».

«Faremmo bene a sorvegliarlo.»

«Lo sto sorvegliando.»

Quando Osborne e Reinhart arrivarono, la condussero insieme a loro nella sala di controllo. Il locale era silenzioso e semideserto. C’era solo Harvey che, seduto al banco, faceva delle riparazioni, sommerso da un enorme cumulo di fogli in disordine, mozziconi di sigarette e bicchieri sporchi. Reinhart a quella vista chioccio come una gallina disturbata.

«Dovrete mettere ordine.»

«Saranno capaci di mantenere l’apparecchio a fuoco per quando arriva il ministro?»

«Spero di si. Non abbiamo sperimentato il dispositivo di osservazione.»

Reinhart circolava con aria molto indaffarata mentre Harvey cercava di attirare la sua attenzione.

«Harvey, ha l’aria di avere passato la notte in piedi.»

«Infatti, professore. E con me il dottor Bridger e il dottor Fleming.»

«Avete avuto delle grane?»

«Non esattamente, professore. Siamo rimasti in osservazione.»

«Su istruzioni di chi?»

«Del dottor Fleming.» Harvey era tranquillissimo. «Siamo ancora in osservazione.»

«Perche non mi e stato detto nulla?» Reinhart si rivolse a Osborne e a Judy. «Ne eravate al corrente?»

Judy scosse il capo in segno di diniego.

«Pare che le istruzioni, Fleming se le dia da solo,» osservo Osborne.

«Dov’e?» chiese Reinhart.

«La dentro.» Harvey indico la sala macchine. «Insieme al dottor Bridger.»

«Allora gli dica di dedicarmi un minuto.»

Mentre Harvey parlava in un microfono che si trovava sul banco, Reinhart percorreva la stanza a grandi passi.

«Che cosa stavate seguendo?» domando.

«Una fonte di Andromeda.»

«La M. 31?»

«No, non la M. 31, professore.»

«Cosa, allora?»

«Un altro segnale, vicino a quello. Un segnale spezzato.»

«Non l’avete mai sentito, prima?»

«No, professore.»

Quando Fleming entro era stanco, con la barba lunga e sobrio, ma, pur controllandosi, era eccitatissimo. Teneva in mano un fascio di fogli della telescrivente. Questa volta Reinhart non fu indulgente.

«Vedo che ti sei impadronito del telescopio.»

Fleming si fermo e li guardo battendo le palpebre.

«Chiedo scusa, signori, non ho avuto il tempo di far triplice domanda in carta da bollo.» Si rivolse a Osborne. «Ho telefonato al suo ufficio ma se n’era gia andato.»

«Cos’avete fatto?» chiese Reinhart.

Fleming glielo spiego, gettando i fogli sul banco di fronte a loro.

«… e questo e il messaggio.»

Reinhart lo fisso incuriosito.

«Vuoi dire il segnale.»

«Ho detto il messaggio. Punti e linee. Non era cosi, Harvey?»

«Sembrava cosi.»

«E durato tutta la notte,» disse Fleming. «E sotto la linea dell’orizzonte, ora, ma possiamo riprovare questa sera.»

Judy guardo Osborne, ma non ne ricevette alcun aiuto.

«Che succedera dell’inaugurazione?» domando timidamente.

«Oh, al diavolo l’inaugurazione.» Fleming si giro verso di lei. «Questa si che e una cosa importante. Questa e una voce che giunge da milioni e milioni di chilometri di distanza.»

«Una voce?» La voce stessa di Judy risuono debole e irreale.

«Ci ha messo duecento anni-luce per arrivare fino a noi. Il ministro puo aspettare un giorno, no?»

Reinhart pareva sollevato. Osservo Fleming con aria divertita.

«A meno che non sia un satellite.»

«Non e un satellite.»

Reinhart si avvicino alla «follia di Jacko.»

«Prima di agitarti tanto, John, controlliamo tra tutta questa ferraglia che e in orbita.»

«Gia fatto.»

Reinhart si rivolse a Osborne. «Non sa nulla di qualcosa di nuovo spedito su in cielo?»

«No.»

«Sentite,» intervenne Fleming, «se fosse stato un satellite non sarebbe rimasto tutta la notte su in mezzo alla costellazione di Andromeda.»

«Sei sicuro che non si tratti della Grande Nebulosa?»

«L’abbiamo localizzata separatamente, vero, Harvey?»

Harvey annui, ma cio nonostante Reinhart aveva un’aria poco convinta.

«Potrebbe essere stata un’interferenza… o qualsiasi altra cosa!»

«So ben riconoscere un messaggio quando me ne trovo uno sotto il naso!» sbotto Fleming. «E poi in questo c’e qualcosa che non ho mai visto. Tra un gruppo e l’altro di punti e di linee, c’e un’incredibile quantita di materiale piu veloce e dettagliato. Dovremo montare degli speciali congegni di ascolto per registrarlo.»

Abbasso la leva dell’apparecchio intercomunicante e disse a Bridger di passare di li, poi raccolse i fogli e li ficco in mano a Reinhart. «Ci dia un’occhiata! Abbiamo atteso per dieci anni e piu qualcosa di simile. Dieci secoli, anzi.»

«E comprensibile?» chiese Osborne con la sua voce di funzionario statale, distaccata, ma alta e acuta come un nitrito.

«Si».

«Siete in grado di decifrarlo?»

«Per amor di Dio! Ma lei pensa che l’universo sia abitato da boy-scouts che inviano messaggi in alfabeto Morse?»

Bridger entro: appariva pallido e scosso, ma parve calmare Fleming con la sua presenza, e confermo il rapporto.

«Potrebbe venire da una sonda molto lontana,» suggeri Osborne.

Fleming lo ignoro. Judy chiamo a raccolta tutto il suo coraggio.

«O da un altro pianeta?»

«Si».

«Marte o qualcosa di simile?»

Fleming alzo le spalle. «Probabilmente si tratta di un pianeta che ruota attorno a una stella di Andromeda.»

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