l’entita del silenzio, mentre il Macellaio, tenendo il coltello per la lama, lo esaminava. La lama, fra le sue dita pesanti, era di acciaio luccicante. L’impugnatura, un frammento di corno lungo una quindicina di centimetri, era corrugata e tinta per ottenere lo stesso colore del legno di noce.
Con le dita della mano libera, il Macellaio afferro deciso i capelli di Cord. Poi, senza nessuna fretta, spinse il coltello fino all’elsa nell’occhio destro di Cord, dalla parte dell’impugnatura.
Il grido si trasformo in un gorgoglio, mentre le mani ondeggianti scivolavano dalle spalle del Macellaio. Quelli che sedevano piu vicini si alzarono in piedi.
Il cuore di Rydra prese a pulsare come se intendesse spezzare le costole. — Ma non avete neppure controllato… Avrei potuto sbagliare… — La sua lingua sembro incapace di districarsi fra le proteste prive di significato.
Il Macellaio, entrambe le mani insanguinate, la squadro freddamente. — Ha mosso il suo coltello contro Jebel o la Signora, e ora e morto. — Strinse il pugno e si colpi il palmo dell’altra mano, questa volta senza fare rumore perche il rosso lubrificante non lo permetteva.
— Capitano Wong — intervenne Jebel — dopo cio che avevo visto, non c’era piu il minimo dubbio nella mia mente che Cord fosse realmente pericoloso. E sono certo che anche il vostro giudizio concordava con il mio. Ci siete stata estremamente utile, e io vi sono profondamente obbligato. Spero che questo viaggio giu per la Lingua del Drago si riveli altrettanto proficuo. Il Macellaio mi ha appena detto che e stata la vostra richiesta a farci cambiare rotta.
— Vi ringrazio, ma… — Il suo cuore pulsava ancora troppo forte. Tento di formare qualche altra parola da appendere all’ombra di quel “ma” che ancora esitava sulle sue labbra. Invece si senti molto male, e scivolo in avanti senza vedere nulla. Il Macellaio la raccolse in tempo con le mani rosse.
Di nuovo la tiepida rotonda stanza azzurra. Ma stavolta da sola, e solo dopo molto tempo fu in grado di ricordare cio che era accaduto nella mensa. Non era stato come quelle sensazioni che lei aveva ripetutamente cercato di spiegare a Mocky, ma bensi quella cosa che Mocky le aveva ripetuto tante volte: telepatia. Ma, in apparenza, la telepatia era il punto di contatto fra una sua vecchia abilita e un nuovo modo di pensare. Le apriva mondi di percezione e di azione. Ma allora perche si sentiva male? Ricordo come le sembrasse rallentato il tempo quando la sua mente operava in Babel-17, e come invece il suo cervello procedesse velocemente. Se fosse intervenuto un corrispondente aumento delle sue funzioni fisiologiche, il suo corpo avrebbe logicamente risentito dello sforzo.
I nastri tolti dalla
Sofferente e nauseata, i suoi ricordi urtarono contro delle dita insanguinate, e si sveglio di soprassalto. La brutalita priva di ego del Macellaio, linearmente costituita da qualcosa che lei non poteva conoscere, era ancora meno che primitiva, lo poneva completamente al sicuro dalle lusinghe del mondo linguisticamente corretto. Cosa si poteva dire a un uomo che non era capace di dire “Io”? E cosa poteva dirle
4
Si alzo dalla cuccetta, e questa volta senza spezzare le bende elastiche. Durante quell’ultima ora si era sentita molto meglio, ma era rimasta ugualmente distesa a pensare.
Quando la parete dell’infermeria si solidifico dietro di lei, ebbe un attimo di indecisione nel corridoio. La corrente d’aria che le sfiorava il viso pulsava come un respiro. I calzoni traslucidi le sfioravano il collo dei piedi nudi, e sulle spalle aveva una camiciola di seta nera.
Doveva aver dormito parecchio, poiche il turno di notte su Tarik era gia inoltrato. Durante un periodo di intensa attivita il riposo veniva assegnato a turni alterni, ma quando l’astronave si spostava semplicemente da un punto all’altro dello spazio, c’erano intere ore nelle quali quasi tutta la popolazione di Tank dormiva.
Invece di andare verso la mensa, imbocco un tunnel sconosciuto in leggera pendenza. Il pavimento diffondeva una leggera luce bianca che divenne ambrata dopo una decina di metri; poi ambra divenne arancio (Rydra si fermo a guardarsi il colore delle mani) e piu avanti l’arancio si tramuto in rosso. Infine, blu.
Le pareti si allargarono intorno a lei, e il soffitto si alzo in un’oscurita troppo profonda per riuscire a penetrarla. Una nebbiolina priva di sostanza che turbinava davanti agli occhi le fece perdere l’orientamento.
La figura di un uomo si stagliava contro il rosso ingresso della sala. — Macellaio?
Lui cammino verso di lei, mentre la luce blu incupiva i suoi lineamenti man mano che si avvicinava. Si fermo, e fece un cenno col capo.
— Mi sono sentita meglio e ho deciso di fare una passeggiata — spiego lei. — Che parte della nave e questa?
— Il quartiere discorporato.
— Avrei dovuto immaginarlo. — Si incamminarono affiancati. — Anche tu stai passeggiando?
Lui parve non notare la familiarita, e scosse il capo pesante. — Una nave aliena passera vicina a Tarik, e Jebel vuole i suoi vettori sensitivi.
— Alleanza o Invasori?
Il Macellaio alzo le spalle. — Si sa solo che non e una nave umana.
Esistevano nove razze, nelle sette galassie esplorate, in grado di effettuare viaggi interstellari. Tre si erano alleate con l’Alleanza. Quattro si erano schierate a fianco degli Invasori. Due non si erano impegnate.
Ora che si erano spinti a fondo nel settore discorporato, nulla sembrava solido. Le mura erano di nebbia blu e prive di angoli. Gli echeggianti schiocchi dovuti ai trasferimenti di energia provocavano dei lampi improvvisi, e la mente di Rydra era affollata di spettri semi-ricordati, alcuni dei quali erano gia passati intorno a lei senza essere stati neppure intravisti.
— Dobbiamo camminare ancora per molto? — chiese lei, dopo aver deciso di accompagnarlo. E intanto pensava: “Se non conosce la parola ’Io’, come puo capire il significato di ’noi’?”
Ma che capisse o no, lui rispose: — Poco. — Poi la fisso direttamente in viso con gli occhi scuri e pesantemente cerchiati, e domando: — Perche?
Il suo tono di voce era cosi diverso che lei capi come non si riferisse a nulla di cio che avevano appena detto. Allora cerco nella propria mente quale fosse la cosa che poteva averlo reso perplesso.
— Perche? — ripete lui.
— Perche cosa, Macellaio?
— Perche salvare Jebel da Cord?
Non c’era nessuna obiezione al fatto nella sua domanda, soltanto una pura curiosita. — Perche Jebel mi piace e mi serve per arrivare al Quartier Generale… — Si interruppe. — Sai chi sono “io”?
Lui scosse il capo.
— Da dove vieni, Macellaio? Su quale pianeta sei nato?
Lui alzo le spalle. — La testa — disse dopo un istante — dicevano che c’era qualcosa di sbagliato nel cervello.
— Chi lo diceva?
— I dottori.
Una folata di nebbia blu si infilo fra di loro.
— I dottori su Titin? — azzardo lei.
Il Macellaio annui.
— E allora perche non ti hanno messo in un ospedale invece di una prigione?
— Il cervello non e pazzo, dicevano. Questa mano — sollevo la sinistra — ha ucciso quattro persone in tre giorni. Questa mano — alzo l’altra — ne ha uccise sette. Ha distrutto quattro palazzi con la termite. Il piede —
