Rydra si scosse. — Volevi allevare tu il bambino in modo che lui… parlasse la tua stessa lingua?

— In due non si e soli.

— Capisco.

— E morto — mormoro lui, e grugni. — Ma ora non sei piu cosi solo. Io ti ho insegnato a capire gli altri, un poco. Tu non sei stupido, e impari alla svelta. — Si giro completamente verso di lei e, appoggiandole la mano sulla spalla, le parlo con gravita. — Io ti piaccio. Anche quando mi hai visto per la prima volta su Tarik, c’era qualcosa in me che ti piaceva. Ti ho visto fare cose che io pensavo sbagliate, ma ti piaccio ugualmente. Io ti ho detto come distruggere la rete difensiva degli Invasori e tu lo hai fatto per me. Ti ho detto che volevo andare alla Lingua del Drago e tu ora mi stai portanto la. Tu farai tutto quello che ti chiedero. E importante per me saperlo.

— Grazie, Macellaio — mormoro lei stupefatta.

— E se tu dovessi rapinare un’altra banca, tu darai a me tutto il denaro rubato.

Rydra scoppio a ridere. — Ti ringrazio. Nessuno ha mai pensato di fare nulla del genere per me. Ma spero che non dovrai piu rapinare…

— Tu ucciderai chiunque cerchera di farmi del male, li ucciderai come non hai mai ucciso nessuno prima.

— Ma non devi…

— Tu ucciderai tutti gli uomini di Tarik se cercheranno di separarci.

— Oh, Macellaio… — Lei si volto e si mise una mano sulla bocca. — Che accidente di insegnante sono! Tu non capisci una cosa… stai parlando di me, ma…

La sua voce le giunse lenta e meravigliata: — Pensi che io non ti capisca.

Lei si giro verso di lui. — Ma io ti capisco, Macellaio! Io ti capisco. Devi credermi, ti prego. Ma credi anche che devi imparare qualche cosa d’altro.

— Tu mi credi — esclamo lui fermamente.

— Allora ascolta. Io non ti ho insegnato l’esatto significato di tu e io.

— Ma…

— Ogni volta che negli ultimi dieci minuti hai detto tu avresti dovuto dire io. E ogni volta che dicevi io, dovevi dire tu.

Lui abbasso gli occhi sul pavimento, poi li risollevo di nuovo senza una risposta.

— Tutto quello che hai detto era morfologicamente sbagliato. Cio di cui tu parlavi in prima persona riguardava invece me come soggetto. E viceversa.

— Ma non e la stessa parola per la stessa cosa, se sono intercambiabili?

— No, ma… si! Significano entrambi lo stesso tipo di cosa, e in un certo senso si corrispondono.

— Allora tu e io siamo la stessa cosa.

Rischiando una nuova confusione, lei annui.

— Lo immaginavo. Ma tu — e il Macellaio punto un dito verso Rydra — hai insegnato a me — distolse il dito e lo volse su se stesso.

— Si. Ed e per questo che non puoi andare in giro ad ammazzare la gente. O almeno, prima devi rifletterci piu a lungo. Quando tu parli con Jebel, tu e io continuiamo a esistere. Con chiunque altro tu parli a bordo di Tarik, anche per videotelefono, ricorda che tu e io esistiamo sempre.

— Il cervello deve pensarci.

— Devi farlo davvero.

— Se devo lo faro. Ma noi siamo uno, piu degli altri. — Le sfioro di nuovo il viso. — Perche tu mi hai insegnato. Perche con me tu non devi avere paura di nulla. Io ho appena imparato, e posso fare qualche errore con gli altri; per un io uccidere un tu senza prima pensarci parecchio e un errore, vero? Sto usando esattamente le parole, ora?

— Si.

— Io non faro errori con te. Sarebbe troppo terribile. Cerchero di farne meno che potro. E un giorno avro imparato del tutto. — Poi sorrise. — Speriamo pero che gli altri non facciano errori con me. Mi dispiacerebbe per loro, perche anch’io sbaglierei con loro, e senza pensarci troppo.

— Direi che per il momento e abbastanza onesto — mormoro Rydra e strinse le sue braccia. — Sono felice che tu e io siamo insieme, Macellaio. — Poi lui la strinse a se, e Rydra affondo il viso contro la sua spalla.

— Ti ringrazio — sussurro lui. — Ti ringrazio e ti ringrazio.

— Sei caldo — rispose lei contro la sua spalla. — Restiamo cosi ancora per qualche minuto.

Lui la tenne stretta, ma a un tratto Rydra sbatte le palpebre e sollevo gli occhi a fissare il suo viso attraverso la nebbia bluastra. — E questo che cos’e, Macellaio! — esclamo, di colpo gelida.

Lui le prese il viso fra le mani e chino la testa finche i capelli d’ambra non le sfiorarono la fronte.

— Macellaio, ricordi che ti ho detto di poter sentire quello che la gente sta pensando? Be’, posso dirti che ora c’e qualcosa che non va, e anche se hai detto che non devo avere paura di te, adesso tu mi spaventi.

Rydra gli sollevo il volto. Era rigato di lacrime.

— C’e qualcosa di sbagliato in te, qualcosa che mi spaventa a morte. Dimmi che cos’e.

— Non posso — disse lui con voce rauca. — lo non posso. lo non posso dirlo a te.

E subito lei fu cosciente del fatto che si trattava della piu orribile cosa che lei potesse immaginare.

Lo guardo combattere contro se stesso, e decise di intervenire nella lotta. — Forse posso aiutarti! Posso entrare nella tua mente, se me ne dai il modo, e trovare questa cosa.

Lui si tiro indietro e scosse il capo. — Tu non devi. Tu non devi farlo con me. Ti prego.

— N… non lo faro, Macellaio. — Si sentiva confusa. — Se n… non vuoi, n… on lo faro. — La confusione divenne dolore. — N… on lo faro, Macellaio! — Il balbettio della sua adolescenza le contorceva la bocca.

Lui respirava a fatica, pesantemente, ma pareva che cominciasse a riprendersi. — Sono rimasto solo e senza io troppo a lungo. Dovro restarlo ancora per un poco.

— C… capisco. — Il sospetto, piccolo e sottile, fatto di nulla alla nascita, era scivolato fra di loro quando lui si era tirato indietro. Ma anche quello era umano. — Macellaio? Puoi leggere nella mia mente?

Lui sembro sorpreso. — No. Non capisco neppure come tu possa leggere nella mia.

— Va bene. Ho pensato che potevi averci visto qualcosa che ti aveva spaventato.

Lui scosse il capo. Poi le si avvicino di nuovo e comincio: — Lo avevo detto prima. Tu e io siamo uno: ma tu e io siamo molto diversi. Io ho visto un mucchio di cose che tu non conoscerai mai. Tu conosci cose che io non vedro mai. Tu mi hai fatto sentire di non essere solo. Ci sono molte cose, nel mio cervello, che potrebbero insegnarti a uccidere, a scappare, a vincere anche. Se ti troverai mai in pericolo, ma un pericolo reale, in cui qualcuno puo fare un errore con te, allora entra pure nella mia mente e guarda cosa contiene. Usa qualsiasi cosa ti serva. Ti chiedo soltanto di aspettare finche non avrai tentato ogni altra cosa per difenderti.

— Aspettero, Macellaio — mormoro lei.

Lui le tese una mano. — Vieni.

Lei gliela strinse, evitando lo sperone.

— E inutile studiare le correnti di stasi intorno all’astronave aliena se e amichevole verso l’Alleanza. Restiamo insieme qualche altro minuto.

Rydra si incammino con una spalla premuta contro il suo braccio. — Amici o nemici — disse mentre avanzavano in quell’eterno crepuscolo affollato di spettri — tutta questa Invasione… a volte sembra talmente stupida. E questa e una cosa che non ti permettono di pensare, nel luogo da cui io provengo. Qui su Tarik voi evitate di porvi questa domanda. Vi invidio per questo.

— Vuoi andare al Quartier Generale dell’Alleanza per l’Invasione, vero?

— Esatto. Ma quando saro arrivata, non sorprenderti se mi vedrai tornare indietro. Questa e un’altra cosa che vorrei togliermi dalla mente. Gli Invasori hanno ucciso i miei genitori, e il secondo Embargo ha ucciso quasi anche me. Due dei miei Navigatori hanno perso la loro prima moglie a causa degli Invasori. Eppure, Ron si chiedeva se i Cantieri di Guerra di Armsedge dovessero esistere. A nessuno piace l’Invasione, eppure essa prosegue. E cosi gigantesca che non avevo mai pensato seriamente di poterne uscire. Qui su Tarik e strano vedere

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