Capivo che avrebbe voluto dire si. Era stupita dalla mia insistenza. E io ero stupito di me stesso. Sapevo soltanto che non potevo smettere di insistere con lei. Eppure il terrore mi afferrava alla gola mentre la supplicavo. Avevo i palmi umidicci. Temevo che dicesse
Se non avesse spezzato la tensione rispondendomi, credo che sarei svenuto.
«Sta bene, Charlie. Lontano dal laboratorio e dall’universita, ma non soli. Non credo che dovremmo restare soli insieme.»
«Ovunque vorra», ho balbettato. «Purche possa trovarmi con lei e non pensare ai test… alle statistiche… alle domande… alle risposte…»
Alice si e accigliata per un momento «Benissimo. Organizzano concerti primaverili gratuiti al Central Park. La settimana prossima potrai accompagnarmi a uno dei concerti.»
Quando siamo arrivati alla porta di casa sua si e voltata rapidamente e mi ha baciato la gota. «Buona notte. Charlie. Sono contenta che tu m’abbia telefonato. Ci vediamo al laboratorio.» Ha chiuso la porta e io sono rimasto davanti alla casa e ho contemplato la luce alla finestra del suo appartamento finche non si e spenta.
Non c’e piu dubbio, ormai. Sono innamorato.
Ho deciso allora di arrivare a un compromesso. Sarebbe potuta non essere la decisione perfetta, ma era una decisione mia e sembrava essere la soluzione migliore, tenuto conto delle circostanze. Avrei detto a Gimpy quel che sapevo, invitandolo a smetterla.
L’ho trovato solo nel retro, vicino al gabinetto, e quando mi sono avvicinato lui ha fatto per allontanarsi, trasalendo.
«Devo parlarti di una cosa importante», ho detto. «Voglio il tuo consiglio per un amico nei guai. Ha scoperto che uno dei suoi colleghi di lavoro sta frodando il principale e non sa come regolarsi al riguardo. L’idea di fare la spia e di mettere nei pasticci il collega non gli va a genio, ma non sopporta neppure che il suo principale, il quale e sempre stato buono con entrambi, venga derubato.»
Gimpy mi ha fissato negli occhi. «Che cosa si propone di fare questo tuo amico?»
«Questo e il guaio. Non vuole far niente. Pensa che se i furti cessassero non ci si guadagnerebbe nulla facendo qualcosa. Dimenticherebbe tutto.»
«Il
«Il mio amico non la pensa cosi.»
«Non e affar suo.»
«Pensa che, sapendolo, e in parte responsabile. Pertanto ha deciso che, se la cosa cessera, non avra altro da dire. Altrimenti spifferera tutto. Volevo conoscere il tuo parere. Credi che, tenuto conto delle circostanze, i furti cesseranno?»
Doveva compiere uno sforzo per nascondere l’ira. Avrebbe voluto picchiarmi, ma si limitava a stringere i pugni.
«Di’ al tuo amico che quel tale sembra di non avere altra alternativa.»
«Magnifico», ho detto. «Questo rendera il mio amico molto felice.»
Gimpy si e incamminato, poi si e fermato e si e voltato a guardarmi. «Il tuo amico… non potrebbe darsi che volesse intascare una parte? E questa la ragione per cui si e fatto avanti?»
«No, vuole soltanto che questa storia finisca.»
Mi fissava con ira. «Sai una cosa? Ti pentirai di aver ficcanasato. Io ti ho sempre difeso. Avrei dovuto farmi visitare il cervello.» Poi si e allontanato zoppicando.
Forse avrei dovuto dire tutto a Donner e far licenziare Gimpy… non lo so. Questa soluzione aveva i suoi vantaggi. Ormai e fatta. Ma quanta gente c’e che, come Gimpy, si serve degli altri in questo modo?
Gli argomenti che mi interessano di piu in questo momento sono l’etimologia delle lingue antiche, le opere piu recenti sul calcolo delle variazioni e la storia degli indu. E stupefacente il modo con cui le cose, in apparenza senza alcuna relazione, si collegano l’una con l’altra. Mi sono portato su un altro livello e ora i fiumi delle diverse discipline sembrano essere piu vicini l’uno all’altro, come se scaturissero da un’unica sorgente.
E strano che, quando mi trovo alla tavola calda dell’universita e odo gli studenti ragionare di storia, di politica o di religione, tutto quel che dicono mi sembri cosi infantile.
Non mi da piu alcun piacere discutere le idee a un livello cosi elementare. La gente si offende quando le si dimostra che non si avvicina neppure alle complessita del problema… e non sa che cosa esista al di sotto delle increspature superficiali. Ma la situazione e altrettanto disastrosa a un livello superiore, e io ho rinunciato a ogni tentativo di discutere queste cose con i professori della Beekman.
Burt mi ha presentato a un professore di economia, alla tavola calda dell’universita, un uomo molto noto per le sue opere sui fattori economici che influenzano i tassi d’interesse. Da tempo desideravo parlare con un economista di alcuni concetti sui quali m’ero soffermato nel corso delle mie letture. Gli aspetti morali del blocco militare impiegato come arma in tempo di pace mi avevano lasciato interdetto. Gli ho domandato che cosa pensasse della proposta di alcuni senatori di ricorrere a tattiche come il blocco navale e le sanzioni economiche impiegate nella prima e nella seconda guerra mondiale contro alcune delle piu piccole nazioni che attualmente ci sono ostili.
Ha ascoltato in silenzio, fissando il vuoto, e io ho supposto che stesse riordinando i suoi pensieri per rispondermi, ma pochi minuti dopo si e schiarito la voce e ha scosso la testa. La questione, ha spiegato in tono di scusa, non rientrava nella sua specializzazione; egli si occupava dei tassi d’interesse e non aveva prestato molta attenzione agli aspetti militari dell’economia. Mi ha suggerito di parlare con il dottor Wessey, che un tempo pubblico uno studio sugli accordi commerciali in tempo di guerra, durante la seconda guerra mondiale. Forse lui sarebbe stato in grado di darmi delucidazioni.
Prima che potessi aprir bocca mi ha afferrato la mano e me l’ha stretta. Era lieto di avermi conosciuto, ma doveva riordinare alcuni appunti per una conferenza. E se n’e andato.
La stessa cosa e accaduta quando ho cercato di parlare di Chaucer con un professore di letteratura americana, quando a un orientalista ho rivolto domande sugli isolani delle Trobriand e quando con uno psicologo ho cercato di mettere a fuoco i problemi della disoccupazione causata dall’automazione; lo psicologo era specializzato in sondaggi sull’opinione pubblica per quanto concerne il comportamento dell’adolescenza. Tutti costoro hanno trovato pretesti per andarsene, timorosi di rivelare la ristrettezza della loro cultura.
Come mi sembrano diversi, adesso. E quanto sono stato sciocco ad aver pensato che i professori fossero giganti intellettuali. Sono esseri umani… e temono che il resto del mondo se ne accorga. E anche Alice e un essere umano, una donna, non una dea, e domani sera la condurro al concerto.
La serata era cominciata abbastanza bene. Il Mall al Central Park si era riempito abbastanza presto e Alice e io avevamo dovuto zigzagare tra le coppie sdraiate sull’erba. Finalmente, molto lontano dal sentiero, abbiamo trovato un albero libero, fuori dell’alone di luce dei lampioni, ove il solo indizio della presenza di altre coppiette consisteva nelle risatine femminili di protesta e nel bagliore delle sigarette accese.
«Qui andra benissimo», ha detto lei. «Non c’e nessun motivo di mettersi proprio accanto all’orchestra.»