come hai appena detto mi e particolarmente cara.
— Capisco. E allora?
— Lo so, Golan, che Bliss non ti piace, ma vorrei, per…
Trevize alzo di nuovo la mano. — Un attimo, Janov. Non sono estasiato dalla presenza di Bliss, pero non la detesto nemmeno. In effetti, non ho alcuna animosita nei suoi confronti. E una ragazza attraente, ed anche se non lo fosse sarei disposto a trovarla attraente per l’amicizia che mi lega a te. E Gaia che detesto.
— Ma Bliss
— Lo so, Janov: e questo che complica tanto le cose. Finche vedo Bliss come persona, nessun problema. Se penso a lei come Gaia, i problemi sorgono.
— Ma non hai concesso a Gaia una sola possibilita, Golan. Ascolta, vecchio mio, lascia che ti confessi una cosa. Quando Bliss ed io siamo in intimita, a volte lei per un paio di minuti mi lascia entrare nella sua mente. Solo un paio di minuti, perche dice che sono troppo vecchio per adattarmi… Oh, non ridere, Golan, anche tu saresti troppo vecchio per adattarti al fenomeno. Se un Isolato, come noi due, dovesse far parte di Gaia per piu di un paio di minuti potrebbero esserci delle lesioni cerebrali, che in cinque o dieci minuti sarebbero irreversibili… Ah, se solo potessi provare questa esperienza, Golan…
— Quale? Le lesioni cerebrali irreversibili? No, grazie.
— Golan, mi stai fraintendendo volutamente. Mi riferivo a quei brevi attimi di unione: non sai cosa perdi. E indescrivibile. Bliss parla di un senso di gioia. E come dire che si prova un senso di gioia nel bere finalmente un po’ d’acqua dopo essere quasi morti di sete. No, se dovessi descrivere la sensazione non saprei neppure da che parte iniziare… Ecco, si e partecipi dei piaceri provati separatamente da un miliardo di persone. Non e una gioia costante; se lo fosse, dopo un po’ non la si avvertirebbe piu. E qualcosa che vibra… che lampeggia… ha uno strano ritmo pulsante che ti cattura. E una gioia piu grande, no, migliore, di quella che si puo provare separatamente. Quando Bliss mi esclude, avrei voglia di piangere, quasi…
Trevize scosse la testa. — Sei sorprendentemente eloquente, amico mio, ma dalle tue parole si direbbe quasi che stessi descrivendo una tossicodipendenza da pseudoendorfina, o da qualche altra droga che ti offra una gioia passeggera per poi sprofondarti in un inferno permanente. Non fa per me! Non intendo rinunciare alla mia individualita per qualche barlume fugace di gioia.
— Io ho ancora la mia individualita, Golan.
— Ma se continuerai, per quanto tempo la conserverai, Janov? Vorrai dosi sempre maggiori della tua droga, ed alla fine il tuo cervello sara danneggiato. Janov, non devi permettere a Bliss di farti una cosa simile. Forse sarebbe meglio che gliene parlassi io.
— No! Non farlo! Ecco, non sei un campione di tatto, e non voglio che si offenda. Ti assicuro che sotto questo aspetto si prende cura di me piu di quanto immagini. La possibilita di lesioni cerebrali la preoccupa piu di quanto non preoccupi il sottoscritto: te lo garantisco.
— Be’ in tal caso, mi rivolgero a te, Janov: non farlo piu. Hai vissuto per cinquantadue anni col tuo tipo particolare di piacere e di gioia, e il tuo cervello si e adattato a sopportare una data situazione. Non lasciarti coinvolgere da un vizio nuovo e insolito, altrimenti dovrai pagare un prezzo, magari non subito, pero alla fine pagherai.
— Si, Golan — disse Pelorat sottovoce, guardandosi la punta delle scarpe. Poi disse: — Prova a guardare la cosa sotto questa angolazione… E se tu fossi una creatura unicellulare…
— So cosa vorresti dire, Janov. Lascia perdere. Bliss e io abbiamo gia discusso di questa analogia.
— Si, ma rifletti un attimo… Immaginiamo degli organismi unicellulari con un grado di coscienza pari a quello umano e in possesso della facolta di pensiero… e immaginiamo che si trovino di fronte alla possibilita di diventare un organismo multicellulare. Gli organismi unicellulari non piangerebbero la loro perdita di individualita, non sarebbero fermamente contrari all’imminente fusione coatta nella personalita di un organismo globale? E non sbaglierebbero? Una cellula individuale potrebbe mai immaginare la potenza del cervello umano?
Trevize scosse deciso a testa. — No, Janov, e una falsa analogia. Gli organismi unicellulari non hanno coscienza ne facolta di pensiero… od al massimo hanno un livello di coscienza infinitesimale che equivale in pratica a zero. Combinandosi e perdendo la loro individualita, questi organismi perdono qualcosa che in realta non hanno mai avuto. Un essere umano, invece, e cosciente e pensante. Perderebbe una coscienza ed una intelligenza indipendente vera, quindi l’analogia viene a cadere a questo punto.
Ci fu un attimo di silenzio tra loro, un silenzio quasi opprimente. Infine Pelorat, tentando di spostare la conversazione lungo una rotta diversa, disse: — Perche fissi lo schermo?
— La forza dell’abitudine — rispose Trevize con un sorriso amaro. — Il computer mi dice che non ci siano navi gaiane che ci seguano, ne squadre sayshelliane che ci vengano incontro. Eppure osservo ansioso lo schermo, confortato dalla mancata apparizione di queste navi, nonostante i sensori del computer siano centinaia di volte piu acuti e precisi dei miei occhi. Come se non bastasse, il computer e in grado di percepire certe proprieta dello spazio che i miei sensi non potranno mai cogliere… Pur sapendo tutto questo, io guardo.
— Golan, se siamo veri amici…
— Ti prometto che non faro nulla che possa angustiare Bliss… almeno, se proprio non sara inevitabile.
— C’e un’altra cosa. Mi tieni nascosta la tua destinazione, come se non ti fidassi di me. Dove stiamo andando? Credi di conoscere la posizione della Terra?
Trevize alzo gli occhi, inarcando le sopracciglia. — Mi dispiace. Ho serbato il segreto tutto per me, vero?
— Si… perche?
Trevize rispose: — Gia, anch’io me lo chiedo. Forse dipende da Bliss.
— Bliss? Cioe, non vuoi che lei sappia? Via, vecchio mio, di lei ci si puo fidare nel modo piu assoluto.
— Non si tratta di questo. A che servirebbe non fidarsi di Bliss? Ho il sospetto che, volendo, Bliss possa carpire dalla mia mente qualsiasi segreto. Credo che ci sia un motivo piu infantile alla base del mio comportamento: ho la sensazione che tu ti interessi solo a lei, e che io in pratica non esista piu.
Pelorat inorridi. — Ma non e vero, Golan.
— Lo so… sto solo cercando di analizzare i miei sentimenti. Sei appena venuto da me manifestando dei timori riguardo la nostra amicizia, e ripensandoci, credo di avere avuto anch’io gli stessi timori. Non l’ho ammesso apertamente, tra me, ma penso di essermi sentito tagliato fuori da Bliss. Forse sto cercando di pareggiare i conti tenendoti all’oscuro delle cose. Un atteggiamento infantile, immagino.
— Golan!
— Un atteggiamento infantile, ho detto. Del resto, tutti si comportano in modo infantile di tanto in tanto, no? Comunque, siamo amici. Chiarito questo punto, non mi perdero in ulteriori giochetti. Stiamo puntando su Comporellen.
— Comporellen? — fece Pelorat, momentaneamente perplesso.
— Ricorderai senza dubbio il mio amico traditore, Munn Li Compor. Ci siamo incontrati su Sayshell.
Il volto di Pelorat si illumino visibilmente. — Certo, ora ricordo. Comporellen era il mondo dei suoi antenati.
— Puo darsi. Non sono tenuto a credere a tutto quello che Compor abbia detto. Comunque Comporellen e un mondo noto, e Compor ha affermato che i suoi abitanti sapessero della Terra. Bene, noi andremo la ed indagheremo. Puo darsi che non approdiamo a nulla, ma e l’unico punto di partenza che abbiamo.
Pelorat si schiari la voce e parve dubbioso. — Oh, mio caro amico, sei proprio sicuro?
— Non c’e nulla di cui essere sicuri o meno: abbiamo un unico punto di partenza e, per quanto debole possa essere, non ci resta che seguire questa traccia.
— Si, ma se andiamo la in base alle parole di Compor, forse dovremmo prendere in considerazione
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