feroce.
— Voi siete il responsabile di quello che mi e successo — grido al vuoto. — Io ero vostro fedele seguace e voi mi avete portato qua. Avete permesso che mi facessero tutto questo. E che lo facessero a lei.
OMM ignoro tranquillamente queste parole. — Perfino qui… Riposate… Dormite.
Quando alla fine si addormento, i suoi sogni furono pieni della voce di OMM, una voce dura, adesso: — Voi avete peccato grandemente e dovete soffrire per questo. Le masse non staranno in pace finche non avrete pagato per i vostri peccati.
Si vide sul lavoro, al centro montaggio, manovrare i manipolatori. Ma nell’area di montaggio, dall’altra parte della finestra piombata, non c’era un robot. C’era LUH, col corpo aperto che mostrava organi di metallo che splendevano nella luce. E THX vide che non la stava montando, ma smontando.
Si sveglio urlando.
Ai suoi piedi c’erano quattro cubi di cibo. Allungo le mani e li tocco. Erano veri.
— Perfino qui, io provvedo — disse la voce di OMM.
«Perche?» si chiese, raccogliendo un cubo. «Perche nutrono un condannato, uno che stanno per uccidere?»
Gli venne pronta la risposta. «Perche vogliono che alla mia morte il mio corpo sia sano. Vogliono i miei organi.»
Avvicino il cibo alle labbra. In lontananza, vide di nuovo delle luci ammiccare. Anche guardandole meglio, rimanevano la. Luci rosse e azzurre, intermittenti, come fosse un segnale.
Senti lo stomaco torcersi. La bocca era secca e impastata. Continuo a tenere il cibo davanti alle labbra, senza inghiottirlo.
«No» si disse. «Continua a digiunare. Lasciati morire di fame. Non dargli quello che vogliono.»
Ma il suo corpo rispose «Se ti possono portare il cibo, te lo possono anche far mangiare. Non fare lo stupido. Mangia adesso, che tanto ti farebbero mangiare, prima o poi. Non lasceranno andare a male una preziosa collezione di organi».
«Sii forte. Non arrenderti a loro. Anche se il loro potere e schiacciante, non assecondarli. ° Combatti!»
Ma era un argomento perdente. Tenne ancora un po’ il cubo in mano, poi lo morse, e poi li divoro tutti e quattro.
Le luci intermittenti scomparvero.
Lo stomaco gorgoglio, non abituato al cibo. T’HX si alzo e riprese a camminare.
Ne voci ne luci, adesso. Ma in distanza vide qualcosa: una macchia scura che prendeva a poco a poco forma, una forma umana. Un uomo.
THX affretto il passo. L’uomo si dirigeva verso di lui. Era alto, e deciso. Era un robot d’acciaio.
Non era un robopoliziotto. La taglia era la stessa, ma questo indossava l’uniforme verde pastello del Controllo.
THX si fermo.
— Non pensate di essere andato troppo lontano? — disse una voce umana, proveniente dal robot.
— No. Voglio uscire.
— Non avete modo di uscire. Lasciate che vi riporti al vostro reparto. — Il robot allungo la mano guantata.
THX indietreggio. — Trovero una via d’uscita. Non staro qui ad aspettare che mi uccidiate.
— Uccidervi?
— Che mi consumiate. E la stessa cosa.
Se un robot avesse potuto sembrare confuso, questo lo sembrava.
— Chi siete? Fatevi riconoscere.
THX guardo la faccia impassibile del robot e non rispose.
— Aspettate, aspettate — disse la voce umana. — Ecco lo schedario. Siete un criminale. Come siete entrato nell’area dell’ospedale?
— Nell’area dell’ospedale?
— Infrazione. Criminale uno uno tre otto, prefisso THX. Tornate nell’area della prigione. Avete commesso infrazione!
THX rise. — Allora arrestatemi.
— Non muovetevi. Chiamo la polizia. Vi riaccompagneranno nella vostra area.
Ridendo, THX comincio a camminare.
— Ho detto non muovetevi! Non vi e permesso stare qui…
THX scosse la testa: — Siete pazzo. Perche dovrei star qui ad aspettare la polizia?
Il robot si mise a camminare con lui. — Benissimo, io vi terro d’occhio finche non arrivera la polizia. Non potete scappare, sapete.
THX si strinse nelle spalle. — Questa e l’area di un ospedale? Dove sono i pazienti?
— Non vedete? — la voce s’arresto, esitante. — Gia, non potete a causa del cibo condizionante, Be’, i pazienti sono qui. I piu in stasi criogenica.
— Cosa?
— Non importa. Stanno arrivando due poliziotti. Fra pochi minuti vi prenderanno in consegna.
THX si guardo intorno. Non c’era niente, da nessuna parte.
— Non abbiate paura — disse il robot. — Se non farete resistenza, i poliziotti non vi faranno del male.
— Ma prima o poi mi porteranno via perche io venga consumato.
La voce proveniente dal robot disse: — Se puo consolarvi, e quello che succede a tutti, qui.
THX, perplesso, disse: — Mi avevate detto che era un ospedale.
— Si. Accogliamo malati incurabili e li mettiamo in stasi criogenica. Se possiamo curarli lo facciamo. Se decidiamo che e impossibile curarli, usiamo i loro organi. Prima o poi quelli che vengono qui sono consumati. E un procedimento che risponde all’efficienza economica.
Apparvero i robopoliziotti. THX disse: — Tutti vengono consumati?
— Si — disse il robot del Controllo. — Ma non deve dispiacervi. Prima o poi dobbiamo andarcene tutti.
— Grazie — disse THX davanti ai robopoliziotti che erano arrivati per prenderlo in consegna.
In pochissimo tempo lo accompagnarono fino a un punto dove a stento si riusciva a distinguere, di tra il biancore vuoto, una macchia scura.
Un robopoliziotto la indico. — Ecco la vostra area. Andate la e restateci finche non vi faranno chiamare. E l’ultimo avvertimento.
THX avrebbe voluto sputargli addosso, ma non fece niente. I robot rimasero a guardarlo mentre s’incamminava.
Dopo un bel po’ riusci a distinguere i letti e le persone che gesticolavano. Una di esse, forse il ragazzo, sali sul letto e si mise ad agitare la mano in segno di saluto.
THX continuo a camminare. Gli giunsero le loro voci:
— Si riesce appena a vederlo.
— E libero! Visto? E libero!
— No. Credo stia tornando.
— Non vedo niente. Non riesco a vederlo. L’avranno distrutto.
— Io lo vedo. Torna. Eccolo la.
Finalmente THX fu cosi vicino che anche PTO lo vide. — Stupido! — grido il vecchio. — Comportamento assolutamente sconsiderato. Io non sono responsabile.
Ora era cosi vicino che alcuni gli si fecero intorno.
— Come mai ti sei fermato?
— Faceva freddo?
THX continuo a camminare. SEN era in piedi accanto a un letto, con le gambe divaricate, come un imperatore che osservasse i suoi dominii.
— Aspettate — disse. — Fatemi parlare con lui. So io come si trattano queste cose.
THX gli passo accanto, diretto al proprio letto.
PTO lo guardo da vicino. — Non devi aver paura. Sei di nuovo al sicuro.