Anche il terzo livello era praticamente deserto. La maggior parte dell’area era occupata da riprocliniche e laboratori, installazioni dove macchine automatiche facevano quasi tutto il lavoro.

Appena uscirono fuori dal pozzo delle scale di manutenzione entrarono nel corridoio. Dall’alto, una voce registrata:

— Quest’area e riservata al solo personale autorizzato.

Ignorando l’avvertimento, THX ando a guardare la pianta generale sulla parete davanti a se. Dalla pianta risultava che le riprocliniche erano rigorosamente classificate secondo l’ordine alfanumerico. LUH 3417 si trovava nella matrice tridimensionale della clinica 12, fila 21, sezione 8. Guardo il corridoio deserto, poi fece cenno a SRT di seguirlo.

— Siete responsabili di un’azione non autorizzata. Manuale di procedura controllo F-quarantacinque. Questa e un’area riservata doppia-A. Restate dove siete.

Il corridoio terminava in un’ampia area aperta piena di tavoli mortuari disposti in file parallele, su cui erano posati dei cadaveri. Tutto era immerso in una luce azzurrognola, fredda e sinistra.

— Antibatterica — mormoro SRT.

— Violazione! Personale non autorizzato non e ammesso in quest’area. Restate do ve siete. Gli agenti del Controllo stanno arrivando.

— Non abbiamo molto tempo — disse SRT.

— Lo so. — THX si incammino fra i tavoli, diretto alla clinica 12.

SRT spalanco gli occhi, guardando i cadaveri.

— Non hanno piu gli organi interni!

THX annui.

— Guarda quello — disse SRT, indicando un corpo con un’enorme testa. — Quello dev’esser stato un genio!

«E se trovi il corpo di LUH qui?» si chiese THX.

Un’altra voce, nella sua mente, rispose freddamente: «E stata distrutta. Non usano i suoi organi. Distrutta, non consumata».

Ma non pote fare a meno di rabbrividire, e s’impose di guardare dritto, senza badare ai cadaveri.

«Distrutta. Distrutta.»

«Come?»

«Che cosa le hanno fatto? Come sono stati i suoi ultimi attimi di vita? Come hanno potuto…»

— Ehi, qua c’e uno che ha ancora gli occhi! Perche glieli avranno lasciati?

THX non pote fare a meno di girarsi a guardare il cadavere di cui stava parlando SRT.

— Oh, no! — Si senti le ginocchia che cedevano e dovette sedersi sull’orlo del tavolo dove giaceva il cadavere.

— Stai bene? — SRT si chino su di lui. — Vuoi qualcosa da mangiare? Scommetto che qui in giro da qualche parte c’e un po’ di cibo nascosto.

Con lo stomaco in subbuglio, THX riusci solo a scuotere la testa.

— Be’, cosa c’e allora? Cos’e che non va?

THX si sforzo di parlare. — Lo… lo conoscevo. TWA si chiamava. Prigioniero con me. Era cieco. Ecco perche gli hanno lasciato gli occhi. Sono inservibili.

SRT si raddrizzo. — Oh.

Il nero si guardo intorno. Da molto lontano si udivano le voci fioche e inesorabili del Controllo:

— I due criminali sono entrati nel Complesso del Centro Riproduzione. Il secondo criminale e stato identificato. E cinque cinque cinque cinque, prefisso SRT. Cattura imminente.

— Totale dell’unita monetaria: milleottocentodieci, in aumento.

— Criminale evaso cinque due quattro uno, prefisso SEN, catturato. Ora sotto custodia. Spese totali quattromilatrecentosettantasette unita sotto il budget. Congratulazioni! Siate efficienti. Siate felici.

SRT storse la bocca. — Ehi, si avvicinano. Sai, sedevi fare qualche cosa qui, faremmo meglio a sbrigarci e poi a scappare. Dobbiamo ancora pensare a un posto dove poterci nascondere. Non possiamo continuare a correre all’infinito.

THX annui e s’impose di alzarsi.

— L’ho conosciuto — mormoro ancora. — In prigione.

— Be’. se non altro i «suoi» guai sono finiti. Fra poco sara un esagono di plastica, come tutti quanti.

— Cosa?

— E quello che fanno dei corpi. Non lo sapevi? Li trasformano nelle unita di consumo per i consumatutto. Pulito, no? Cosi non si sciupa niente.

All’improvviso qualcuno spalanco rumorosamente una porta da qualche parte davanti a loro. Qualcuno che entro nella clinica fischiando orribilmente.

Preso dal panico, per un attimo THX non seppe cosa fare. Era raggelata dal terrore. Dietro di loro c’erano i robopoliziotti. Davanti a loro, che cosa?

Vide SRT dirigersi in gran fretta verso un tavolo vuoto e sdraiarcisi sopra. Per un attimo THX rimase incerto, in preda al disgusto, poi si decise e fece lo stesso.

«Stai fermo! Stai completamente fermo» si impose THX. «Occhi chiusi. Non s’batterli. Respirazione bassa, non devono vedere il tuo petto muoversi.»

Cerco di convincersi che il proprio corpo era congelato, paralizzato, morto per davvero. Il fischio si fece piu vicino: un rumore rauco e orribile, rotto solo dal rumore delle pantofole che ciabattavano sul pavimento. Poi si senti uno strano suono metallico, come di un fucile automatico. Il fischio era acuto, fortissimo, abominevole e stonato. Pum, pom, por — click-click. Pum, pum, pum — click-click!

Il rumore era ormai vicinissimo. THX avrebbe voluto dare una sbirciata, ma non osava fare il minimo movimento.

Poi i passi si fecero cosi vicini che capi che il fischiatore era proprio accanto a lui. Sentiva l’odore del suo antisettico, e sentiva perfino il respiro.

Qualcosa di freddo e di duro gli tocco l’orecchio sinistro. Senti il «dolore», un dolore tremendo che gli esplose dentro l’orecchio, come se un ferro incandescente lo stesse bruciando. Salto giu dal tavolo e il suo urlo di dolore si uni allo strillo dell’impiegato incaricato di etichettare i cadaveri.

L’impiegato si sbilancio all’indietro e cadde sul sedere, urlando e con gli occhi strabuzzati. THX e SRT si allontanarono precipitosamente dai loro tavoli e si misero a correre lungo una fila di cadaveri che portavano tutti sull’orecchio sinistro delle targhette di metallo luccicante. Davanti a loro si profilo la serie di contenitori della Riproclinica 12. I due corsero senza fermarsi mai, finche non si trovarono all’interno della clinica, illuminata da una luce fioca.

Erano circondati da file di ventri di plastica, contenenti i feti nutriti attraverso tubi di plastica. La luce era rosso cupo e tutta l’area sembrava pulsare di quei milioni di battiti infantili, battiti di piccolissimi cuori che non riuscivano a raggiungere il livello di udibilita.

All’improvviso dall’altoparlante scaturi una voce.

— Fermi dove siete. Non potete fuggire. Tutte le uscite sono state bloccate. Arrendetevi. Siamo qui per aiutarvi. Rilassatevi. L’unico vostro nemico e la paura.

THX si incammino lungo una fila finche arrivo a un muro bianco. Si volto a guardare scoraggiato SRT. Intrappolati.

Poi noto che SRT aveva una targhetta di metallo cucita all’orecchio sinistro. Si tocco il proprio: anche lui ne aveva una.

— Come hai fatto a non urlare?

SRT ghigno. — Ho sbirciato. Ho visto cosa stava facendo, e ho cercato di rendermi duro come l’acciaio, di farmi forte.

In lontananza videro la faccia di un robopoliziotto resa rossa dalle luci.

— Non ci ha visti — sussurro SRT. — Forse non riescono a vedere bene con questa luce.

— Ci troveranno.

Cominciarono a muoversi, tornando lentamente indietro. I feti parevano guardarli con i loro occhi immobili.

— Devo trovare LUH — borbotto THX.

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