— Tarb — grugni lui — statevene zitto, volete? — Ma era interessato, mentre la figura avanzava e cominciava a parlare.
— Religione, signore! Si, questo e quello che ho da offrirvi! La salvezza! La pace dello spirito! La remissione dei peccati, o semplicemente l’accettazione della volonta dell’Essere Supremo. Ho una scelta completa: Cattolicesimo, Anglicanesimo, ventidue tipi di sette battiste, Chiesa Unificata, Scientologia, Metodismo…
— Queste ce le hanno tutti — scatto Haseldyne, guardandomi con aria irritata. Io gongolavo: era la reazione che avevo programmato. La piccola immagine si guardo dietro le spalle, come per essere sicuro che nessuno potesse sentirlo, e si chino in avanti con aria confidenziale.
— Avete proprio ragione, signore! Avrei dovuto accorgermene che non siete il tipo da adottare quello che hanno tutti gli altri. Cosa ne dite allora di una vera antichita? Non sto parlando dei soliti Buddha o Confucio. Parlo di Zaratustra! Ahura Mazda e Ahriman! Le forze della luce e delle tenebre! Lo sapete che meta delle religioni in circolazione oggi non sono che brutte copie di Zaratustra? E sentite un’altra cosa: non ci sono digiuni, diete obbligate, non-fare-questo, non-fare-quest’altro. Il Parsismo e una religione per gente di qualita. E non ci crederete: posso fornirvi il trattamento completo, conversione compresa, per un prezzo inferiore a quello di un normale ritiro o di un Bar Mitzvah…
Mi accorsi che era davvero interessato. Osservo fino alla fine la figura che faceva il suo discorsetto. Mentre svaniva in una cascata di scintille azzurre (queste griglie automatiche di interconnessione non erano poi quella gran meraviglia che dicevano) annui adagio. — Puo funzionare — disse.
— Funzionera di sicuro, Haseldyne! Certo e ancora un po’ rozzo. Devo ancora parlare con l’ufficio legale per la firma del contratto, alla fine, e non sono sicuro che il cappuccio vada proprio bene… Forse ci vorrebbe un costume da danzatrice indiana,
— Tarb — disse lui, — non buttate giu il vostro stesso lavoro. Sistemate le dimensioni e l’interferenza, domani riuniremo lo staff e lo faremo partire. — Io presi il nastro dal visore, e lo lasciai che fissava il vuoto. Mi colpi il fatto che sembrasse compiaciuto… dopo tutto l’aveva detto lui stesso che era un buon lavoro! Ma quando tornai alla consolle, c’era un messaggio che mi fece dimenticare tutte le preoccupazioni.
Quando tornai a casa per darmi una ripulita, Nelson Rockwell mi venne subito da torno. — Tenny, se potessi prestarmi qualche dollaro fino alla paga…
— Niente da fare, Nelson! Devi vedertela da solo con la zecca di San Jacinto.
— Zecca? Chi ha parlato di zecca? — chiese lui. — Questa e una cosa completamente nuova… da un’occhiata! — Tiro fuori dalla tasca una figurina incorniciata in plastica da quattro soldi. — E la Serie Litografica di Ritratti dei Ministri del Tesoro, Incorniciabili, su Carta tipo Banconota! — dichiaro orgoglioso. — Sono oro puro, e mi basta un centone per avviare l’abbonamento. Con duecento posso avere a prezzo speciale anche la Serie di Riproduzione dei Famosi Ponti Sospesi Americani, Interamente in Metallo, da Esposizione… — Lo lasciai che parlava ancora, e mi diressi verso il bagno per farmi elegante. Tikli-Tak sul mento, Lav-Mi sotto le ascelle… Era passato molto tempo da quando ero uscito con una ragazza. Pensai che dovevo portare qualcosa, cosi per strada mi fermai a comprare un paio di confezioni di Mokie-Koke. Naturalmente il supermercato era pieno. Naturalmente le file alle casse erano interminabili. Mi misi in coda a quella piu corta che riuscii a trovare, ma non si muoveva. Allungai il collo per guardare oltre la matrona che avevo davanti, con il carrello pieno, e vidi che la cassiera era impegnatissima a compilare un’infinita di buoni sconto, offerte speciali, tagliandi omaggio, biglietti della lotteria, eccetera, e cosa ancora peggiore, la cicciona davanti a me ne aveva almeno il doppio stretti nella mano grassoccia. Emisi un grugnito e lei si volto a guardarmi con simpatia. — Queste file sono proprio insopportabili! E per questo che io non vado piu agli Ultimaximark. — Indico orgogliosamente il cartello sulla cassa:
— Oh, accidenti! — grugnii, fissando incredulo l’annuncio. Fu un errore. Persi il momento favorevole.
Uno degli slogan che avevo incontrato nel settore religioso, era «l’ultimo sara il primo». In questo caso, la mia esitazione ne fu una riprova. La fila alle mie spalle si era gia dispersa, mentre io rimanevo li a guardare. Questa e una delle occasioni in cui viene messa alla prova l’abilita di consumatore, sviluppata nel corso di un’intera vita. prendere la decisione in una frazione di secondo, senza preavviso: quale fila scegliere? Ci sono una dozzina di variabili indipendenti da prendere in considerazione, e non tutte ovvie: il numero delle persone in ciascuna fila, il numero delle confezioni per ciascuna persona, il numero dei buoni per ciascun acquisto… Sono cose che si imparano quando si e ancora attaccati alla mano della mamma, con il pollice in bocca e il sacchetto di caramelle per cui ci si e sgolati, stretto nella manina grassoccia. Poi dovete imparare a decifrare il singolo consumatore: quello che contrae nervosamente le dita potrebbe avere il conto scoperto, e cosi tutta la fila si blocchera, mentre le guardie vengono a portarlo via; oppure c’e quell’altro che e riuscito a far passare una penna magnetica attraverso i detector per cercare di alterare i prezzi delle offerte speciali. Uno deve imparare ad assegnare un valore ad ognuno di questi fattori, e a integrarli. Poi c’e il lavoro puramente fisico: fare una finta verso la fila sbagliata, far finta di non accorgersi di un carrello lasciato li per tenere il posto, usare i gomiti… Tutto questo fa parte delle normali tecniche di sopravvivenza, ma gli anni passati su Venere mi avevano arrugginito. Finii alla fine di una fila piu lunga che mai, e anche Miss 450 Grammi era in vantaggio su di me.
Dovevo fare qualcosa.
Sbirciai ancora una volta sopra le sue spalle, studiai i carrelli e preparai un piano. — Porca miseria — dissi come fra me, ma a voce abbastanza alta perche tutti mi sentissero, — mi sono dimenticato il Vita-Smax. — Nessuno ce l’aveva. Non era possibile. La produzione era stata sospesa ancor prima che partissi per Venere… qualche guaio per avvelenamento da metalli pesanti. Tre passi davanti a me un vecchietto con un carrello stracolmo mi guardo, abboccando all’amo.
Gli sorrisi, dicendo: — Ricordate la vecchia pubblicita del Vita-Smax? «Il formaggio tuttoamericano: miele e crusca per l’uomo sano.»
Miss 450 Grammi alzo gli occhi dal suo frenetico inventario di buoni. — «Vi mantiene in forma… Vi stimola la lingua… Salute, salute, salute ad ogni morso!» — cito a memoria. — Caspita! E un sacco di tempo che non lo mangio. Noi lo chiamavamo cereale latte e miele. — A parte i metalli pesanti, il surrogato di latte causava danni al fegato, e lo sciroppo di saccarosio cariava i denti, ma naturalmente nessuno si sarebbe ricordato di una cosa del genere.
— Mia mamma me lo dava ogni mattina — disse un’altra donna con aria sognante.
Li avevo m mano. — Anche la mia. Mi prenderei a calci per averlo dimenticato. Ce n’era una pila intera al Reparto Gastronomia.
Varie teste si voltarono. — Non ho visto nessun Vita-Smax la — disse il vecchietto con voce querula.
— Come no? Ce n’era una pila alta cosi, sotto il cartello «Compri due paghi uno» — Un tremito corse lungo la fila. — Con il Doppio Buono Speciale per il Secondo Acquisto — aggiunsi. Fu il colpo decisivo. Si sparpagliarono. Tutti, fino all’ultimo, spostarono i carrelli e si misero a correre verso la Sezione Gastronomia. Di colpo mi trovai faccia a faccia con la cassiera. Anche lei aveva ascoltato, e dovetti pregarla di prendere i soldi, prima che si mettesse a correre dietro agli altri.
Comunque, arrivai lo stesso in ritardo. Quasi mi misi a correre negli ultimi due isolati prima della casa di Mitzi. Lo smog e la corsa mi lasciarono ansimante e sudato… Addio Lav-Mi.