cosa del genere sarebbero trascorsi ancora centinaia e centinaia di anni.

I Grandi Anziani erano perfettamente consapevoli del fatto che la razza umana fosse letteralmente affamata di spazio, di qualsiasi cosa che avesse a che fare con lo spazio. I Grandi Anziani erano molto felici di cio, e per questo non esitarono un istante nel concedere ai loro emissari di compiere il viaggio fino al Commonwealth di York per il congresso di astronomia.

La notizia giunse a Polly attraverso Tania, che gliela comunico direttamente dalla navetta. Come suo solito, Polly reagi agitando l’avambraccio con fare irritato. — Ma i Grandi Anziani non hanno specificato chi dovra andare e chi dovra rimanere qui — si lamento.

— A quanto pare — rispose Tania con tono sicuro — questa decisione spetta a te. L’ordine non puo assolutamente essere ridiscusso, soprattutto perche la nave madre si trova ora al di la dell’orizzonte, e di conseguenza non e possibile comunicare.

Polly interruppe il contatto e si rivolse a Obie e Sandy con uno sguardo cupo. — Se le cose stanno cosi — dichiaro — cosi faremo. Dunque, Obie e il nostro esperto in astronomia, quindi dovra andare per forza.

— Oh, cacca! — borbotto Obie. — Vuoi dire che devo andare da solo e senza compagnia?

— Certo che no. Ti comporteresti senz’altro in maniera irresponsabile, senza la prudenza di un adulto hakh’hli. Ti accompagnero io personalmente.

— No, io voglio un amico — protesto Obie in inglese. — Voglio che Sandy mi accompagni.

Polly gli rivolse uno sguardo glaciale e uni i pollici in aria con un gesto inequivocabile. Obie venne percorso da un brivido, ma rimase comunque fermo con aria di sfida. Polly riflette un secondo, poi scrollo le braccia. — Bene — disse quindi con fare magnanimo. — Ho deciso che ci recheremo tutti e tre a questa York per il congresso di astronomia. Lisandro, puoi comunicare alla tua femmina terrestre che e stata presa questa decisione.

— Con piacere! — esclamo Sandy. Detto questo, corse subito fuori per dare la notizia a Marguery Darp.

Apparentemente, la notizia la rese felice. A dir la verita, erano tutti felici. Sandy era felice perche Marguery Darp era felice. Polly era felice perche stava eseguendo gli ordini dei Grandi Anziani. E in quanto a Obie… Be’, Obie aveva deciso di essere addirittura raggiante, e lo provo subito non appena si trovarono nuovamente assieme in strada con un nuovo repertorio di grida e di balzi. — New York, New York — canto, balzando fin sopra la tenda dell’ingresso dell’hotel per poi saltare nuovamente a terra. — Oh, Sandy, sono sicuro che ci divertiremo tantissimo sulla Grande Strada Bianca! Faremo i nostri saluti a Broadway, e porteremo i nostri auguri a Herald Square… A proposito — disse atterrando senza fiato accanto a Marguery Darp — che cos’e un “Herald Square”?

— Credo che si trattasse di una vecchia piazza di New York City — spiego lei. — Ma credo che si trovi sott’acqua, oramai. — Poi si rivolse a Sandy. — Sono molto contenta, sai? Hudson City e una bella citta. E io ho proprio un piccolo appartamento li, e mi fara molto piacere portarti in giro a fare il turista.

— Grazie — replico prontamente Sandy. — Anch’io sono convinto che ci divertiremo molto. Solo che… — Degluti. — Credi che sara necessario viaggiare ancora in quel vostro veicolo velocissimo?

Marguery gli diede una leggera pacca di incoraggiamento sul braccio. — Non credo proprio. Non usiamo mai gli aerei a decollo verticale per le lunghe distanze, perche consumano troppo carburante, anche se si tratta solo di idrogeno. No. Andremo con un dirigibile. E un viaggio di circa 24 ore, e ti prometto che ti piacera. E quasi come andare in crociera.

— In crociera? Come Love Boat?

Marguery si produsse in una smorfia. — Non ho idea di che cosa sia Love Boat, e ti prego di non iniziare nuovamente con queste storie, almeno per oggi. Abbiamo una giornata dura da affrontare, e se avete veramente intenzione di venire tutti e tre a York, sono certa che vi saranno almeno un centinaio di persone qui a Dawson che non vedono l’ora di farvi un sacco di domande.

Obie fece una smorfia. Sandy si trattenne dall’imitarlo perche non voleva fare brutte figure con Marguery Darp, ma non pote fare a meno di lamentarsi. — Possibile che debbano sempre farci domande tutti quanti? — domando. — Non abbiamo mai un po’ di tempo libero?

— Questa sera — disse Marguery con tono deciso. — Dopo le interviste, daremo una festa di addio sul terrazzo. Va bene? Ma adesso diamoci da fare.

Nel corso dell’intervista mattutina, vennero interrogati tutti e tre da una mezza dozzina di cortesi ma insistenti intervistatori. Quante domande vennero poste loro! Per quale motivo gli hakh’hli congelavano le loro uova invece di lasciarle schiudere? Quali erano i titoli di film terrestri che venivano mostrati a tutta la nave? Quale era la parola hakh’hli per “repulsione magnetica”? Che cosa sarebbe accaduto se un piccolo asteroide o qualcosa del genere avesse colpito la nave interstellare nella sezione dei propulsori? Quest’ultima domanda fece rabbrividire persino Polly. — Sarebbe terribile — disse, girandosi e offrendo agli intervistatori la coda affinche la leccassero per confortarla. (Nessuno degli umani presenti pero capi il significato di quel gesto, e Obie e Sandy si trovavano troppo distanti in quel momento.) — La nave verrebbe distrutta!

Quest’ultima era un’ipotesi talmente funesta per Polly, da farle dichiarare con tono cupo che ora non avrebbe piu potuto mandare giu neanche un solo boccone. Naturalmente, nel corso della pausa di mezzogiorno sia lei sia Obie si nutrirono abbondantemente come al solito. Sandy invece non fu altrettanto fortunato. Marguery era scomparsa per qualche commissione, e dovette accontentarsi di un semplice panino.

Durante la sessione del pomeriggio, Sandy venne interrogato da solo da tre gruppi separati di intervistatori. Per la maggior parte si trattava di persone che non aveva mai visto prima, e nonostante il fatto che ognuno di loro si presento con nome e cognome accettando con una smorfia di dolore la sua possente stretta di mano, Sandy non riusciva nemmeno a distinguerli l’uno dall’altro. Quelli del primo gruppo gli posero una serie di domande sulla sua storia personale, partendo dalla scoperta da parte degli hakh’hli dell’astronave dei suoi genitori. Nel corso di una lunga ora, gli domandarono tutto quello che c’era da domandare sulla sua infanzia, sulla sua educazione, sui rapporti che aveva con gli altri membri della sua coorte e con ChinTekki-tho e MyThara. Era la prima volta che Sandy pensava alla sua cara, vecchia tutrice da quando avevano lasciato la grande nave, e di conseguenza gli venne quasi da piangere per la tristezza e il senso di colpa. Il secondo gruppo di intervistatori invece gli pose domande decisamente piu specifiche. Nel corso del suo addestramento, dissero, vi erano stati giochi e competizioni. Alcuni di questi erano per caso, be’, di carattere militare? (Oh, no, li rassicuro Sandy: una volta nelle gare di lotta i lottatori combattevano all’ultimo sangue, ma adesso non usava piu.) E nessuno usava “armi”? (Certo che no! Perche mai un hakh’hli avrebbe dovuto usare un’arma contro un altro hakh’hli?) E non vi era “polizia”? (Ma certo che no! Gli hakh’hli non hanno alcun tipo di “polizia”. A che cosa servirebbe? I Grandi Anziani non permettono alcun tipo di “crimine”, e nessun hakh’hli si permetterebbe mai di andare contro le volonta dei Grandi Anziani.)

Dopo le prime due sessioni, la terza fu piu simile a una semplice chiacchierata. Sandy trovo la cosa di suo gradimento, soprattutto perche fra gli intervistatori vi era anche Marguery Darp. Quest’ultima si sedette di fronte a lui e disse: — Sandy, vogliamo sapere tutto quel che c’e da sapere sugli hakh’hli. Quindi ti prego di iniziare dal principio, o da quello che secondo te potrebbe essere considerato il principio, e di raccontarci tutto cio che ritieni dovremmo sapere in proposito.

Si trattava di un compito abbastanza semplice. Piu Sandy vedeva Marguery Darp, piu facile gli riusciva parlarle. Rimase semplicemente seduto sulla sua poltroncina e le racconto tutto quel che gli veniva in mente a proposito degli hakh’hli, dei titch’hik, del modo in cui i repulsori magnetici facevano sobbalzare il modulo di atterraggio durante l’ingresso nell’atmosfera terrestre, del fatto che sua madre, o perlomeno qualche parte di sua madre, fosse ancora in vita, almeno in un certo senso, nel laboratorio genetico della grande nave. Marguery invece si limito ad ascoltare. Ascolto con grande attenzione, e non parlo quasi mai, se non per dargli un piccolo incoraggiamento ogni tanto con frasi del tipo “E poi, cosa e accaduto?” Per il resto, era il suo volto ampio, forte e interessato che parlava per lei.

Quando qualcuno busso alla porta, Sandy ne fu quasi disturbato. Si trattava di Hamilton Boyle, che riferiva che gli hakh’hli avevano concluso l’intervista pomeridiana e si stavano dedicando al loro “latte coi biscotti”. Sandy voleva per caso unirsi a loro? Fu Marguery a rispondere per lui. — Oh, non credo, Ham. Credo che andremo di sopra a bere qualcosa mentre li aspettiamo… sempre che Sandy non abbia nulla in contrario…

Naturalmente, Sandy non aveva nulla in contrario. Anzi, per lui era la migliore proposta possibile. — Che cosa vuoi bere? — gli domando Marguery non appena si accomodarono a un tavolino all’aperto sul quale batteva il

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