— No, no! Io voglio rimanere qui a parlare con Marguery di New York New York, Times Square, Harlem, Wall Street… — Lacrimando di felicita, balzo via canticchiando fra se.
Marguery lo fisso con aria perplessa mentre balzellava sul terrazzo. — Che cosa intendeva a proposito dei vostri veri nomi? — domando a Sandy.
Sandy cambio posizione sulla sedia, cercando di seguire con lo sguardo gli allegri balzi di Obie sull’ampio terrazzo semideserto. — I nomi hakh’hli dicono molto a proposito della persona che li porta. — Continuo spiegando a Marguery come i nomi hakh’hli indicassero la discendenza e la posizione all’interno della societa hakh’hli, e come i numeri che li seguivano servissero a indicare le varie partite di uova immagazzinate nel congelatore. Da li, passarono inevitabilmente a discutere sull’abitudine hakh’hli di congelare le uova non appena venivano deposte al fine di non sovraffollare la nave.
— Polly dice che se anche voi esseri umani aveste fatto la stessa cosa — intervenne Obie, che si trovava a tre tavolini di distanza — non avreste dovuto affrontare tutte le difficolta che vi siete trovati ad affrontare.
— Ringraziala da parte mia per l’ottimo consiglio — ribatte Marguery. Sandy le rivolse un’occhiata di sbieco. Le parole e il tono non sembravano accordarsi.
— Questo e cio che chiamate ironia, giusto? — domando.
Marguery fece per rispondere, ma invece starnuti. — Stai bene? — domando Sandy, sconvolto.
— Certo, basta che tu dica “salute”. Sto benissimo, grazie. Che cosa mi stavi domandando?
— Ho detto…
— Ah si, adesso mi ricordo — lo interruppe lei. — Si, Sandy, era una battuta ironica. Non so come mai, ma la tua amica Polly mi fa un po’ girare le scatole.
Sandy la fisso. — Ti fa girare le…?
— Oh, per l’amor di Dio! Volevo solo dire che alle volte mi irrita. Mi dispiace, ma e cosi.
— E perche mai dovresti dispiacerti? Irrita anche me. Irrita tutti noi, se e per questo. E sempre stata la piu prepotente della nostra coorte.
— Davvero? — domando Marguery. Sembrava sollevata. — Mi fa molto piacere sentirlo — disse. — Stavo iniziando a pensare che tutti gli hakh’hli avessero la puzza sotto il naso come lei.
— La puzza sotto il naso?
— Voglio dire, e cosi, uh, altezzosa… Pero devo dire che Obie mi piace — disse alzando nuovamente lo sguardo verso il lato opposto del terrazzo, dove Obie era impegnato in una serie di salti altissimi. — E un po’… come dire, infantile, pero e veramente simpatico e carino.
— E il mio migliore amico — disse Sandy. Penso per un attimo di chiederle che cosa significasse esattamente la parola “carino” in quel contesto, ma decise di rinunciarvi. — Sai, io e lui siamo stati assieme per tutta la vita… — Sbadiglio.
— Hai sonno? — domando Marguery.
— E solo che non riesco a dormire quanto voi — si giustifico Sandy. — Sulla nave dormivamo solo per due dodicesimi di giorno, e adesso faccio fatica a stare a letto per tutto quel tempo. Ieri notte pero invece di rimanere a letto senza dormire ho messo a frutto il mio tempo facendo qualcosa.
— Oh?
— E un’altra poesia per te — disse. Le passo il foglio.

Marguery gli rivolse uno sguardo ambiguo e assunse un’aria pensierosa prima di dire alcunche.
— Be’, almeno questa volta hai azzeccato il sesso — commento infine, restituendogli il foglio.
Sandy in verita aveva sperato in una reazione piu entusiastica. — Non ti piace? — domando.
Marguery lo guardo con dolce esasperazione. — Ma
— Non lo so. Io ci speravo.
— Be’, e cosi. O almeno lo e per me. Solo che… — Ebbe un attimo di esitazione. — Ascoltami, Sandy, questa situazione e molto particolare per me, e mi fa sentire un po’ confusa. In fondo io ho il mio lavoro da portare a termine, e non voglio confonderlo con i sentimenti.
— Vuoi dire che non ci baceremo piu? — domando Sandy con tono preoccupato.
Marguery scoppio a ridere, poi sobbalzo, poiche Obie era appena atterrato al suo fianco. — Ti ha finalmente mostrato la poesia? — domando Obie.
— Si, me l’ha mostrata.
— Credo che si tratti di una buona poesia — disse Obie con lealta. — Se si tiene conto del fatto che e in inglese, naturalmente. Potrebbe scrivertene una molto migliore in hakh’hli, se glielo chiedessi.
— Perche non ci lasci in pace? — domando Sandy. Obie si produsse in un’espressione afflitta, pero balzo via comunque. — E molto eccitato dall’idea di andare a New York — disse Sandy con tono contrito.
— Si, solo che non e piu esattamente New York, Sandy…
— Be’, a York, allora, o comunque la chiamiate. Il fatto e che abbiamo visto un sacco di film su quella citta, e poi in effetti Obie e ancora abbastanza infantile… — Stranamente, quando Sandy pronuncio quella frase, si rese conto che era gia da un po’ che lo stava pensando. Il commento di Marguery era stato piu che azzeccato. Gli hakh’hli della sua coorte, con i loro modi giocosi, spensierati, chiassosi e a volte anche scontrosi, erano realmente piuttosto infantili. Non come John William Washington, che non solo era un adulto, ma che era anche qualcos’altro che un hakh’hli non avrebbe mai potuto comprendere. Era “innamorato”.
Ma Obie aveva sentito tutto. — Io non sono un bambino! — grido. — Guarda che salti che faccio! Pensi che un bambino sarebbe davvero in grado di fare dei salti simili?
Tenendo gli occhi fissi su Sandy, balzo fin sopra il tetto dell’ascensore, da dove li fisso sorridendo.
— In effetti, e proprio un bambino — disse Sandy con tono di scusa.
Marguery annui senza commentare, poi si giro per guardare dietro le spalle di Sandy. — Oh, eccolo! — esclamo. — Lo vedi, laggiu a sinistra appena sopra quella nuvola? E il nostro dirigibile! Rimarra ancorato qui stanotte, e domani mattina vi saliremo a bordo per andare fino a York.
Sandy giro la testa per vederlo meglio, deliziato dalla vista. Alle sue spalle, senti la voce di Obie. — Eccomi che arrivo! — grido.
Obie balzo, solo che mantenne gli occhi fissi sul dirigibile, e non sulla ringhiera alla quale stava puntando.
Fu un grave errore da parte sua. La traiettoria risulto sbagliata; non di molto, ma quanto bastava. Obie colpi si la ringhiera, ma non si fermo li. Marguery caccio un urlo. Sandy balzo a sua volta per cercare di afferrarlo al volo, ma era gia troppo tardi. Obie rimbalzo sulla ringhiera con gli arti tesi per la paura e volo direttamente giu dal bordo del terrazzo. Il suo grido si spense solo quando fu giunto a terra.
12
— Ma lui era mio