Sandy — disse, quasi sottovoce. — Hai detto che ti sarebbe piaciuto andare a visitare la vecchia New York. Se lo desideri ancora, penso che potremmo andarci oggi pomeriggio.
Il tono di Marguery era piuttosto strano, ma Sandy non si lascio commuovere. — Certo — rispose con tono acido. — Faro esattamente cio che mi dirai. Dopotutto, non e che abbia molte alternative.
Polly era in ritardo. Erano tutti seduti da un pezzo nella sala quando fece finalmente il suo ingresso, sbatacchiando le possenti zampe sul pavimento del corridoio centrale con i suoi lunghi passi saltellanti da hakh’hli. Hamilton Boyle la seguiva, evidentemente affaticato dall’andatura. Quando quest’ultimo si diresse verso gli scalini al lato del palco invitando l’aliena a seguirlo, Polly gli rivolse uno sguardo sdegnato. Senza alcuno sforzo, salto direttamente sul palco con un agile balzo. Quando Boyle giunse nuovamente al suo fianco, Polly si era gia accomodata dietro al leggio e stava passando in rassegna i suoi appunti.
Il pubblico si produsse in una risatina sommessa.
Una cosa del genere rientrava perfettamente nel carattere di Polly, penso Sandy. Anzi, si corresse, rientrava perfettamente nel carattere degli hakh’hli. Polly alzo lo sguardo ed espresse la propria gratitudine per la risatina secernendo una piccola lacrima di soddisfazione. Seduto com’era in prima fila, circondato da esseri umani, Sandy la vide per la prima volta con occhi terrestri e si rese conto al di la di ogni dubbio che la sua compagna di coorte aveva un aspetto decisamente comico per loro.
Mentre Hamilton Boyle la presentava al pubblico, Polly si liscio il pelo, pavoneggiandosi e facendo finta di niente. Dopo un po’, Boyle premette un pulsante che fece discendere un grande schermo bianco alle loro spalle e concluse il suo discorso: — …Quindi ora il nostro onorato ospite ci mostrera alcuni dei dati astronomici acquisiti dal suo popolo nel corso del loro lungo viaggio.
Polly assunse un’aria irritata. — Devo proprio? — domando a Boyle.
Boyle si produsse subito in un’espressione esterrefatta. — Ma credevo che tu fossi d’accordo — disse. — In fondo tu sei stata invitata qui proprio per questo motivo…
Polly contrasse il corpo in un gesto scocciato. — Oh, va bene — disse. — Vediamo di liberarci in fretta di questa parte. E questo il comando per le immagini? — Con fare impaziente, lascio che Boyle le spiegasse come andava usato, dopodiche glielo strappo letteralmente dalle mani. — Va bene, ora spegnete le luci — ordino. Allungo il collo per vedere lo schermo alle sue spalle e inizio a far scattare un’immagine dopo l’altra in rapida successione prima ancora che le luci della sala fossero state spente. — Queste sono alcune stelle che si trovano nelle vostre vicinanze — disse, lasciando le immagini sullo schermo per non piu di mezzo secondo ognuna.
— Questa prima serie riguarda la stella che voi chiamate Gamma Cefeo e i suoi due pianeti. Non e nulla di molto interessante; si tratta di cio che voi chiamate “nane brune”, di nessuna utilita per chicchessia. Stavamo allontanandoci dal sistema di Gamma Cefeo per dirigerci verso cio che voi chiamate Alfa Centauri quando abbiamo captato i vostri segnali radio e abbiamo deciso di passare da queste parti, circa 50 dei vostri anni fa. Queste immagini invece si riferiscono ad Alfa Centauri. Il sistema non possiede alcun pianeta pienamente formato di dimensioni degne di considerazione, ma solo una serie di oggetti simili a comete o asteroidi. Eccoli qui. Ma ora veniamo al vostro sistema solare… Perche mi interrompi, Boyle?
L’uomo dell’InterSec le aveva appoggiato una mano sul braccio. — Non credi che sarebbe il caso di procedere un po’ piu lentamente? — le domando con tono cortese.
— Per quale motivo? Tanto queste immagini sono gia state registrate nei vostri schedari, e al momento ho cose ben piu importanti di cui parlare. Questo e il vostro sole, e qui potete vedere alcuni dei vostri pianeti…
— Sandy sbatte le palpebre. Le immagini sostavano alternando a una velocita tale da non permettergli di recepirle, e naturalmente la gente che lo circondava stava iniziando a lamentarsi per questo. Ma Polly non vi fece assolutamente caso. — Terra, Venere, Mercurio, Giove, Saturno, Nettuno, Marte. L’aspetto interessante per voi, immagino, e che si tratta soprattutto di immagini prese dai poli, scattate da un punto a nord dell’eclittica nel corso del nostro ritorno da Gamma Cefeo e da sud nel corso del nostro viaggio verso Alfa Centauri. Naturalmente abbiamo molte altre fotografie in archivio, che metteremo a vostra disposizione in seguito. Ma adesso basta con questo argomento. Luci! — ordino con tono, perentorio. Mentre la sala tornava gradualmente a illuminarsi, Polly rivolse uno sguardo compiaciuto verso il pubblico che continuava a borbottare.
— E ora — disse-passero alla parte piu importante del mio discorso odierno. — Si interruppe rivolgendo lo sguardo verso un uomo seduto vicino a Sandy che aveva alzato una mano. — Desidera qualcosa? — gli domando.
— Volevo solo sapere se ci verra concessa la possibilita di porle qualche domanda — disse l’astronomo.
— Immagino di si, ma non prima che abbia terminato il mio discorso. Vi prego di prestare la massima attenzione a cio che vi diro ora. Il mio diretto superiore, ChinTekki-tho, mi ha ordinato di informarvi del fatto che dovrete iniziare a intraprendere la costruzione di un acceleratore elettromagnetico, cio che voi chiamate un “trampolino orbitale”, immediatamente. Abbiamo gia identificato due luoghi ottimali per la costruzione sulla superficie del vostro pianeta. Uno si trova sull’isola che chiamate Bora Bora, l’altro sulla cima di cio che chiamate il Monte Kilimanjaro, nel continente africano. I nostri specialisti stanno portando a termine i piani dettagliati per la costruzione, che vi verranno trasmessi entro breve tempo, e ci stiamo preparando per far scendere sulla Terra due squadre di specialisti, una per ogni trampolino, affinche possano soprintendere inizialmente alla costruzione e in seguito al funzionamento di suddetti apparecchi. Lo scopo principale dei trampolini sara quello di lanciare in orbita la quantita necessaria di materie prime per rifornire la nostra nave interstellare, ma ChinTekki-tho ha deciso di concedervi un favore speciale, e di conseguenza alcuni fra i primi lanci serviranno per inserire determinati oggetti a propulsione autonoma nell’orbita terrestre. Questi ultimi verranno indirizzati in modo tale da entrare in collisione con gli oggetti che sono gia in orbita attorno al vostro pianeta e che hanno maggiori probabilita di staccarsi dalle loro orbite nel prossimo futuro. In questo modo, sarete in grado di eliminarli a vostro piacimento facendoli cadere nei punti della superficie del pianeta in cui riterrete che potranno causare meno danni alla popolazione o alle installazioni umane. Cosi facendo — concluse con tono trionfante — abbiamo risolto per voi uno dei vostri problemi piu pressanti. Ora potete farmi alcune domande se lo desiderate, ma vi prego — rivolse lo sguardo verso il suo orologio da polso — non molte, perche e quasi l’ora del mio pasto di mezzogiorno.
Con grande sorpresa da parte di Sandy, non vi fu alcuna domanda immediata. Il pubblico rimase in silenzio. Anche Polly rimase piuttosto sorpresa, tanto che si mise subito a contorcersi tutta per l’irritazione. Dopo un po’, indico un uomo che si trovava qualche fila piu indietro rispetto a Sandy, in posizione centrale. — Domanda — ordino.
— Mi stavo semplicemente domandando per quale motivo non avete fotografato Urano e Plutone? — disse questi ad alta voce.
Polly emise uno sbuffo di delusione. — Perche non mi fate piuttosto qualche domanda sui punti piu importanti del mio discorso? Semplicemente, non abbiamo osservato ne Urano ne Plutone.
— Ma se vi siete persi Urano e Plutone — insistette l’astronomo — come potete essere sicuri di non aver perso qualche pianeta anche negli altri sistemi che avete visitato?
— Noi non ci “perdiamo” i pianeti — lo corresse Polly con tono glaciale. — Semplicemente, non ci interessiamo di oggetti che non risulterebbero di alcuna utilita per noi, soprattutto per via della grande distanza dal loro sole. Naturalmente, abbiamo molte altre fotografie in archivio. Nel corso di questo viaggio, noi hakh’hli abbiamo visitato oltre 65 sistemi solari, e naturalmente abbiamo anche a disposizione dati relativi ad altri viaggi compiuti da altre navi.
— E ne ricevete tutt’ora? — domando un altro astronomo del pubblico.
— Intende rapporti da altre navi hakh’hli? — domando a sua volta Polly. Ebbe un attimo di esitazione, poi rispose un po’ controvoglia. — No, attualmente non ne riceviamo.
— E riguardo ai pianeti del vostro sistema originario?
— Non abbiamo alcuna immagine da mostrarvi dei nostri pianeti. I nostri antenati li conoscevano molto bene, e di conseguenza non avevano bisogno di fotografie per ricordarseli.
— Potreste almeno identificare la vostra stella d’origine sui nostri cataloghi stellari? Avete detto che si trova a soli 850 anni luce di distanza, e se e luminosa come il nostro sole, dovrebbe trattarsi di un oggetto di quattordicesima o quindicesima magnitudine almeno, e sui nostri atlanti sono segnati tutti gli oggetti di quelle dimensioni.
Polly ebbe ancora un attimo di esitazione. — Penso che possa essere identificata — disse.