— Da lei stessa?

— Non necessariamente da me in persona — rispose controvoglia. — Non al momento, almeno.

— In pratica, vi siete persi, giusto?

— Non ci siamo affatto persi! Semplicemente, non siamo piu riusciti a stabilire un contatto con la nostra stella madre per via della grande distanza che ci separa. Come dovreste ben sapere anche voi, mandare un segnale e ricevere una risposta attraverso ottocento anni luce di spazio richiede un tempo pari a 1.600 dei vostri anni. Quando avremo portato a termine la nostra missione, lo comunicheremo ai nostri pianeti natii.

— Ma quale sarebbe, allora, esattamente la vostra missione?

Polly rimase in silenzio per qualche secondo, poi proruppe in un impeto di rabbia. — La nostra missione consiste nell’esplorare e apprendere! Possibile che non abbiate delle domande migliori da farmi?

— Possibile che voi non abbiate immagini migliori da proporci? — ribatte un altro astronomo. — Queste sono semplici fotografie ottiche! Non avete immagini in infrarosso, ultravioletto, raggi X o raggi gamma per accompagnarle?

— Una cosa del genere non rientra nelle nostre abitudini — rispose Polly con tono secco. A quanto pareva, stava iniziando ad arrabbiarsi sul serio. — Nessuno di voi ha intenzione di porre qualche domanda a proposito dei trampolini orbitali?

Segui una pausa, poi Hamilton Boyle si protese in avanti verso il microfono. — Io ne avrei una — disse. — A proposito di questi progetti di costruzione che ci consegnerete, volevo sapere se li avete mai usati per costruire un simile trampolino di lancio in passato.

— Io personalmente? Certo che no.

— Magari qualcuno sulla vostra nave?

— No, ultimamente no — ammise Polly.

— Allora come potete essere tanto sicuri del fatto che funzioneranno?

Polly gli rivolse uno sguardo glaciale, a meta fra lo sconcertato e l’infuriato. — Si tratta di progetti hakh’hli — spiego con rabbia. — Sono stati approvati dai Grandi Anziani! E naturale che funzioneranno. Non c’e nessuno che abbia qualche domanda ragionevole in proposito?

Quando fu evidente che non vi era nessuno che ne avesse, Polly si giro e si allontano con fare sdegnato, incamminandosi in tutta fretta verso il suo pasto pomeridiano e rifiutando seccamente l’offerta di accompagnamento di Hamilton Boyle. Mentre il pubblico si alzava in piedi per andarsene, Boyle si avvicino a Marguery e Sandy. — Avete progetti per pranzo? — domando con tono gioviale.

— Andiamo a esplorare New York — rispose Marguery per entrambi. — Probabilmente mangeremo solo un paio di panini per strada.

Boyle annui e rivolse a Sandy uno sguardo penetrante. — Temo che la tua amica non sia rimasta molto contenta di noi — disse.

Sandy decise di non menzionare il fatto che capitava assai raramente di vedere Polly contenta. — Credo che sia rimasta piuttosto sorpresa dal fatto che nessuno le abbia posto domande sull’offerta del trampolino magnetico.

— Oh? — commento Boyle sollevando le sopracciglia. — Si trattava di un’offerta? A me e sembrato piu che altro un ordine perentorio.

— Probabilmente e solo il suo modo di fare — disse Sandy.

Boyle annui. — E tu cosa ne pensi? Pensi che si tratti di una buona idea?

Sandy gli rivolse uno sguardo sorpreso. — Certo che e una buona idea. Altrimenti i Grandi Anziani non la avrebbero mai approvata. Avrete la possibilita di mettere in orbita migliaia di capsule, e con costi veramente molto bassi. Inoltre, avrete la possibilita di eliminare la maggior parte dei relitti che circolano attualmente nell’orbita terrestre. Non e forse una buona cosa questa? Non volete salvare le vostre citta da cio che stava per succedere a Perth oggi?

Boyle emise un sospiro. — Certo — rispose con calma. — In effetti, parrebbe un’ottima idea quella di far piombare giu i vari relitti in zone sicure affinche non colpiscano le aree abitate. Solo che ho dei forti dubbi rispetto al rovescio della medaglia.

— Non capisco — disse Sandy.

Boyle scrollo le spalle. — Be’ — spiego — se si puo far uscire un oggetto dalla sua orbita per far si che manchi una citta, non credi che sia almeno altrettanto facile fare in modo che ne colpisca una?

16

Il pianeta Terra ha ricevuto molte cose in eredita dal ventesimo secolo, e fra queste quattro in particolare che sono particolarmente durevoli; i radionucleidi, i gas atmosferici, le sostanze chimiche tossiche e la plastica. Fra queste quattro, la plastica e senz’altro la piu abbondante. Dieci miliardi di hamburger transitori sono stati digeriti ed espulsi da anni, ma si sono lasciati alle spalle altrettante scatolette di styrofoam. In genere le sostanze plastiche sono abbastanza leggere da galleggiare nell’acqua. Di conseguenza, quando le reti da pesca in nylon vengono perse o buttate fuoribordo dai pescherecci, rimangono nei mari e continuano ad ammazzare pesci a oltranza finche non si disfano del tutto, ovvero mai. Le lattine di Coca-Cola e le bottigliette di shampoo finiscono invariabilmente negli oceani e vanno a inquinare le spiagge di tutto il mondo. Le Montagne Rocciose possono anche sbriciolarsi, lo Stretto di Gibilterra puo anche crollare su se stesso, ma un contenitore di plastica non morira mai. Come i diamanti, anche la plastica e per sempre. Per alcuni membri del regno animale, questa puo anche essere una buona notizia. Le meduse, per esempio, traggono un certo beneficio da questa situazione. Gli animali che mangiano le meduse infatti possono benissimo scambiare un sacchetto di plastica per una di loro e morirne soffocati, e di conseguenza le meduse hanno maggiori possibilita di sopravvivere e prosperare. Cio nonostante, si tratta di una pessima notizia per le foche, gli uccelli pescatori, le tartarughe, i pesci… egli esseri umani.

Mentre attraversavano il larghissimo fiume Hudson in direzione della vecchia New York, Marguery fu stranamente silenziosa e distaccata. Sandy pero non vi fece quasi caso, poiche anche lui era profondamente immerso nei propri pensieri. Non stava pensando al mal di mare, anche se le onde causate dall’incontro della corrente del fiume con la marea li stavano facendo ballare parecchio, bensi a quanto aveva detto Hamilton Boyle.

— Vuoi un altro panino? — domando Marguery infilando una mano nel sacchetto che si era portata appresso.

In quel momento Sandy noto che aveva ancora in mano la maggior parte del primo panino. — No, non adesso. Marguery? Secondo te gli hakh’hli farebbero mai una cosa del genere?

— Far saltare per aria le nostre citta? Non lo so, Sandy. Tu che ne pensi?

— No! E assolutamente contrario ai loro principi, ne sono quasi certo.

Marguery annui. — Finisci il tuo panino — si limito a dire.

Una volta usciti dalle correnti dell’Hudson, il viaggio assunse il carattere della gita di piacere che avrebbe dovuto avere fin dall’inizio. Il piccolo motore a spinta inerziale ronzava gia da tempo in maniera rassicurante quando attraccarono su cio che Marguery defini coma “la 34esima strada ovest”.

Non vi era un vero e proprio attracco, poiche cio che una volta era la strada si trovava ora sott’acqua. Vi erano edifici ovunque che agivano da barriera nei confronti delle onde e delle correnti, e di conseguenza le acque erano perfettamente calme. Talmente calme che, in certi punti, Sandy riusciva addirittura a vedere il fondo se si sporgeva dal bordo della barca, con tutte le strade, le automobili, i camion abbandonati e i grossi veicoli che Marguery chiamava “autobus”.

Fermarono la barca fra due edifici particolarmente alti, quindi scesero e la trascinarono oltre il segno dell’alta marea. Sul marciapiede vi erano una serie di frammenti di plastica colorata portati a riva dalle onde. Quando Marguery spiego che si trattava di rifiuti abbandonati dai vecchi tempi, Sandy rivolse uno sguardo disgustato verso l’acqua. — Voi quindi nuotate nei rifiuti? — domando.

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