giro o meno. Poi, quando capi che non era cosi, scoppio a ridere sguaiatamente.
— Caro ragazzo — disse con tono affettuoso — quando mi senti muggire come una mucca, e come se stessi dicendo “sissignore, e stato favoloso”. Solo che la prossima volta faresti meglio a stare un po’ piu attento a non stringermi cosi forte. — Detto questo, si giro per guardarsi la spalla in cerca di eventuali lividi.
Nell’enfasi del momento, Sandy si era evidentemente dimenticato della differenza di forza e di stazza fisica che vi era fra lui e la media degli abitanti della Terra. Effettivamente, sulle spalle e sulle braccia di Marguery vi erano diversi lividi. Ed era tutta colpa sua! — Mi dispiace — disse.
— Sandy, ti prego, smettila. — Marguery si alzo in piedi, barcollando leggermente, e allungo una mano per prendere un asciugamano. — Passami la bombola — ordino.
Sandy la prese, e si rese conto che non emetteva piu alcun sibilo. Marguery gliela tolse dalle mani, diede un’occhiata all’indicatore e la scosse con espressione contrariata. Trovo subito l’altra bombola, da cui usciva ancora aria.
Chiuse la valvola con un sorriso. — Probabilmente abbiamo fatto bene a lasciarle aperte — disse con filosofia. — Credo che abbiamo consumato un bel po’ di ossigeno. Comunque sia, posso trattenere il fiato quanto basta per uscire di qui.
— Trattenere il fiato? — chiese Sandy preoccupato.
— L’ho gia fatto altre volte — disse Marguery. Poi torno a sedersi, fissando Sandy negli occhi. — Anche se e stato molto bello — sussurro — non era per questo che ti ho portato qui. Volevo parlarti.
Sandy la fisso a sua volta. Nella luce soffusa la macchia sul viso di Marguery sembrava essere diventata piu grande ed evidente. — Ma se non abbiamo fatto altro che parlare per giorni e giorni… — obietto.
Marguery scosse il capo. — Certo, abbiamo parlato parecchio — disse con tono sconsolato — solo che ogni singola parola che ci siamo detti e stata registrata dall’InterSec. In tutti i luoghi in cui siamo stati. In qualsiasi momento, a prescindere da cio che stavamo facendo. Ebbene, e proprio per questo che ci tenevo a parlare con te in privato, senza nessuno che ci ascolti. Tanto piu che ci sono delle cose che non sarei nemmeno autorizzata a riferirti.
Allarmato da questa rivelazione, Sandy apri la bocca per dire qualcosa, ma Marguery lo blocco appoggiandogli un dito sulle labbra. — Mi hanno gia rimproverata per averti riferito che avevamo individuato la vostra nave fin dall’inizio — aggiunse — e non ti ho nemmeno raccontato tutto in proposito.
Sandy continuo a fissarla. Marguery continuo, un po’ paonazza in volto ma evidentemente determinata. — Non appena i primi osservatori hanno rilevato le emissioni gamma dei motori della vostra nave, tutti quanti si sono messi subito a controllare le loro vecchie fotografie del cielo e sono riusciti a stimare che vi trovavate, non so, a circa 300 U.A. (unita astronomiche) di distanza. Si sono resi conto immediatamente del fatto che non poteva essere altro che una nave. A quel punto hanno iniziato ad analizzare lo spettro dei residui di carburante. Sappiamo perfettamente con che tipo di carburante viene alimentata la nave hakh’hli; si tratta di cio che gli scienziati chiamano “materia anomala”. Sapevamo questo, conoscevamo la massa della nave, le sue dimensioni esatte e tutto il resto. Inoltre, eravamo anche pronti a ricevere il modulo di atterraggio, non appena avesse toccato terra. Se abbiamo impiegato dieci ore invece di mezz’ora per arrivarci, e stato solo per via della tempesta.
La sensazione di esuberanza post-amplesso stava dissipandosi rapidamente. — Non ci avete detto tutto questo.
— No. Non ve l’abbiamo detto. Abbiamo deciso di tenervi sotto osservazione. Sei sempre stato osservato e registrato, Sandy, fin dal momento in cui sei arrivato alla fattoria.
— Ma io credevo di
— Maledizione, Sandy, possibile che tu non ti renda conto che mi piaci veramente? Credi forse che farei l’amore con una persona che non mi piacesse? Non sono mica una specie di Mata Hari, sai?
— Mata…
— Oh, lascia perdere — disse Marguery con impazienza. — Cerchiamo di essere seri. Lascia che ti faccia una domanda. Hai riferito a Polly qualcosa a proposito di quanto ti ho detto?
— Vuoi dire come il motivo per il quale non mi ricordo niente di Alfa Centauri? — Sandy assunse un’espressione sconcertata e risentita allo stesso tempo, ma alla fine rispose. — Si, l’ho detto a Polly. Lei mi ha detto di parlarne con ChinTekki-tho, ma io non l’ho fatto.
— Ah — Marguery assunse un’espressione compiaciuta. — E perche non l’hai fatto?
Quella magnifica sensazione di poco prima si era ormai del tutto dissipata, e Sandy reagi con stizza. — Devo per forza avere un motivo per non averlo fatto? Non l’ho fatto e basta.
Marguery annui, gratificata. — Sono contenta che tu non lo abbia fatto, Sandy.
— Se non volevi che glielo dicessi, perche non me l’hai chiesto fin dall’inizio? — domando Sandy.
— Volevo vedere come ti saresti comportato tu, autonomamente. Perche… — Ebbe un attimo di esitazione e cambio posizione con fare nervoso sul divano. — Perche c’e anche un’altra cosa di cui vorrei parlarti — aggiunse infine con evidente riluttanza.
Sandy la guardo con espressione preoccupata. Per quel che ne sapeva lui del sesso fra esseri umani, Marguery in quel momento avrebbe dovuto sentirsi perfettamente rilassata e a suo agio. Invece, sembrava nervosa e a disagio. — Sei sicura di stare bene? — le domando.
— Certo che sto bene! Perche mai non dovrei stare bene? E solo che… — Sorrise. — Forse e solo per via del fatto che tu sei un po’ piu forte di quanto non mi aspettassi… Non so se mi capisci…
Sandy lo accetto come un complimento e si permise addirittura di pavoneggiarsi per un istante, ma anche quella gradevole sensazione scemo rapidamente. — Veramente — disse dispiaciuto — non c’era bisogno che ci spiaste. Bastava che domandaste…
— Abbiamo domandato, Sandy. Stiamo ancora domandando. Io stessa sto ancora domandando. Ma se ci fosse qualche domanda alla quale gli hakh’hli non hanno intenzione di rispondere?
Sandy scrollo le spalle. Marguery continuo, pero con tono piu pacato, come se volesse essere perdonata. — Cosi, abbiamo preso le nostre normali precauzioni. Abbiamo messo microfoni nelle vostre stanze, ovunque vi trovaste. Abbiamo registrato ogni vostra parola. Abbiamo persino ascoltato le trasmissioni fra il modulo di atterraggio e la nave madre…
Sandy assunse un’espressione esterrefatta. — Non credevo che poteste fare una cosa del genere…
— In effetti, non e stato per niente facile. Gli hakh’hli utilizzano una frequenza veramente stretta, tanto che non riusciamo a captare nulla a piu di un chilometro di distanza dal modulo di atterraggio. Questo pero non e un problema, dato che abbiamo una stazione ricevente proprio li vicino. E per sicurezza abbiamo anche un aereo che sorvola ad alta quota per captare meglio le risposte trasmesse dalla navetta.
— Ma i messaggi sono in hakh’hli!
— Vero — ammise lei con tono torvo. — Questo rende le cose ancor piu difficili. Siamo riusciti a cogliere qualche parola da te, e abbiamo un sacco di esperti di linguistica che ci lavorano sopra facendo analisi e correlazioni. Non riusciamo a capire proprio tutto, ma quanto basta per indurci a essere piuttosto preoccupati. — Lo scruto con attenzione. — Dobbiamo farlo, capisci? Non credi che gli hakh’hli avrebbero fatto esattamente la stessa cosa?
Sandy penso alle centinaia di hakh’hli che non avevano fatto altro per mezzo secolo almeno, che non si erano occupati di altro per tutto quel tempo se non di analizzare con attenzione ogni dato captato dalle trasmissioni terrestri, tentando di comprendere a fondo e di penetrare in ogni parte nascosta delle attivita umane.
— Be’, puo darsi — disse con riluttanza. — Ma non ha alcuna importanza. Comunque sia, non scoprirete nulla di male.
— Tu credi? — domando Marguery facendosi improvvisamente piu triste.
Sandy trasali, colpito dal tono di quell’ultima domanda. — Che cosa stai cercando di dirmi? — domando.
— Iniziamo da tua madre — disse Marguery cupa. — Quella foto che hai prestato a Ham Boyle.
— Ebbene?
— Be’… — Esito. — Tu ti ricordi qualcosa di tua madre?
— No. Te l’ho gia detto. E morta nel momento in cui sono nato.
— Eppure hai una sua foto. Ebbene, Ham l’ha fatta trasmettere alla televisione per vedere se qualcuno la riconosceva. Hanno chiamato un sacco di persone, sai? Solo che non l’hanno riconosciuta come un’astronauta, ma come un’attrice di cinema del ventesimo secolo. Si chiamava Marilyn Monroe.