sterili, eh? Non ti ricorda nulla?

Sandy si produsse in una smorfia. — Che cosa stai dicendo? — domando serio. Ma Marguery non lo stava nemmeno ascoltando. Stava parlando. O almeno era convinta di parlare, poiche le sue labbra si muovevano e ne scaturiva un debole sussurro. Cio nonostante, anche avvicinando l’orecchio buono a meno di un centimetro dalle sua labbra, Sandy non riusciva a discernere una sola parola coerente.

Sandy conosceva il significato della parola “delirio”. Era quello che succedeva alle persone che giacevano nei letti di ospedale mentre il poliziotto li pregava di riferirgli il nome del loro assalitore. Solo che non sapeva esattamente come bisognava comportarsi durante casi simili.

Di sicuro, Marguery andava portata al piu presto da un medico, o in un ospedale. Ma come?

Non vi era telefono in quella stanza. Non vi era una porta o un passaggio che conducesse in superficie. E non vi era alcuna speranza che Marguery potesse condurli attraverso il passaggio subacqueo dal quale erano entrati… anche nel caso che avessero avuto ancora entrambe le bombole di ossigeno.

E ne avevano una sola.

Quando Sandy la tocco nuovamente, scopri che Marguery aveva la pelle caldissima e che respirava con grande fatica. Come se non bastasse, uno dei suoi occhi si era aperto a meta. Solo che la pupilla rimaneva sotto la palpebra e si vedeva solo il bianco degli occhi, e di conseguenza sembrava come se fosse… come se fosse… L’unica parola che Sandy riusci a trovare per descriverla era “morta”. E se non fosse stato per il fatto che Marguery continuava, per quanto a fatica, a respirare, Sandy avrebbe potuto anche credere che fosse proprio cosi.

Doveva assolutamente portarla fuori di li al piu presto!

Non vi erano dubbi in proposito. Marguery aveva bisogno di assistenza medica, e Sandy non era in grado di fornirgliela da solo.

Ma che cosa poteva fare con una sola bombola di ossigeno? Per non parlare del fatto che non sapeva nemmeno nuotare.

Era un’impresa impossibile. D’altra parte, doveva assolutamente farcela. Cosi, con gesti decisi, Sandy infilo la maschera sul volto della donna in stato di incoscienza e vi attacco come meglio poteva il tubo dell’unica bombola piena rimasta. A quel punto chiuse gli occhi, tentando di visualizzare nella sua mente il percorso che avevano seguito per entrare. Giu per la scala a chiocciola. Poi attraverso il salone della banca con tutti gli sportelli fino alla porta girevole, e infine su fino alla superficie.

All’andata, non ci avevano impiegato piu di cinque o dieci minuti. Solo che Marguery aveva fatto strada, e lei sapeva esattamente cosa fare e dove andare. Di conseguenza, lui avrebbe potuto impiegare anche fino a 15 minuti per uscire. Bene. Sandy sapeva di essere in grado di trattenere il fiato per circa tre minuti. Due e mezzo, per essere sicuri. Questo significava che avrebbe dovuto riempire i suoi polmoni di ossigeno almeno una mezza dozzina di volte nel corso del viaggio. Ce l’avrebbe fatta?

L’unico modo per scoprirlo era provandoci. Trattenendo il fiato, infilo una mano sotto la maschera che ricopriva il volto esangue di Marguery e la sfilo. Copri la bocca e il naso di Marguery con la sua grande mano mentre buttava fuori tutta l’aria che poteva, quindi si copri il volto con la maschera tenuta dall’altra mano e inspiro profondamente fino a riempirsi nuovamente i polmoni. Quindi, sistemo nuovamente la maschera sul volto di Marguery.

Si accovaccio a terra, scoraggiato. Non era affatto sicuro che sarebbe riuscito a impedire all’acqua salata di entrare nella bocca e nel naso di Marguery, ma questo era il meno. La cosa peggiore era che l’intero processo dello scambio di maschere era decisamente troppo lungo. In piu, non poteva certo resistere cosi a lungo respirando solo una volta ogni due minuti e mezzo. Infine, avrebbe avuto bisogno di almeno quattro mani per portare a termine con successo una simile operazione; una serviva per tenere tappati la bocca e il naso di Marguery, una per premere la maschera contro il proprio volto, una per tenersi aggrappato a qualcosa e un’altra per trascinarsi dietro la stessa Marguery.

Era assolutamente impossibile. Non poteva funzionare. A meno che non avessero avuto due bombole…

Sandy emise improvvisamente un ruggito di sorpresa e soddisfazione, tanto che la donna in stato di incoscienza emise un gemito e si giro su se stessa. Le avevano eccome due bombole! L’unico problema era che una delle due era vuota.

Quando Sandy riusci finalmente a scoprire come fare per trasferire l’aria da una bombola all’altra, Marguery aveva smesso di gemere da un pezzo. Sembrava che stesse dormendo e non sembrava avere nessuna intenzione di risvegliarsi, nemmeno quando Sandy le diede uno scossone prendendola per le spalle.

Sandy le infilo la bombola sulle spalle, si fisso la maschera sul volto e inizio la lunga camminata subacquea. Seguendo a ritroso i loro passi, si trascino faticosamente giu per la scala a chiocciola reggendo Marguery con un braccio. Quando giunse finalmente al piano sottostante, vide la luce del sole che filtrava attraverso la porta d’ingresso.

Tre minuti piu tardi si trovava in superficie, agitando le braccia e gridando in maniera frenetica per farsi notare da un gruppo di persone che lo fissavano sorpresi da una barca di passaggio.

19

Il corpo degli esseri umani, essendo costantemente esposto all’attacco di ogni tipo di organismi dannosi provenienti dallo stesso ambiente in cui vive, ha sviluppato dei sistemi di autodifesa molto complessi ed efficaci. In caso di attacco esterno, gli anticorpi entrano immediatamente in azione. Le ghiandole secernono sostanze profilattiche che invadono immediatamente il sistema. Il corpo, in pratica, si mobilita per difendersi dall’attacco esterno. Si tratta di un sistema di difesa che funziona ottimamente, ed e proprio per questo che la vita e riuscita a sopravvivere sulla Terra per oltre quattro miliardi di anni. Tuttavia, alle volte la stessa mobilitazione dei sistemi di difesa naturali puo causare febbri, pruriti, starnuti, la formazione di brufoli o macchie sulla pelle, o puo addirittura far insorgere sincopi vere e proprie. In alcuni casi, puo addirittura causare la morte. La sindrome che segue a simili attacchi si chiama “reazione allergica” e a volte puo anche risultare piu grave dell’attacco originale che l’ha causata.

Quando uno dei medici dell’elicottero di soccorso trovo un po’ di tempo per spiegare tutto cio a Sandy, questi capi… piu o meno. Capi soprattutto che si trattava di una cosa seria. I medici infatti sembravano molto indaffarati. Quando, dopo circa dieci minuti di volo, l’elicottero giunse a Hudson City e si poso su un tetto contrassegnato con una croce rossa, Marguery era tutta avvolta in una serie di coperte, aveva un tubo nel naso, un altro tubo con un ago infilato in una vena del braccio e una maschera che le copriva quasi completamente il volto.

Non parlava piu, nemmeno in modo incoerente. Era in stato di incoscienza. Dopo quelle brevi parole di spiegazione iniziali, anche i medici dell’elicottero avevano smesso di parlare. O perlomeno avevano smesso di parlare con Lisandro Washington. Nessuno piu lo degno di uno sguardo, non finche ebbero infilato la lettiga sulla quale si trovava Marguery in un ascensore. A quel punto fecero entrare Sandy in un altro ascensore e gli dissero di aspettare nella sala d’attesa del pronto soccorso. Anche li pero nessuno lo degno di particolare attenzione, eccetto le altre persone che si trovavano in sala d’attesa con lui; persone con stampelle, o mezze addormentate, alcune con bambini piccoli fra le braccia, altre che passeggiavano nervosamente avanti e indietro in attesa delle prognosi dei loro amici o parenti che si trovavano all’interno.

I sedili disponibili erano composti da esili tubi d’alluminio e stoffa cucita, e Sandy decise di non metterli alla prova con il suo peso. Tanto si sarebbe unito in ogni caso ai vari passeggiatori; l’intera faccenda era un vero e proprio mistero per lui, e non riusciva a togliersi dalla testa l’impressione che in qualche modo (anche se non aveva assolutamente idea di quale modo) fosse tutto colpa sua.

E nessuno gli diceva nulla.

Una ragazzina in pantaloncini corti e scarpe da tennis lo stava fissando da un po’, distratta dal telefilm trasmesso sullo schermo televisivo della sala d’attesa. Aveva in mano un sacchettino di pop-corn preso dalla macchina automatica, ma non lo stava mangiando, poiche aveva il pollice infilato in bocca. Lo tiro fuori giusto il tempo che bastava per chiedere: — Signore, lei e l’uomo venuto dallo spazio?

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