«Cucine? Come puoi dire una cosa simile? La maggior parte della gente sulla Terra soffre la fame. Continuiamo a inviare sulla Terra dei carichi di prodotti alimentari.»

«Una parte della gente ha fame. Non e un fenomeno universale.»

«Be’, comunque non pretenderai che Marlene viva in una situazione del genere, eh?»

«Miliardi di bambini lo fanno.»

«E la mia bambina non sara una di loro» ribatte Eugenia rabbiosa.

Tutte le sue speranze erano riposte in Marlene, adesso. Aveva quasi dieci mesi, aveva due dentini sopra, due sotto, si muoveva strascicando i piedi, aggrappandosi alle sbarre del suo box, e guardava il mondo con quegli occhi intelligenti e colmi di meraviglia.

Fisher era ancora molto affezionato alla bambina; piu affezionato che mai, anzi. Quando non la coccolava, rimaneva a fissarla e parlava ammirato dei suoi splendidi occhi. Metteva in rilievo l’unica cosa bella che Marlene possedesse, e sembrava che per lui bastasse a compensare tutte le altre cose che le mancavano.

Sicuramente, Fisher sarebbe rimasto su Rotor, pur di non separarsi da Marlene. Se avesse dovuto scegliere tra la Terra ed Eugenia, la donna che aveva amato e sposato, forse avrebbe scelto la Terra… Eugenia aveva questo timore. Ma sicuramente Marlene lo avrebbe bloccato.

Sicuramente?

IX

Il giorno successivo alla votazione, quando Eugenia Insigna lo vide, Fisher era pallido di rabbia. «Una votazione truccata» sbotto, la voce strozzata.

«Shhh! Sveglierai la bambina.»

E per un attimo, lui fece una smorfia e trattenne il respiro.

Eugenia si rilasso leggermente. «E chiaro che la gente vuole partire» disse piano.

«Hai votato a favore, tu

Lei riflette. Inutile cercare di calmarlo con una menzogna. Eugenia aveva manifestato la propria opinione in modo esplicito. «Si.»

«Te l’ha ordinato Pitt, immagino.»

Eugenia rimase sorpresa. «No! Sono in grado di decidere da sola.»

«Ma tu e lui…» Crile lascio la frase in sospeso.

Lei si senti avvampare all’improvviso. «Cosa vorresti insinuare?» chiese, arrabbiandosi a sua volta. Intendeva accusarla di infedelta?

«Quel… quel politicante. Punta alla carica di Commissario, a qualsiasi costo. Lo sanno tutti. E tu vuoi fare carriera insieme a lui. Con la lealta politica arriverai in alto anche tu, vero?»

«Arrivero, dove? Non voglio arrivare in nessun posto. Mi occupo di astronomia, io, non di politica.»

«Sei stata promossa, no? Hai scavalcato gente piu anziana e piu esperta di te.»

«Lavorando sodo, voglio sperare.» (Come poteva difendersi, adesso, senza dirgli la verita?)

«Oh, certo, ti fa comodo pensare che sia cosi. Ma e stato grazie a Pitt.»

Eugenia respiro a fondo. «A che cosa serve questa discussione?»

«Ascolta!» La voce di Crile era bassa; non l’aveva piu alzata da quando lei gli aveva ricordato che Marlene dormiva. «Non posso credere che un’intera Colonia di gente abbia intenzione di affrontare i rischi di un viaggio con l’iperassistenza. Cosa succedera? Chi ti dice che funzionera? Potremmo morire tutti.»

«La Sonda Remota ha funzionato benissimo.»

«C’erano degli esseri viventi a bordo della Sonda Remota? Se non c’erano, come fai a sapere in che modo reagiranno degli esseri viventi all’iperassistenza? Cosa sai dell’iperassistenza?»

«Nulla.»

«Come mai? Lavori nel laboratorio. Non nelle fattorie, come me.»

'E invidioso' penso Eugenia. «Quando parli del laboratorio, sembra che ti riferisca a un’unica stanza in cui siamo ammassati tutti quanti. Te l’ho detto. Sono un’astronoma, non so nulla dell’iperassistenza.»

«Cioe, Pitt non te ne parla mai?»

«Dell’iperassistenza? Nemmeno lui sa nulla.»

«Nessuno sa nulla, insomma?»

«Non ho detto questo, figuriamoci. Gli esperti iperspaziali sanno. Via, Crile. Quelli che devono essere informati, sanno. Gli altri, no.»

«Dunque, e un segreto per tutti, tranne che per pochi addetti ai lavori.»

«Esattamente.»

«Quindi non sai se l’iperassistenza sia un sistema sicuro. Solo gli esperti iperspaziali lo sanno. E come fanno a saperlo, secondo te?»

«Hanno fatto degli esperimenti, suppongo.»

«Supponi.»

«E una supposizione ragionevole. Loro garantiscono che e un sistema sicuro.»

«E non mentono mai, immagino.»

«Verranno anche loro. E poi, senza dubbio hanno fatto degli esperimenti.»

Crile la fisso socchiudendo gli occhi. «Adesso sei sicura. La Sonda Remota era il tuo progetto, la cosa a cui tenevi di piu. C’erano delle forme di vita a bordo?»

«Non mi sono occupata degli aspetti pratici, solo dei dati astronomici raccolti.»

«Non stai rispondendo alla mia domanda sulle forme di vita.»

Eugenia perse la pazienza. «Senti, sono stanca di questo interrogatorio, e la bambina comincia ad agitarsi. Anch’io avrei un paio di domande da fare. Che intenzioni hai, tu? Vieni con noi?»

«Non sono obbligato a farlo. Stando ai termini della votazione, chi e contrario alla partenza non e obbligato a partire.»

«Lo so che non sei obbligato a farlo, ma verrai? Non vuoi spezzare la famiglia, eh?»

Eugenia cerco di sorridere mentre lo diceva, ma non era molto convinta.

Lentamente, un po’ torvo, Crile Fisher rispose: «Non voglio neppure abbandonare il Sistema Solare».

«Preferiresti abbandonare me? E Marlene?»

«Perche dovrei abbandonare Marlene? Anche se tu vuoi rischiare la vita in questa impresa pazzesca, devi proprio coinvolgere la bambina?»

«Se io parto, Marlene parte. Mettitelo bene in testa, Crile» replico asciutta Eugenia. «Dove la porteresti, tu? Su qualche insediamento asteroidale finito a meta?»

«Certo che no. Sono un terrestre, e posso tornare sulla Terra, se voglio.»

«Tornare su un pianeta morente? Fantastico!»

«Gli rimangono ancora alcuni anni di vita, te lo assicuro.»

«Allora perche l’hai lasciato?»

«Credevo di migliorare la mia condizione. Non immaginavo che venire su Rotor significasse prendere un biglietto di sola andata per il nulla.»

«Non per il nulla» esplose Eugenia, superando il limite di sopportazione. «Se sapessi dove siamo diretti, non saresti cosi ansioso di tornare indietro.»

«Perche? Dov’e diretto, Rotor?»

«Verso le stelle.»

«Verso l’oblio.»

Si fissarono, e Marlene aprendo gli occhi emise un lieve piagnucolio e annuncio che era sveglia. Fisher guardo la bambina e, addolcendo il tono, disse: «Eugenia, non dobbiamo separarci. Io non voglio affatto lasciare Marlene. E nemmeno te. Vieni con me».

«Sulla Terra?»

«Si. Perche no? Ho degli amici la. Anche adesso. Essendo mia moglie e mia figlia, non avrete problemi di ingresso. La Terra non si preoccupa eccessivamente dell’equilibrio ecologico. Saremo su un pianeta gigantesco, non su una bollicina puzzolente persa nello spazio.»

«Solo su una bolla gigantesca puzzolentissima. No, mai.»

«Lasciami prendere Marlene, allora. Se per te vale la pena di rischiare perche sei un’astronoma e vuoi studiare l’universo, affari tuoi, ma la bambina dovrebbe rimanere nel Sistema Solare, al sicuro.»

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