Piu tardi, quello stesso giorno, dato che si trattava di una questione urgente, Crile Fisher si ritrovo nella sede del Dipartimento Informazioni Terrestre, noto ai suoi dipendenti semplicemente come l’Ufficio.
Kattimoro Tanayama, che dirigeva l’Ufficio da oltre trent’anni, era ormai piuttosto anziano. Le sue olografie ufficiali (non ne circolavano molte) erano state registrate anni addietro, quando Tanayama aveva ancora i capelli lisci e neri, il corpo dritto, l’espressione energica.
Ora aveva i capelli grigi, e il suo corpo (che non era mai stato alto) era
leggermente curvo e aveva un aspetto fragile. Forse si stava avvicinando il momento di pensare seriamente alla pensione, ma i tipi come lui di solito erano decisi a morire sulla breccia, riflette Fisher. I suoi occhi, tra le palpebre socchiuse, erano acuti e penetranti come sempre.
Fisher stentava un po’ a capirlo. L’inglese, nei limiti del possibile, era una lingua universale sulla Terra, ma esistevano diversi tipi di inglese, e quello di Tanayama non era l’inglese nordamericano a cui Fisher era abituato.
«Be’, Fisher, hai deluso le nostre aspettative su Rotor» disse gelido Tanayama.
Inutile controbattere, soprattutto trattandosi di Tanayama, riflette Fisher.
«Si, Direttore» disse con voce inespressiva.
«Tuttavia, puo darsi che tu abbia ugualmente delle informazioni per noi.»
Fisher sospiro tra se. «Sono stato interrogato ripetutamente.»
«Si, mi e stato riferito. Comunque, non ti hanno chiesto tutto, e io ho una domanda alla quale
«Si, Direttore?»
«Durante la tua permanenza su Rotor, hai avuto l’impressione che le autorita rotoriane odiassero la Terra?»
Fisher inarco le sopracciglia. «Odiare? Ho notato che gli abitanti di Rotor, come tutti i Coloni credo, guardavano la Terra con un’aria di superiorita, la disprezzavano, ritenendola decadente, brutale, violenta. Questo si, era chiaro. Ma odiare? Francamente, penso che non ci considerassero abbastanza per odiarci.»
«Parlo delle autorita, dei capi, non della massa.»
«Anch’io, Direttore. No, niente odio.»
«Eppure non si puo spiegare in nessun altro modo.»
«Spiegare, cosa, Direttore? Se e una domanda lecita?»
Tanayama alzo lo sguardo di scatto e lo fisso (di fronte a una personalita cosi forte era raro accorgersi della sua statura esigua). «Sai che questa nuova stella sta avanzando nella
Sorpreso, Fisher si giro un attimo verso Wyler, ma questi sedeva in disparte, immerso nella penombra, lontano dal sole che filtrava dalla finestra, e apparentemente non stava guardando nulla.
Tanayama, in piedi, disse: «Be’, siediti, Fisher, se questo puo aiutarti a pensare. Mi siedero anch’io». E si accomodo sul bordo della scrivania, lasciando penzolare le gambe corte.
«Eri al corrente del movimento della stella?»
«No, Direttore. Non sapevo nemmeno che esistesse, quella stella, finche l’agente Wyler non mi ha informato.»
«Davvero? Sicuramente, su Rotor sapevano.»
«Se ne erano al corrente, nessuno mi ha detto nulla.»
«Tua moglie era eccitata, felice, nell’ultimo periodo, prima che Rotor partisse. E quanto hai detto all’agente Wyler. Per quale motivo era eccitata?»
«Forse perche aveva scoperto la stella, secondo l’agente Wyler.»
«E forse sapeva del movimento della stella, e l’idea di quel che sarebbe successo a noi la riempiva di gioia.»
«Non vedo perche quest’idea avrebbe dovuto riempirla di gioia, Direttore. E poi, non e detto che fosse al corrente del movimento della stella, o addirittura della sua esistenza. Che io sappia, su Rotor nessuno lo sapeva.»
Tanayama lo guardo pensoso, strofinandosi leggermente un lato del mento, quasi avesse un lieve prurito.
«Gli abitanti di Rotor erano tutti euro, vero?» chiese.
Fisher spalanco gli occhi. Era da parecchio tempo che non sentiva quella volgarita… e non l’aveva mai sentita da un funzionario governativo. Ricordo il commento di Wyler poco dopo il suo rientro sulla Terra, quando Wyler riferendosi a Rotor aveva usato il termine «Biancaneve». Gli era parsa soltanto una battuta ironica bonaria, e non ci aveva piu pensato.
Disse risentito: «Non so, Direttore. Non li ho studiati tutti. Non so quali possano essere le loro origini».
«Via, Fisher. Non e necessario studiarli. Giudica in base al loro aspetto. Durante la tua permanenza su Rotor, hai incontrato qualche faccia afro, o mongo, o indo? Una carnagione scura? Una piega epicantica?»
Fisher esplose. «Direttore, il suo e un atteggiamento da ventesimo secolo.» (Se avesse conosciuto un’espressione piu forte per esporre il concetto, l’avrebbe usata.) «Io non do alcun peso a queste cose, e tutti sulla Terra dovrebbero fare altrettanto. Mi sorprende che lei non lo faccia, e, se si sapesse, non penso che gioverebbe alla sua posizione.»
«Lasciamo perdere le favole, agente Fisher» disse il Direttore, agitando un dito nodoso. «Io sto parlando della realta. Lo so che sulla Terra ignoriamo le differenze tra noi, almeno esteriormente.»
«Solo esteriormente?»
«Solo esteriormente» ripete Tanayama con voce asciutta. «Quando si trasferiscono sulle Colonie, i terrestri formano dei gruppi distinti basandosi proprio sulle loro diversita. Se ignorassero queste diversita, non lo farebbero, no? Su qualsiasi Colonia, sono tutti uguali… o se c’e qualche mescolanza, quelli in inferiorita numerica si sentono a disagio, o subiscono un trattamento discriminatorio, e si spostano su un’altra Colonia in maniera tale da non essere piu numericamente inferiori. E cosi?»
Fisher comprese di non poter negare questa affermazione. Si, in effetti la situazione era quella, e lui, in qualche modo, l’aveva accettata senza trovare nulla da eccepire. «E la natura umana» disse. «I simili si uniscono ai propri simili. Cosi si crea un… un ambiente omogeneo.»
«La natura umana, certo. I simili si uniscono ai propri simili, perche odiano e disprezzano i diversi.»
«Ci sono anche Colonie mo… mongo.» Fisher pronuncio l’ultima parola balbettando, e si rese conto che avrebbe potuto offendere mortalmente il Direttore… Offendere Tanayama era facile, e pericoloso.
Tanayama non batte ciglio. «Lo so benissimo. Ma sono gli euro quelli che hanno dominato piu recentemente il pianeta, e non possono dimenticarlo, vero?»
«Forse nemmeno gli altri possono dimenticarlo, e hanno piu motivi di odiare.»
«Ma e stato Rotor a partire, a fuggire dal Sistema Solare.»
«Perche, guarda caso, sono stati loro a scoprire l’iperassistenza.»
«E hanno raggiunto una stella vicina di cui solo loro conoscevano l’esistenza, una stella che sta dirigendosi verso il nostro Sistema Solare e che potrebbe passare abbastanza vicino da sconvolgerlo.»
«Non e detto che lo sappiano, anzi forse non sanno nemmeno che questa stella esiste.»
«Certo che lo sanno.» La voce di Tanayama era quasi un ringhio. «E sono partiti senza avvisarci.»
«Direttore, con rispetto parlando… questo e illogico. Se la stella, avvicinandosi, sconvolgera il Sistema Solare, anche il sistema della stella sara sconvolto… quindi, perche dovrebbero stabilirsi la?»
«Possono mettersi in salvo facilmente, anche se costruiranno altri insediamenti. Noi dovremo evacuare un mondo intero, con otto miliardi di individui… un’impresa molto piu difficile.»
«Quanto tempo abbiamo?»
Tanayama si strinse nelle spalle. «Alcune migliaia di anni, dicono.»
«E parecchio tempo. Forse gli e sembrato superfluo avvertirci. Quando la stella si fosse avvicinata, l’avremmo scoperta comunque.»
«Perdendo tempo prezioso per l’evacuazione. Loro hanno scoperto la stella casualmente. Noi non l’avremmo scoperta per un pezzo se non fosse stato per quell’osservazione imprudente di tua moglie, e se tu non ci avessi suggerito di esaminare bene la parte di cielo che non compariva nei loro dati… un buon suggerimento. Rotor voleva