non abbiamo trovato la minima traccia di Rotor? Su, Crile, adesso non abbatterti… La mancanza di radiazioni neuroniche nelle vicinanze della stella non dimostrerebbe nulla, non significherebbe necessariamente la morte di Rotor.»
«Ah, no? E cosa significherebbe?»
«Be’, puo darsi che i rotoriani non siano stati soddisfatti della stella e abbiano deciso di proseguire… o che si siano fermati solamente per estrarre dagli asteroidi dei minerali di cui avevano bisogno, del materiale da costruzione, o per rinnovare i loro motori a microfusione.»
«In questo caso, come faremo a trovarli?»
«Sono partiti da quasi quattordici anni. Con l’iperassistenza, possono viaggiare solo alla velocita della luce. Se hanno raggiunto qualche stella e si sono insediati nelle sue vicinanze, la stella deve trovarsi entro un raggio di quattordici anni luce dalla Terra. Non sono molte le stelle comprese in questa distanza. Con la velocita ultraluce, possiamo raggiungerle tutte. Coi rivelatori neuronici, possiamo stabilire in breve tempo se Rotor si trova nelle vicinanze di una di queste stelle.»
«Ma se stessero viaggiando nello spazio interstellare in questo momento? Come faremmo a individuarli?»
«Non li individueremmo. Ma almeno le nostre probabilita di successo aumenteranno un po’ se in sei mesi esploreremo una dozzina di stelle usando il rivelatore neuronico, invece di dedicare lo stesso tempo a una ricerca inutile attorno a una sola stella. E se falliremo… perche, si, dobbiamo renderci conto che possiamo fallire… almeno torneremo con parecchi dati su una dozzina di stelle… una nana bianca, una stella biancazzurra, una gemella del Sole, una binaria e via dicendo. Difficilmente faremo piu di un viaggio in vita nostra, quindi tanto vale approfittarne e passare alla storia con un’impresa in grande stile, no, Crile?»
«Credo che tu abbia ragione, Tessa» disse Fisher, pensieroso. «Perlustrare una dozzina di stelle senza trovare nulla sara un duro colpo, certo, ma sarebbe molto peggio esplorare i dintorni di un’unica stella e rientrare tormentati dal dubbio, dal pensiero che Rotor avrebbe potuto essere altrove, in un punto che avremmo potuto raggiungere se avessimo continuato a esplorare senza problemi di tempo.»
«Esattamente.»
«Cerchero di ricordarlo» annui mesto Crile.
«Un’altra cosa… Il rivelatore neuronico potrebbe individuare la presenza di una intelligenza di origine
Fisher parve sorpreso. «Ma e improbabile, vero?»
«Molto improbabile. Pero, se questa intelligenza dovesse esistere, e importante che lo sappiamo, soprattutto se si trova entro un raggio di quattordici anni luce dalla Terra. Nell’universo non puo esserci nulla di piu interessante di un’altra forma di vita intelligente… o di piu pericoloso.»
«Che probabilita ci saranno di individuarla, se sara di origine extraterrestre? I rilevatori neuronici sono stati costruiti per captare solo l’intelligenza umana. Secondo me, non solo non riconosceremo una forma di vita aliena intelligente, non capiremo nemmeno di trovarci di fronte a un organismo vivente.»
«Forse non riusciremo a riconoscere la vita, ma non possiamo non riconoscere l’intelligenza, a mio avviso, ed e l’intelligenza che stiamo cercando. Per quanto aliena, per quanto irriconoscibile, l’intelligenza deve comportare la presenza di una struttura complessa, molto complessa… complessa almeno quanto il cervello umano. E soprattutto, deve comportare l’interazione elettromagnetica. L’attrazione gravitazionale e troppo debole; le interazioni nucleari forte e debole hanno un raggio troppo breve. E questo nuovo ipercampo ci cui ci serviamo per il volo ultraluce, non esiste in natura per quel che ne sappiamo, ma esiste solo quando e creato dall’intelligenza.
'Il rivelatore neuronico e in grado di individuare il campo elettromagnetico altamente complesso che caratterizza l’intelligenza, indipendentemente dalla forma o dalla struttura chimica dell’organismo intelligente. E noi saremo pronti ad apprendere o a fuggire. Per quanto riguarda le forme di vita non intelligenti, e difficilissimo che possano essere pericolose per una civilta tecnologica come la nostra… anche se qualsiasi forma di vita aliena, perfino allo stadio di virus, sarebbe senza dubbio interessante.»
«E perche tutto questo deve rimanere segreto?»
«Perche ho il sospetto… no, anzi,
Fisher sorrise debolmente.
«Che c’e, Crile?» chiese Tessa. «E se non ci fosse traccia di Rotor? Cosa faresti? Vorresti tornare sulla Terra deluso? Avresti l’universo a portata di mano, ma rinunceresti?»
«No. Sto solo chiedendomi quanto ci vorra per installare i rivelatori e tutti gli altri marchingegni che potrebbero venirti in mente. Tra un paio d’anni raggiungero i cinquanta. A cinquant’anni, gli agenti dell’Ufficio devono abbandonare il servizio attivo. Ricevono incarichi amministrativi e rimangono sulla Terra dietro una scrivania, e non possono piu viaggiare nello spazio.»
«Be’?»
«Tra un paio d’anni, non avro piu i requisiti necessari per il viaggio. Diranno che sono troppo vecchio, e non avro l’universo a portata di mano, in conclusione.»
«Sciocchezze! Io partiro, e ho gia superato i cinquanta.»
«Tu sei un caso speciale. E la tua nave, no?»
«Anche tu sei un caso speciale, dal momento che insistero per averti a bordo. E poi, non sara facile trovare le persone adatte per l’
«Perche non dovrebbero offrirsi volontari?»
«Perche sono terrestri, mio caro Crile, e per quasi tutti i terrestri lo spazio e sinonimo di orrore. L’iperspazio e qualcosa di ancor piu orribile, quindi la gente si tirera indietro. Ci saremo noi due, e ci serviranno altri tre volontari e, credimi, non sara facile trovarli. Ho tastato il terreno, ho sentito parecchie persone, e per il momento ho solo due elementi validi che hanno fatto una mezza promessa: ChaoLi e Henry Jarlow. La terza persona deve ancora saltar fuori. E anche se per caso i volontari poi fossero una dozzina, tu non sarai escluso perche io insistero e ti vorro al mio fianco come ambasciatore in previsione di un incontro con i rotoriani… se sara necessario. E comunque ti prometto che la nave partira prima che tu compia cinquant’anni.»
Finalmente, Crile Fisher sorrise, risollevato. «Tessa, ti amo. Sai, ti amo davvero.»
«No… non so se mi ami davvero, soprattutto quando lo dici con quel tono, come se fosse un’ammissione sorprendente per te. E strano, Crile, molto strano… sono quasi otto anni che ci conosciamo, che viviamo insieme, che facciamo l’amore, ma non l’hai mai detto una sola volta.»
«No?»
«Credimi, ho ascoltato. E sai cos’e strano, poi? Non ho mai detto che ti amo, eppure ti amo. Non era iniziata cosi, questa storia. Secondo te, cos’e successo?»
Fisher rispose sottovoce: «Forse ci siamo innamorati a poco a poco e non ce ne siamo mai accorti. A volte puo succedere, non credi?».
E si sorrisero timidamente, quasi stessero chiedendosi che fare a questo punto.
25 Superficie
Eugenia Insigna era in ansia. Un’ansia profonda.
«Credimi, Siever, non ho piu dormito bene da quando l’hai portata fuori in aereo.» La sua voce degenero in quello che, in una donna dal carattere meno fermo, avrebbe potuto essere descritto quasi come un piagnucolio. «Ha