fatto un volo attraverso lo spazio aperto, e arrivata fino all’oceano, e rientrata dopo il crepuscolo… non le e bastato? Perche non la fermi?»

«Perche io non la fermo?» disse Siever Genarr lentamente, quasi stesse assaporando la domanda. «Perche non la fermo? Eugenia, ormai non siamo piu in grado di fermare Marlene.»

«Questo e assurdo, Siever. E vigliaccheria, quasi. Ti nascondi dietro Marlene… vorresti farmi credere che e onnipotente.»

«Non e vero, forse? Sei sua madre. Ordinale di stare nella Cupola.»

Eugenia serro le labbra. «Ha quindici anni. Non mi piace essere tirannica con lei.»

«Al contrario. Ti piacerebbe moltissimo. Ma se proverai a comportarti in modo dispotico, Marlene ti guardera con quei suoi occhi straordinari e dira qualcosa tipo: 'Mamma, ti senti in colpa per avermi privata di mio padre, quindi hai l’impressione che l’universo stia cospirando contro di te per punirti privandoti di tua figlia, e questa non e altro che sciocca superstizione'.»

Eugenia corrugo la fronte. «Siever, e la cosa piu stupida che abbia mai sentito. Non penso e non provo niente del genere, nella maniera piu assoluta.»

«Certo, lo so. Stavo solo inventando qualcosa. Ma Marlene non inventera nulla. Notera le contrazioni del tuo pollice o il movimento della tua scapola o qualcos’altro, e capira cos’e che ti disturba, che ti preoccupa, e te lo dira, e sara cosi vero, cosi vergognoso, che tu cercherai di difenderti in qualche modo, e alla fine cederai, l’accontenterai, piuttosto che permetterle di continuare a mettere a nudo la tua psiche strato dopo strato.»

«Non dirmi che e quello che e successo a te.»

«Non proprio. In fondo e affezionata a me, e io ho cercato di essere molto diplomatico con lei. Ma se dovessi contrariarla, tremo al pensiero di quello che mi accadra, so gia che sara un’esperienza orribile. Senti, sono riuscito a guadagnare tempo, a trattenerla momentaneamente. Non negarmi questo merito. Voleva uscire subito dopo il viaggio in aereo. E io l’ho convinta ad aspettare fino alla fine del mese.»

«Come hai fatto?»

«Ricorrendo a un ragionamento estremamente cavilioso, te l’assicuro. E dicembre. Le ho detto che tra tre settimane iniziera il nuovo anno, almeno se ci basiamo sul calendario standard terrestre, e le ho chiesto: 'E se festeggiassimo il 2237 facendolo coincidere con l’inizio della nuova era di esplorazione e colonizzazione di Eritro? Sarebbe il modo migliore per festeggiarlo, non credi?' Perche sai, Marlene vede la sua uscita sul pianeta sotto questa luce… come l’inizio di una nuova era. Il che peggiora la situazione.»

«Perche?»

«Perche non lo considera un capriccio personale, bensi qualcosa di importanza vitale per Rotor, o addirittura per l’umanita, forse. Soddisfare un piacere personale e definirlo un nobile contributo al benessere generale e il massimo per un essere umano. Giustifica qualsiasi cosa. Io l’ho fatto, e anche tu, e tutti quanti. Pitt lo fa, piu di chiunque altro. Probabilmente si e convinto di respirare solo per fornire anidride carbonica alla flora rotoriana.»

«Cosi, sfruttando la megalomania di Marlene, l’hai fatta aspettare.»

«Si, e abbiamo ancora un settimana di tempo per vedere se qualcosa le fara cambiare idea. Comunque, non si e lasciata ingannare dalle mie argomentazioni. Ha accettato di aspettare, pero ha detto: 'Trattenendomi, pensi di conquistarti almeno in piccola parte l’affetto di mia madre, vero, zio Siever? Per te l’arrivo dell’anno nuovo non ha nessuna importanza, si vede benissimo'.»

«E stata sgarbata e crudele, Siever.»

«Ha solo detto la verita, Eugenia. Anche la verita e crudele, a volte.»

Eugenia distolse lo sguardo. «Il mio affetto? Che posso dire…»

Genarr si affretto a intervenire. «No, non c’e bisogno di parlare. In passato ti ho detto che ti amavo, e mi accorgo che invecchiando non e cambiato nulla, in pratica. Ma e un problema mio. Non mi hai mai trattato in modo ingiusto, scorretto. Non mi hai mai illuso. E se sono cosi sciocco da non riuscire ad accettare un no come risposta, la cosa non ti riguarda, no?»

«La tua felicita mi riguarda, in ogni caso.»

«Questo e molto importante.» Genarr abbozzo un sorriso. «Molto meglio di niente.»

Eugenia abbasso gli occhi e preferi cambiare argomento, riprendendo a parlare della figlia. «Ma, Siever, se Marlene ha capito il tuo scopo, perche ha accettato di rimandare l’uscita?»

«Non ti piacera, Eugenia, ma e meglio che ti dica la verita. Marlene ha detto: 'Aspettero fino al nuovo anno, zio Siever, perche forse questo fara piacere alla mamma, e io sono dalla tua parte'.»

«Ha detto questo?»

«Non tenerne conto, non prendertela con lei, ti prego. Evidentemente, l’ho incantata col mio fascino e il mio comportamento brillante, e Marlene pensa di farti un favore.»

«E una paraninfa» osservo Eugenia, incerta se essere seccata o divertita.

«In effetti ho pensato che se tu riuscissi a mostrare un certo interesse nei miei confronti, potremmo approfittarne per convincerla a fare qualsiasi cosa perche Marlene crederebbe di appoggiare ulteriormente la mia causa in questo modo… Solo che dovrebbe essere un interesse autentico altrimenti se ne accorgerebbe. E se fosse un interesse autentico, non sarebbe necessario per lei sacrificarsi… Capisci?»

«Capisco che se non fosse per la perspicacia di Marlene, dovrei guardarmi dalla tua mente machiavellica» rispose Eugenia.

«Colto in flagrante, Eugenia.»

«Be’, perche non facciamo la cosa piu ovvia? La teniamo rinchiusa e alla fine la riportiamo su Rotor col razzonavetta.»

«Legandole mani e piedi, immagino. A parte il fatto che secondo me non saremmo capaci di fare una cosa simile, diciamo che adesso capisco il punto di vista di Marlene. Comincio a pensare alla colonizzazione di Eritro… un mondo intero a nostra disposizione.»

«E pieno di batteri che respireremo e che entreranno nel nostro cibo e nella nostra acqua.» Eugenia fece una smorfia.

«E allora? In parte, li respiriamo, li beviamo e li mangiamo anche qui. Non possiamo isolare completamente la Cupola. E se e per questo, anche su Rotor respiriamo dei batteri, li beviamo e li mangiamo.»

«Si, pero ci siamo adattati ai microorganismi di Rotor. Questi sono alieni.»

«E meno pericolosi, quindi. La mancanza di adattamento e reciproca, se vale per noi vale anche per loro. A quanto pare, non possono assolutamente parassitare l’uomo. Saranno innocui come granelli di polvere.»

«Non dimenticare il Morbo.»

«Certo, quello e il vero problema, che esiste in ogni caso… anche in una situazione semplice come l’uscita di Marlene dalla Cupola. Naturalmente, prenderemo delle precauzioni.»

«Che genere di precauzioni?»

«Marlene indossera una tuta protettiva, innanzitutto. Poi, io la seguiro. Fungero da canarino.»

«Da «canarino»? Che significa?»

«Era un metodo che usavano sulla Terra alcuni secoli fa. I minatori scendevano nelle miniere portando con se dei canarini… sai, quei piccoli uccelli gialli. Se l’aria diventava tossica, il canarino ne risentiva prima degli uomini e moriva, e gli uomini capivano che c’era pericolo e uscivano dalla miniera. In altre parole, se comincero a comportarmi in modo strano, ci riporteranno dentro tutti e due senza perdere un attimo.»

«Ma se Marlene dovesse essere colpita prima di te?»

«No, non penso che accadra. Marlene si sente immune. Lo ha detto tante volte che ho cominciato a crederle.»

LV

Eugenia Insigna non aveva mai atteso l’arrivo del nuovo anno concentrandosi in modo cosi penoso sul calendario. Non aveva avuto motivo di farlo, prima. Del resto, il calendario era una reliquia del passato, qualcosa di estraneo.

Sulla Terra, l’anno iniziava segnando le stagioni, e le festivita collegate alle stagioni… mezza estate, il solstizio d’inverno, la semina, il raccolto… coi loro nomi particolari.

Crile le aveva spiegato gli aspetti complicati e oscuri del calendario col suo fare cupo e solenne; era un

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