lesto a precederlo.
«Che cosa desideri? I miei amici sono tutti feriti e io non posso aiutarvi. Non c’e posto nella capanna. Andate nelle altre, se volete ripararvi.»
«Veloce ci ha mandati a prendere la legna.» Fu una affermazione fatta con calma, senza alternative o minacce nascoste, almeno a giudicare dal tono.
«Ho solo quello che mi basta a tenere acceso il mio fuoco. Dovrete servirvi delle altre cataste.»
«Sono finite.»
«Non e colpa mia. Sapete che la legna si consuma nel fuoco; avreste dovuto misurarla.»
«Questo non ce l’hai detto. Veloce dice che percio tu devi darci la tua legna, che ti abbiamo visto prendere, e dirci quanta ne dobbiamo usare.»
Era evidente che il capo aveva intuito almeno in parte il piano di Nick, ma adesso l’unica cosa da fare era di portarlo avanti.
«Come ho detto, la legna mi basta appena per questo fuoco.» disse, «non ci rinuncero; ne ho bisogno per me e per i miei amici.»
Con sua grande sorpresa, l’individuo si ritiro senza profferire verbo. A quanto pareva aveva eseguito gli ordini, e andava a richiederne altri. L’iniziativa non fioriva sotto il regime di Veloce.
Nick segui con lo sguardo il gruppetto, che si confuse tra gli altri, evidentemente dirigendosi verso il capo. Poi si volto, chiamando Jim.
«Sara meglio che tu e Nancy vi alziate,» mormoro. «Veloce non si arrendera. Io combattero meglio che potro; voi tenetemi rifornito.»
«Che intendi dire?» Nancy era meno svelta di mente del solito.
«Non posso combatterli con le asce; vincerebbero nel giro di due minuti. Sono stanco e appesantito. Usero delle torce… ricordi cosa si sente quando ci si brucia? Loro non lo sanno; li ho messi in guardia quando ero nel loro villaggio, e cosi hanno usato sempre tutte le precauzioni, e adesso nessuno di loro ha esperienza in merito. E l’avranno tra breve!»
Gli altri due erano gia balzati in piedi.
«Sta bene,» convenne Jim, «accenderemo delle torce e te le passeremo quando ce le domanderai. Hai intenzione di maneggiarle o di lanciarle? Non ho mai pensato a combattere a questo modo.»
«Neppure io, fino a ora. Cerchero prima di maneggiarle, cosi passatemi le piu lunghe. Se decidero di lanciarle, ne chiedero di corte, ma corte davvero… non vogliamo certo che poi me le rilancino addosso, e se ne avranno la possibilita, lo faranno senza meno. Ti diro, non sono certo stupidi… no davvero!»
Jim e Nancy gli fecero comprendere di avere inteso e di essere d’accordo, e si posero davanti alla catasta di legna che quasi seppelliva il suolo. Il fuoco stava bruciando assai vicino alla soglia; Nick riprese il suo posto su di essa, e gli altri due si fermarono ai lati del fuoco, dove avrebbero potuto porgergli le torce con la massima rapidita. Tutto era pronto, quando il gruppo ritorno alla capanna.
Stavolta era piu numeroso, sia pure di poco; Veloce in persona si era aggiunto agli altri. Si fermarono a una dozzina di iarde di distanza, e le parole del capo furono poche e dirette.
«Se non ci lasci entrare a prendere la legna, i miei coltelli si occuperanno di te. Hai visto gia quello che intendo dire.»
«Ho visto,» riconobbe Nick, «ecco perche non voglio avere nulla a che fare con te. Se fai un altro passo avanti, sara a tuo rischio e pericolo.»
Non aveva mai visto in precedenza Veloce esitante o incerto, ma per un istante il capo parve perplesso sul significato delle parole di Nick. Poi torno a essere se stesso.
«Molto bene,» disse, e si fece avanti stringendo quattro lance, una per ogni braccio.
Il piano di battaglia di Nick doveva essere riveduto gia dall’inizio; le lance erano piu lunghe delle sue torce. Riusci a deviare le punte prima di essere colpito, ma non riusci a raggiungere Veloce, neppure senza l’impedimento delle lance. Il violento odio che provava per il capo paralizzo per un istante le sue facolta di raziocinio, ed egli lancio entrambe le torce che stringeva con le mani sinistre verso il petto del gigante.
Veloce si abbasso appena in tempo. Quelli che stavano dietro di lui erano talmente assiepati che diventava impossibile per loro spostarsi abbastanza in fretta, e cosi quando le torce colpirono il gruppo, provocando una pioggia di tizzoni ardenti, si udirono dei violenti mugolii di dolore. Il capo si fece indietro, riprendendo la sua posizione di attacco.
«Semicerchio!» comando bruscamente. I guerrieri obbedirono con rapidita e precisione, formando una sottile linea al cui centro si trovava Nick. «Adesso, tutti assieme… prendetelo!» Il semicerchio si contrasse, e le punte delle lance avanzarono verso la porta.
Nick non ne fu particolarmente impressionato. Nessuno degli attaccanti era in posizione tale da permettere il colpo verso l’alto, che avrebbe portato le lance a penetrare sotto le sue scaglie; le punte di pietra al massimo lo avrebbero fatto indietreggiare, e questo era lo scopo. Se fosse stato appoggiato a qualcosa di solido, naturalmente, la faccenda sarebbe stata assai diversa; il vero pericolo del momento, invece, era costituito dal fatto che la maggioranza dei guerrieri sarebbe giunta a portata di coltello tra breve, e lo avrebbe impegnato, tanto da permettere a un lanciere di arrivare nella posizione adatta per colpirlo dal basso. Per una frazione di secondo esito, chiedendosi se fosse stato opportuno lanciare o colpire; poi si decise.
«Corti!» ordino ai due che lo aiutavano.
Nancy aveva gia preparato diversi tizzoni ardenti; glieli porse all’istante, e comincio ad accenderne degli altri. Per circa dieci secondi Nick fece del suo meglio per emulare una mitragliatrice. Piu della meta dei suoi proiettili mancarono il bersaglio, ma una buona parte riusci nel suo compito; e dopo i primi tre o quattro secondi un altro fattore complico la lotta. Delle torce ancora accese e dei frammenti di legno ardente avevano formato una specie di barriera, che diventava sempre piu cospicua, davanti alla porta, e gli attaccanti dovevano preoccuparsi anche di questo. I piedi erano ben piu sensibili delle squame al fuoco, e l’effetto era notevole, per dirla in termini blandi. Veloce, questo va detto per rendergli giustizia, restava con i suoi uomini e combatteva come loro; ma alla fine anche lui dimostro di averne abbastanza, e si ritiro di qualche metro, zoppicando. Vedendolo arretrare, Nick rise di cuore.
«E meglio che ti procuri da solo la tua legna, Veloce, amico mio! Naturalmente non ne troverai nel raggio di un’ora di cammino da qui; abbiamo esaurito le riserve della zona da molto tempo. Anche se tu sapessi dove sono i posti migliori in cui ci si puo rifornire, non potresti farcela ad andare a prendere la legna e a ritornare sotto la pioggia. Pero non devi darti pensiero; ci occuperemo noi di te, quando ti metterai a dormire. Non vorrei proprio mangiarti, amico Veloce!»
La vista dell’ira di Veloce fu quasi divertente. Le sue mani si strinsero sull’impugnatura delle lance, ed egli si drizzo in tutta la sua statura, tremando per la rabbia. Per diversi secondi le probabilita parvero equamente distribuite tra un immediato lancio delle armi verso la porta e una carica al di sopra del tappeto di tizzoni ardenti. Nick era prontissimo per entrambe le evenienze, ma sperava che si avverasse la seconda; l’immagine mentale di Veloce con i piedi bruciati era davvero attraente.
Ma il capo non opto ne per l’una ne per l’altra cosa. Nel bel mezzo del suo scoppio d’ira, improvvisamente si placo, e le punte delle lance si abbassarono, come se per un momento le avesse dimenticate. Poi fece scivolare indietro l’impugnatura, assumendo la posizione di «trasporto», e volto la schiena alla capanna. Infine, apparentemente a causa di un ripensamento, si volto di nuovo e parlo a Nick.
«Mille grazie, Spaccalegna. Non mi aspettavo tanto aiuto. Faro bene a dirti addio, adesso; e cosi dovrai fare anche tu… dare un addio al tuo Maestro.»
«Ma… tu non puoi viaggiare di notte.»
«E perche no? Tu l’hai fatto.»
«Ma non pensi a Fagin? Chi ti dice che lui possa?»
«Tu mi hai detto che egli puo fare tutto quello che puoi fare tu. Mi hai detto pure che egli e disposto a fare quello che noi vogliamo. Se lo ha dimenticato, o ha cambiato idea, dovremo ringraziarti per averci mostrato cosa dobbiamo fare. Credi che gradisca il contatto del fuoco piu di noi?» Veloce ridacchio e ritorno in fretta dai suoi uomini, abbaiando ordini nel frattempo. Nick comincio a urlare, almeno altrettanto forte.
«Fagin! Hai sentito? Fagin! Maestro!» Nella sua ansia dimentico il periodo che era sempre necessario al Maestro per rispondere, e per un attimo soffoco le parole della macchina. Poi la risposta di Fagin gli giunse.
«Che succede, Nick?» Non era possibile distinguere dalla voce che Raeker non si trovava dall’altro capo; il gruppo di Nick aveva ricevuto una sommaria spiegazione della situazione del «Maestro». ma niente affatto