ci volle un bel po’ di fiato per convincere i piu riottosi che, siccome dovevano essere fatti dei sacrifici, questi dovevano essere divisi equamente.
Le discussioni stavano ancora proseguendo, e non certo blandamente, quando il viaggio comincio. Nick cominciava a provare una certa comprensione per Veloce, a questo punto; aveva infatti scoperto che delle volte era necessario che un gruppo avesse un capo, e che non sempre era possibile al capo di convincere col ragionamento i suoi seguaci della bonta dei suoi ordini. Nick aveva dovuto impartire i suoi primi ordini perentori, e si tormentava al pensiero che una buona meta dei suoi amici in quel momento lo stava paragonando mentalmente a Veloce. Il fatto di essere stato obbedito avrebbe dovuto fargli capire l’effettivo stato delle cose, ma questo non accadde.
Il carro era pericolosamente sovraccarico, e tutti, tranne quelli che si occupavano del gregge, furono costretti a spingerlo con tutte le loro forze. Quando era necessario combattere, la carovana si arrestava e le lance venivano sollevate in posizione di attacco. Naturalmente, a dire il vero, i combattimenti non furono poi molti; in genere i carnivori di Tenebra non erano dei mostri d’intelligenza, ma usualmente evitavano di assalire dei gruppi molto nutriti. La principale eccezione era fornita dai volatori, che comunque erano piu vegetali che animali. Queste creature potevano essere abbattute con una certa sicurezza da chi possedeva una lancia piu lunga dei loro tentacoli; ma anche quando le sacche di gas erano state squarciate, era pericoloso avvicinarsi ai volatori a una distanza non prudenziale dalle loro appendici velenose. Diversi animali del gregge furono perduti quando uno dei mostri piombo quasi al centro del gregge stesso, e due uomini vennero dolorosamente avvelenati nella stessa occasione. Ci vollero diverse ore, prima che i due fossero nuovamente in grado di camminare senza aiuto.
Contrariamente alle previsioni pessimistiche di Nick, si dimostro possibile il trasporto del carro fino al mare. Lo raggiunsero alla fine del secondo giorno di viaggio, e dopo alcune ore di faticosa avanzata tra grosse chiazze di liquido immobile e oleato.
Avevano visto quelle chiazze in precedenza, naturalmente; si formavano all’interno delle fosse che si trovavano anche nella loro valle, verso la fine della giornata… fosse che erano dei laghi d’acqua al sorgere del sole, ma solo piccole chiazze di sostanza oleosa quando il sole brillava al centro del cielo. Le chiazze attuali erano comunque piu larghe, e riempivano una porzione maggiore delle loro fosse.
Anche il terreno era diverso; la vegetazione era fitta come sempre, ma tra gli arbusti il terreno era pieno di cristalli di quarzo. Il gregge parve non farci caso, ma i piedi di coloro che lo guidavano non erano cosi robusti, e l’avanzata si fece decisamente piu difficile. Quelle formazioni cristalline si verificavano anche altrove, ma usualmente in settori isolati, dove era facile evitarle.
La ricerca di un luogo in cui fermarsi fu percio piu breve, e forse meno accurata, di quanto avrebbe potuto essere stata altrimenti. Si misero d’accordo molto in fretta su di una penisola formata principalmente da una collina, alta una quarantina di piedi sul livello del mare, saldata alla terraferma da uno stretto passaggio ricco di quarzo come non mai. Nick non era l’unico del gruppo che si preoccupava tuttora della difesa fisica; e la penisola, oltre a presentare una difesa adatta, era abbastanza ampia da potere ospitare il gregge al completo. La processione si addentro nella penisola, risali la collina, e immediatamente comincio a preparare, come sempre, i fuochi per la notte. La raccolta fu abbastanza soddisfacente, e quando cadde l’oscurita la riserva di legna accumulata pareva del tutto bastevole. I fuochi di guardia furono accesi, uno degli animali del gregge fu macellato e mangiato, e il gruppo si preparo a passare la notte. Solo quando le gocce furono apparse e i fuochi cominciarono a bruciare normalmente qualcuno comincio a chiedersi quello che poteva accadere al livello del mare durante la pioggia notturna.
4. COMUNICAZIONE; PENETRAZIONE; DISPERAZIONE
Aminadabarlee tacque, con gli occhi fissi sullo schermo; e, per quanto la creatura fosse stata sgradevole, Raeker provo una certa comprensione. Anche lui sarebbe stato altrettanto poco socievole, in circostanze simili. Non era il momento di compassionarlo, comunque, ora che la speranza non era perduta; bisognava fare un numero enorme di cose.
«Wellenbach! Qual e la combinazione del batiscafo?» domando.
Il tecnico spunto alle sue spalle.
«Lo chiamo subito, dottore.»
Raeker lo fermo con un gesto.
«Aspetta un momento. Il dispositivo e normale, dall’altra parte? Voglio dire, e una ricevente normale, o un dannato groviglio di fili e di strumenti?»
«Perfettamente normale. Perche?»
«Perche, se non lo fosse, e tu formassi la combinazione, quei bambini potrebbero aprire il portello esterno o provocare altri disastri, nel tentativo di rispondere. Se invece si tratta di un apparecchio normale, come struttura e come aspetto, la bambina sara in grado di rispondere senza correre rischi.»
«Capisco. La piccola non avra nessuna difficolta; l’ho vista usare diverse volte gli impianti di comunicazione.»
«Va bene. Chiamali, allora.» Raeker cerco di non rendere evidente l’incertezza che provava mentre il tecnico formava la combinazione. Era impossibile dire quello che era accaduto appena al di sopra dell’atmosfera di Tenebra;
Dietro di lui, Aminadabarlee pareva una statua d’acciaio, alquanto grottesca, in verita. Raeker non perse tempo a speculare sulla sua sorte personale, nel caso fossero giunte delle cattive notizie, attraverso l’impianto di comunicazione, e quella statua fosse ritornata in vita; tutta la sua attenzione era concentrata sulla sorte dei bambini. Una dozzina di ipotesi diverse si affacciarono alla sua mente nei pochi secondi che precedettero l’illuminarsi dello schermo. Poi lo schermo si illumino, e le ipotesi piu sgradevoli svanirono.
Un viso umano li stava guardando dallo schermo; magro, pallidissimo, sormontato da una massa di capelli che sullo schermo apparivano neri, ma che, come Raeker sapeva, erano rossi; un viso la cui espressione suggeriva la idea del terrore mantenuto appena sotto controllo, ma… un volto vivo. E solo questo era importante.
Quasi nello stesso istante un uomo entro di corsa dalla porta della sala delle comunicazioni, e si fermo di colpo accanto alla figura immobile del drommiano.
«Easy! Stai bene?» Raeker non ebbe bisogno di parole per identificare il consigliere Rich. E neppure Aminadabarlee, e neppure la figura sullo schermo. Dopo l’intervallo di due secondi necessario a trasmettere l’immagine, il terrore spari dal viso magro della bambina, che si calmo visibilmente.
«Si, babbo. Ho passato un brutto momento, ti assicuro, ma adesso va tutto bene. Vieni?»
Per un istante nella sala ci fu una certa confusione, con Rich, Raeker e il drommiano che tentavano di parlare nello stesso tempo; poi la superiorita fisica di Aminadabarlee fece valere i suoi diritti, e il drommiano sollevo la sua testa aguzza verso lo schermo.
«Dov’e l’altro… mio figlio?» disse con voce stridula.
Lei rispose prontamente:
«E qui, e sta bene.»
«Lascia che gli parli.» La bambina lascio per un istante l’area inquadrata dalla telecamera, ed essi udirono la sua voce, ma non le sue parole, mentre si rivolgeva a qualcun altro. Poi lei riapparve, con i capelli scuri scompigliati e una ferita sanguinante sulla guancia.
«E in un angolo, e non vuole uscire. Alzo il volume, in modo che lei possa farsi sentire da lui.» La bambina non fece alcun riferimento alla ferita, e Raeker, con sorpresa, noto che neppure suo padre ne faceva cenno. Aminadabarlee non parve neppure accorgersene. Parlo nella sua lingua stridula, che apparentemente veniva capita dal solo Rich, tra coloro che si trovavano nel locale, e ando avanti per diversi minuti, facendo delle pause, evidentemente quando formulava delle domande.
Dapprima non ricevette alcuna risposta; poi, facendosi sempre piu suadente, ebbe in risposta una fievole voce lamentosa. Nell’udirla il drommiano riacquisto parte dell’usuale autocontrollo, ed egli parlo piu lentamente; e