— Qualche volta ho pensato che si radessero, come me. Pero il tuo mento sembra pelato per natura.

— Mi depilo. — Louis si guardo attorno, osservando quel mare di facce di fiori d’oro, pieni di rispetto.

— Che cosa credono? Non mi pare che condividano i tuoi dubbi.

— Ci vedono parlare da pari a pari, nel linguaggio degli Ingegneri. Vorrei continuare cosi, se non ti dispiace. — Ora il prete usava modi piu da cospiratore che da nemico.

— Rafforzera la tua posizione nei loro confronti? Penso di si — disse Louis. Il prete temeva seriamente di perdere la sua congregazione… come farebbe ogni altro prete, se il suo dio sorgesse in vita cercando di usurpargli il posto. — Sono in grado di capirci?

— Forse una parola su dieci.

— Che cosa era il castello che chiami Paradiso? — domando.

— La leggenda racconta di Zrillir — rispose il prete, — e del suo sistema di governo su tutti i territori sottostanti il Paradiso. Su questo piedestallo era innalzata la sua statua, a grandezza naturale. Le terre procuravano al Paradiso tutte le cose ghiotte che ti posso elencare, se credi, perche ce ne tramandiamo i nomi a memoria. Oggi non esistono piu. Devo dirtele…?

— No, grazie. Che cosa e successo?

Nella voce del nativo si era insinuato un tono cantilenante. Doveva aver udito quel racconto tante volte, raccontarlo ripetutamente a sua volta…

— Il Paradiso e stato creato quando gli Ingegneri hanno costruito il Mondo e l’Arco. Chi governa il Paradiso, governa le terre da un confine all’altro. Zrillir ha governato durante molte vite, lanciando fiamme dal Paradiso quando era contrariato. Poi abbiamo sospettato che Zrillir non potesse piu farlo.

«Il popolo ha smesso di obbedirgli, e ha cessato di inviargli il cibo. Ha distrutto la sua statua. Quando gli angeli di Zrillir lanciavano pietre dal Paradiso, la gente si scansava ridendo.

«Un giorno il popolo ha tentato di impossessarsi del Paradiso con le scale mobili. Ma Zrillir ha fatto crollare le scale e i suoi angeli se ne sono andati dal Paradiso su macchine volanti.

«In seguito ci siamo rammaricati della perdita di Zrillir. Il cielo era sempre nuvoloso e le messi crescevano striminzite. Abbiamo pregato affinche Zrillir ritornasse…

— Tu ci credi?

— Abbiamo dovuto smentire ogni cosa, quando sei venuto giu dal Paradiso in volo. Tu mi metti in una posizione molto imbarazzante. Forse Zrillir ha veramente l’intenzione di ritornare, e invia il suo bastardo per liberargli la strada dai falsi preti.

— Potrei rasarmi il cranio. Servirebbe?

— No. Non importa. Rivolgimi pure le domande che vuoi.

— Cosa puoi dirmi sulla fine della civilta sul Mondo ad Anello?

L’imbarazzo del prete aumento. — La civilta sta per cadere?

Louis sospiro e, per la prima volta, osservo l’altare: una modesta costruzione in legno scuro sulla quale era scolpita una mappa in rilievo, con colline, fiume e un lago. I due lati piu lunghi si giravano in alto, mentre i piu corti formavano la base di un arco parabolico d’oro.

L’oro era ossidato. Ma dalla curva all’apice dell’arco pendeva una sfera d’oro appesa a un filo. Quell’oro era lucidissimo.

— La civilta e in pericolo? A questo punto siamo arrivati. La tua venuta, il filo del sole… Sta cadendoci il sole addosso?

— Non credo. Vuoi dire che e tutta la mattina che il filo sta cadendo?

— Si. Mi e stato insegnato che il sole e appeso all’Arco con un filo resistentissimo. Questo filo e forte. Lo sappiamo perche una ragazza ha cercato di raccoglierlo e di sbrogliarlo e il filo le ha tagliato le dita.

Louis fece un cenno negativo col capo. — Non sta cadendo — disse. E fra se penso: Nemmeno le zone d’ombra. Anche se si tagliano tutti i fili le ombre non urteranno mai contro il Mondo ad Anello. Gli Ingegneri avrebbero dato loro un afelio orbitale all’interno dell’Anello.

Con poche speranze domando: — Che cosa sai del sistema di trasporto sul bordo? — E in quel momento comprese che c’era qualcosa di sbagliato. Aveva captato qualcosa che gli dava la percezione del disastro.

Il prete disse: — Ti dispiace ripetermelo?

Louis ripete la domanda. Il sacerdote corrugo la fronte: — Il tuo aggeggio ha detto qualcos’altro, prima…

— Davvero? — balbetto Louis. E questa volta udi. Il traduttore usava un diverso tono di voce, e parlava in continuazione:

— Stai usando una limitata lunghezza d’onda… proibito… hai violato l’editto numero dodici, interferendo nella manutenzione…

Il disco che Louis teneva nella destra divento incandescente. Lo lancio via, piu forte che riusci. Il disco sprigiono violente fiammate sulle pietre della piazza. Louis si guardo la mano ustionata. Il prete stava abbassando la testa, con aria maestosa. Poi scese dal piedestallo, allontanandosi.

Louis manovro le leve di controllo del volociclo, e si alzo verso la grande porta del Paradiso. Imprecava per la delusione, e per il dolore della bruciatura.

Era deluso soprattutto dal sacerdote, che non ricordava nulla dei costruttori. La sua educazione non- scientifica, inoltre, gli impediva di avere una conoscenza precisa del Mondo ad Anello e della sua civilta perduta.

L’OCCHIO DELL’URAGANO

Lasciarono il castello dirigendosi verso Port, sotto la cappa grigia che in quella zona fungeva da cielo. Louis aveva la mano destra fasciata. Il pulsante di chiamata di Nessus si accese.

Vide la criniera arruffata del burattinaio, e il petto irsuto che si alzava e si abbassava in una lenta respirazione. Nessus sollevo una delle due teste: — Benvenuto, Louis. Novita?

Il terrestre gli parlo del castello, delle mappe, del sacerdote e del disco che si era fatto incandescente.

— Anche il mio traduttore e saltato — disse il burattinaio. — Anche quelli di Teela e di Speaker. Ora dovremo imparare la lingua dell’Anello.

— Che cosa e successo, secondo te?

— Posso solo immaginarlo. I dischi traduttori sono molto sensibili: un prodigio della tecnica burattinaia nel cosmo. Ebbene: si e prodotto un cortocircuito fra la tua voce e quella dell’indigeno. Sia tu che lui stavate dicendo madornali falsita.

— E allora?

— I dischi traduttori si sono messi a interpretare anche le sfumature nascoste nelle vostre parole. Che cosa ti diceva il prete?

— Aveva paura che tornassero gli Ingegneri, e che lo cacciassero come falso predicatore.

— Come pensavo. Per usare i dischi, bisogna essere sinceri e leali. Chiaro? Altrimenti, si fondono…

Nessus indico l’orizzonte, invitando Louis a osservare il paesaggio. Davanti a loro, si stava preparando una bufera di fulmini che nasceva dal fondo di metallo dell’Anello. — Pensi che i campi sonici ci proteggeranno? — domando Nessus. E comincio a tremare di paura.

— Meglio volare ad altissima quota — propose Louis.

L’universo si oscuro. Poi divenne integralmente grigio. La flottiglia si torvava in mezzo alle nubi. I cirri fluttuavano attorno alla sfera del campo sonico di Louis. I volocicli sbucarono al di sopra della nuvolaglia irrompendo nella luce del sole.

Dall’orizzonte-infinito, un largo occhio blu guardo Louis. Se la testa di Dio avesse avuto le dimensioni della Luna terrestre, quell’occhio sarebbe stato della misura giusta.

Gli ci volle un po’ prima di riuscire a capire. Per un momento il suo cervello si rifiuto di crederci. Poi l’intera immagine comincio a dissolversi, come un’olografia scarsamente illuminata. Nel confuso ronzio delle orecchie ebbe la sensazione che qualcuno stesse urlando.

Sono morto? si domando.

E Nessus che sta urlando?

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