«No. Non si riuscirebbe a farlo salire da queste scale» disse Morty.
«BENE, E ALLORA?»
«Oh. Ho capito. La gente non vuole vedere quello che non e possibile che esista.»
«BEN DETTO.»
Adesso stavano camminando lungo un ampio corridoio alle cui pareti erano appesi grandi arazzi. La Morte infilo una mano nel vestito e tiro fuori una clessidra, guardandola attentamente nella luce soffusa.
Era di foggia particolarmente raffinata, il vetro era abilmente sfaccettato ed era imprigionato in una cornice intagliata di legno e ottone. Le parole 'Re Olerve il Bastardo' vi erano profondamente incise dentro.
La sabbia che si trovava all’interno scintillava in modo strano. Non ce n’era rimasta molta.
La Morte canticchio fra se e riinfilo la clessidra nel recesso, qualunque esso fosse, in cui era stata precedentemente contenuta.
Svoltarono ad un angolo e sbatterono contro una vera e propria parete di suono. Li c’era una grande sala piena di persone, sotto una nuvola di fumo e chiacchiere che si innalzava su fino alle ombre dei vessilli conquistati in guerra, fissati al soffitto. Nella galleria, un trio di menestrelli stava cercando di fare del proprio meglio per essere udito, senza successo.
La comparsa della Morte non sollevo grande agitazione. Un lacche che si trovava presso la porta si volto verso di lei, apri la bocca e quindi corrugo la fronte in maniera distratta, mettendosi a pensare a qualcos’altro. Un limitato numero di cortigiani gettarono sguardi nella loro direzione, ma i loro occhi perdevano immediatamente la messa a fuoco mentre il buon senso teneva a bada gli altri cinque sensi.
«ABBIAMO POCHI MINUTI» disse la Morte, prendendo un bicchiere da un vassoio che le passava davanti «MISCHIAMOCI A LORO.»
«Non possono vedere nemmeno me!» disse Mort. «Ma io sono reale!»
«LA REALTA NON E SEMPRE QUELLO CHE SEMBRA» rispose la morte. «COMUNQUE, SE NON VOGLIONO VEDERE ME, CERTAMENTE NON VOGLIONO VEDERE TE. QUESTI SONO ARISTOCRATICI, RAGAZZO. SONO
«Morty» disse Morty automaticamente.
«NON SI PUO CERTO DIRE CHE AGGIUNGA NULLA AL GUSTO. PERCHE MAI QUALCUNO DOVREBBE PRENDERE UN OTTIMO DRINK E POI INFILARCI DENTRO UNA CILIEGIA SU UNO STECCHINO DI LEGNO?»
«E adesso che cosa succedera?» chiese Morty. Un conte attempato gli ando a sbattere contro un gomito e guardo da ogni parte eccetto che direttamente lui, alzo le spalle e si allontano.
«PRENDI QUESTE COSE, PER ESEMPIO» riprese la Morte indicando col dito un vassoio di passaggio colmo di salatini. «VOGLIO DIRE, I FUNGHI VANNO BENE, IL POLLO VA BENE, LA SALSA VA BENE, NON HO NULLA IN CONTRARIO RISPETTO A NESSUNO DI ESSI, MA PERCHE MAI, NEL NOME DELLA SANITA MENTALE, BISOGNA MISCHIARLI TUTTI INSIEME E INFILARLI IN PICCOLI RECIPIENTI DI PASTA?»
«Come, scusi?» chiese Morty.
«TIPICO DEI MORTALI COME TE» continuo a dire la Morte. «HANNO SOLTANTO POCHI ANNI DA PASSARE SU QUESTO MONDO E LI PASSANO TUTTI A COMPLICARSI LE COSE DA SE. AFFASCINANTE. PRENDI UN CETRIOLINO.»
«Dove si trova il re?» disse Morty allungando il collo per guardare al di sopra delle testa della corte.
«E QUEL TIPO CON LA BARBA DORATA» rispose la Morte. Dette ad un servitore un colpetto sulla spalla e quando l’uomo si volto e si guardo attorno con aria stupita gli sottrasse velocemente un altro drink dal vassoio.
Morty scandaglio la stanza con gli occhi finche non vide una figura in piedi, in mezzo a un gruppetto al centro della folla, che si incurvava leggermente in avanti per udire meglio quello che gli stava dicendo un cortigiano piuttosto basso. Era un uomo alto, ben piazzato dotato del classico genere di viso paziente e flemmatico dal quale si sarebbe volentieri acquistato un cavallo usato.
«Non ha l’aspetto di un re
«VEDI L’UOMO CHE GLI STA ACCANTO? QUELLO COI BAFFETTI E IL GHIGNO DI UNA LUCERTOLA?» La Morte indico con la falce.
«Si!»
«SUO CUGINO, IL DUCA DI STO HELIT. NON E LA MIGLIORE DELLE PERSONE» disse la Morte. «E UN UOMO CHE SA FARE DI TUTTO, CON UNA BOCCETTA DI VELENO IN MANO, QUINTO IN LINEA DI DISCENDENZA AL TRONO L’ANNO SCORSO, ORA SECONDO, E UNA SPECIE DI ARRAMPICATORE SOCIALE, SI POTREBBE DIRE.» Armeggio all’interno della tunica ed estrasse una clessidra in cui della sabbia nera scorreva attraverso un reticolo di filo spinato. Gli dette una scosserella, tanto per provare. «E DOVREBBE VIVERE ANCORA UN TRENTA, TRENTACINQUE ANNI» disse con un sospiro.
«E va in giro a uccidere la gente?» domando Morty. Scosse la testa. «Non c’e giustizia.»
La Morte sospiro ancora. «NO» disse, allungando il suo bicchiere a un paggio che resto sorpreso di trovarsi improvvisamente un bicchiere vuoto in mano «CI SONO SOLTANTO IO.»
Estrasse la spada che aveva la stessa lama, sottile quanto un’ombra e azzurro ghiaccio, della falce di servizio e fece un passo in avanti.
«Pensavo che lei usasse la falce» sussurro Morty.
«AI RE SPETTA LA SPADA» disse la Morte. «E UNA REALE COME-CAVOLO-SI-CHIAMA… PREROGATIVA.»
La mano libera infilo nuovamente le falangi ossute sotto il mantello e tiro fuori la clessidra del Re Olerve. Nella meta superiore gli ultimi pochi granelli di sabbia si stavano ammassando insieme.
«FAI GRANDE ATTENZIONE» disse la Morte «POTREI FARTI DELLE DOMANDE, DOPO.»
«Aspetti» disse Morty in modo desolato. «Non e corretto. Lei non puo impedire una cosa del genere?»
«CORRETTO?» chiese la Morte. «CHI HA MAI PARLATO DI CORRETTEZZA?»
«Insomma, se l’altro uomo e un tale…»
«STAMMI A SENTIRE» disse la Morte «LA CORRETTEZZA NON C’ENTRA NULLA, NON PUOI PRENDERE LE PARTI DI NESSUNO, PUOI PROVARE UN SANO CORDOGLIO, QUANDO E TEMPO, E TEMPO, TUTTO QUI, RAGAZZO.»
«Morty» disse Morty con un lamento, fissando la folla.
A quel punto, poi, vide lei. Un movimento casuale fra la gente apri uno spazio tra Morty e una sottile ragazza dai capelli rossi seduta in mezzo a un gruppo di donne piu anziane, dietro al re. Non era proprio bellissima, essendo eccessivamente dotata nel reparto lentiggini e, a dire il vero, tendeva ad essere un po’ scarna. Tuttavia la sua vista causo a Morty uno shock che gli afferro il cervelletto e glielo spinse giu fino al fondo dello stomaco, sghignazzando in maniera ripugnante.
«E ARRIVATO IL MOMENTO» disse la Morte dando a Morty un colpettino con un gomito puntuto. «SEGUIMI.»
La Morte si incammino verso il re, soppesando la spada in mano. Morty strizzo gli occhi e comincio a seguirla. Gli occhi della ragazza incontrarono i suoi per un secondo e, immediatamente, si girarono da un’altra parte… poi pero ruotarono nuovamente verso di lui, trascinandosi dietro tutta la testa, mentre la bocca le si cominciava ad aprire in una 'O' di orrore.
La spina dorsale di Morty si sciolse. Egli comincio a correre verso il re.
«Attento!» grido. «Lei e in grave pericolo!»
E il mondo si fece di melassa. Inizio a riempirsi di ombre azzurre e purpuree, come in un sogno febbrile, e il suono si dissolse finche il fracasso della corte non divenne lontano e gracchiante, come la musica che proviene dalla cuffia dello stereo di qualcun altro. Morty vide la Morte stare in piedi in modo amichevole accanto al re: i suoi occhi si voltarono in alto verso…
…la galleria dei menestrelli.
Morty vide l’arciere, vide l’arco, vide il dardo che stava ora sfrecciando attraverso l’aria alla velocita di un serpente malato. Per quanto fosse lento, lui non riusci a deviarlo. Sembrava passassero ore prima che lui potesse riprendere il controllo delle proprie gambe, pesanti quanto il piombo, ma alla fine riusci a fare in modo che entrambi i piedi gli toccassero il suolo nello stesso momento e scalcio apparentemente con tutta l’accelerazione della spinta continentale.