Mentre si divincolava al rallentatore attraverso l’aria, la Morte gli disse, senza rancore: «NON FUNZIONERA, SAI. E SOLTANTO NATURALE CHE TU DEBBA DESIDERARE DI PROVARCI, MA NON FUNZIONERA.»

Come in un sogno, Morty ando alla deriva attraverso un mondo silente…

Il dardo colpi il bersaglio. La Morte brandi la spada e, con una oscillazione a due mani, la fece passare delicatamente attraverso il collo del re senza lasciare alcun segno. A Morty, che procedeva in una dolce spirale attraverso il mondo crepuscolare, sembro quasi che la sagoma di un fantasma fosse caduta a terra.

Non poteva trattarsi del re in quanto quello stava ancora manifestamente in piedi li, guardando direttamente la Morte con una espressione di estrema sorpresa. C’era un indistinto qualcosa attorno ai suoi piedi e, ad una distanza immensa, la gente stava reagendo con grida e urla.

«UN BEL LAVORETTO PULITO» disse la Morte. «I REALI SONO SEMPRE UN PROBLEMA. TENDONO A DESIDERARE DI OPPORRE RESISTENZA. IL VOSTRO CONTADINO MEDIO DI ADESSO, INVECE, NON VEDE L’ORA DI DIPARTIRE.»

«Chi diavolo sei tu?» chiese il re. «Che stai facendo qui? Eh? Guardie! Coman…»

L’insistente messaggio che gli perveniva dagli occhi riusci alla fine a penetrare fino al suo cervello. Morty era davvero impressionato. Il re Olerve aveva resistito sul suo trono per parecchi anni e, anche da morto, sapeva come comportarsi.

«Oh» disse «ho capito. Non mi aspettavo di vederVi tanto presto.»

«VOSTRA MAESTA» disse la Morte inchinandosi «CAPITA A POCHI.»

Il re si guardo attorno. Era tutto silenzioso e opaco in questo mondo di ombre, ma fuori di esso sembrava esserci una grande eccitazione.

«Quello laggiu sono io, non e vero?»

«TEMO PROPRIO DI SI, SIRE.»

«Lavoretto pulito. Balestra, eh?»

«SI. E ADESSO, SIRE, SE NON VI DISPIACE…»

«Chi e stato?» disse il re. La Morte esito.

«UN ASSASSINO PREZZOLATO AD ANKH-MORPORK» disse.

«Uhmm. Intelligente. Mi congratulo con Sto Helit. Ecco a che mi e servito riempirmi di antidoti. Non esiste antidoto contro il gelido acciaio, eh? Eh?»

«A DIRE IL VERO NO, SIRE.»

«Il vecchio trucco della scala di corda e del cavallo veloce vicino al ponte levatoio, eh?»

«SEMBREREBBE DI SI, SIRE» disse la Morte, prendendo l’ombra del re delicatamente a braccetto. «SE PUO ESSERVI DI CONSOLAZIONE, TUTTAVIA, IL CAVALLO DEVE ASSOLUTAMENTE ESSERE VELOCE.»

«Come?»

La Morte fece in modo che il suo ghigno fisso si allargasse un poco.

«HO UN APPUNTAMENTO COL SUO CAVALIERE PER DOMANI AD ANKH» disse la Morte. «VEDETE, HA CONCESSO AL DUCA DI FORNIRGLI UNA COLAZIONE AL SACCO.»

Il re, la cui estrema adeguatezza per il proprio mestiere stava a indicare che non fosse eccessivamente veloce nel comprendere al volo, riflette su questa cosa per qualche momento e poi emise una breve risata. Noto quindi Morty per la prima volta.

«E questo chi e?» chiese. «Morto anche lui?»

«IL MIO APPRENDISTA» disse la Morte. «E SI BECCHERA UNA BELLA RAMANZINA PRIMA CHE DIVENTI MOLTO PIU VECCHIO, IL BIRBANTE.»

«Morty» disse automaticamente Morty. I suoni della loro conversazione lo mondavano ma lui non riusciva a distogliere gli occhi dalla scena che avevano attorno. Si sentiva reale. La Morte aveva un aspetto solido. Il re sembrava sorprendentemente in forma per essere morto. Ma il resto del mondo era una massa di ombre che fluttuavano. C’erano delle figure piegate sul corpo crollato al suolo che si muovevano attraverso Morty come se non avessero una consistenza maggiore di quella della nebbia. La ragazza era inginocchiata a terra, piangente.

«Quella e mia figlia» disse il re. «Dovrei provare tristezza. Perche non e cosi?»

«LE EMOZIONI VENGONO LASCIATE ALLE SPALLE. E TUTTA UNA QUESTIONE DI GHIANDOLE.»

«Ah. Questo spiega tutto, suppongo. Lei non ci puo vedere, vero?»

«NO.»

«Immagino che io non abbia nemmeno una possibilita di poter…?»

«NESSUNA» disse la Morte.

«Il fatto e che lei diventera regina e se potessi soltanto farle…»

«MI SPIACE.»

La ragazza sollevo lo sguardo, trapassando Morty. Lui vide il duca avvicinarlesi da dietro la schiena e appoggiarle una mano sulla spalla in segno di conforto. Un debole sorriso si insinuo sulle labbra dell’uomo. Era il genere di sorriso che giace sugli scogli affioranti in attesa di nuotatori incauti.

'Non riesco a farmi sentire' disse Morty. 'Non avere fiducia in lui!'

Lei sbircio verso Morty, storcendo gli occhi. Lui allungo una mano e la vide passare direttamente attraverso quella di lei.

«VIENI VIA, RAGAZZO. NIENTE SMANCERIE.»

Morty senti la mano della Morte stringerglisi sulla spalla, ma non in maniera ostile. Si volto, riluttante, seguendo la Morte e il re.

Uscirono passando attraverso una parete. Lui si trovava gia a meta strada dietro di loro quando si rese conto che camminare attraverso le pareti era impossibile.

La logica suicida di questo fatto per poco non lo uccise. Senti il freddo della pietra attorno alle proprie membra prima che una voce nella sua testa dicesse: «CONSIDERA LA COSA IN QUESTO MODO. LA PARETE NON PUO ESSERE LI. IN CASO CONTRARIO TU NON SARESTI RIUSCITO A PASSARCI ATTRAVERSO. NON E COSI, RAGAZZO?»

«Morty» disse Morty.

«COME?»

«Mi chiamo Morty. Oppure Mortimer» disse arrabbiato il ragazzo, spingendosi in avanti. Si lascio la sensazione di freddo alle spalle.

«ECCO FATTO. NON ERA POI TANTO DURO, NO?»

Morty guardo il corridoio in su e in giu e batte una mano sulla parete, per fare una prova. Doveva essere passato attraverso di essa, ma adesso quella sembrava decisamente solida. Piccole particelle di mica rilucevano verso di lui.

«Com’e riuscita a fare una cosa del genere?» chiese. «E come l’ho fatto io? E forse una magia?»

«MAGIA E L’UNICA COSA CHE NON E ASSOLUTAMENTE, RAGAZZO. QUANDO RIUSCIRAI A FARLO PER CONTO TUO, IO NON AVRO PIU NULLA DA INSEGNARTI.»

Il re, che era ormai decisamente piu disinvolto, disse: «E impressionante, ve lo garantisco. A proposito, mi sembra di stare svanendo.»

«E IL CAMPO MORFOGENETICO CHE SI ATTENUA» disse la Morte.

La voce del re non era piu forte di un sussurro. «E allora e cosi?»

«SUCCEDE A TUTTI. CERCATE DI GODERVELA.»

«Come?» Ora la voce non era nulla piu se non un soffio nell’aria.

«SIATE SEMPLICEMENTE VOI STESSO.»

In quel momento il re collasso, diventando sempre piu piccolo nell’aria mentre il campo, alla fine, crollava in un piccolissimo puntino brillante. Successe tutto tanto in fretta che Morty rischio quasi di perdersi la scena. Da fantasma a granello di polvere in un mezzo secondo, con un debole sospiro.

La Morte afferro con delicatezza quella cosa luccicante e la ripose da qualche parte all’interno della sua tunica.

«Che cosa gli e successo?» chiese Morty.

«LO SA SOLTANTO LUI» rispose la Morte. «VIENI.»

«Mia nonna dice che e come addormentarsi» aggiunse Morty con un’ombra di speranza.

«IO NON NE HO LA MINIMA IDEA. NON HO MAI FATTO NESSUNA DELLE DUE COSE.»

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