seduta davanti a un paio di fette di pancetta e uova fritte.»

Albert emise un ghigno. «Oh, non lo fa, ragazzo. Non di solito, almeno. E davvero molto semplice da accontentare, la padrona. Io faccio da mangiare soltanto per me e…» fece una pausa «per la signorina, ovviamente.»

Morty annui. «Tua figlia» disse.

«Mia? Ah!» rispose Albert. «Qui ti sbagli. E figlia sua.»

Morty fisso le uova fritte. Esse lo fissarono di rimando dal loro laghetto di grasso. Albert aveva sentito parlare di tabelle nutritive ed evidentemente non le approvava.

«Stiamo forse parlando della stessa persona?» chiese alla fine. «Alta, vestita di nero, e un po’… ossuta…»

«Adottata» rispose gentilmente Albert. «E una storia piuttosto lunga…»

Risuono una campanella sopra la sua testa.

«…che dovra attendere. Ti vuole vedere nel suo studio. Non le piace essere lasciata ad aspettare. Comprensibile, tutto sommato. Su per le scale, la prima porta a sinistra. Non ti puoi sbagliare…»

«Ci sono ossa e teschio attorno alla porta?» chiese Morty, scostando indietro la sedia.

«E un motivo presente quasi su tutte» sospiro Albert. «E soltanto un suo ghiribizzo. Non significano nulla.»

Lasciando la propria colazione a freddare, Morty si affretto su per gli scalini, lungo il corridoio e si fermo di fronte alla prima porta. Sollevo una mano per bussare.

«ENTRA.»

La maniglia si abbasso per conto suo. La porta si apri verso l’interno.

La Morte era seduta dietro a una scrivania e fissava con grande concentrazione un librone dalla copertina di cuoio che era quasi piu grosso della stessa scrivania. Sollevo lo sguardo quando Morty entro, tenendo un dito calcareo fermo su un punto e fece un sogghigno. Non aveva grande alternativa.

«AH» disse. Quindi si fermo. Si gratto poi il mento producendo un rumore simile a quello di un’unghia che scorre sui denti di un pettine.

«CHI SEI TU, RAGAZZO?»

«Morty, signora. Il suo apprendista. Si ricorda?»

La Morte lo fisso per qualche tempo. Poi i suoi occhi dalle scintille blu si riportarono sul libro.

«OH, GIA» disse «MORTY. BENE, RAGAZZO, DESIDERI SINCERAMENTE IMPARARE GLI ESTREMI SEGRETI DEL TEMPO E DELLO SPAZIO?»

«Si, signora. Penso di si, signora.»

«BENE. LE SCUDERIE SI TROVANO SUL RETRO. LA PALA E APPESA GIUSTO ALL’INTERNO DELLA PORTA.»

Abbasso lo sguardo. Rialzo lo sguardo. Morty non si era mosso.

«E FORSE POSSIBILE CHE TU NON SIA RIUSCITO A COMPRENDERMI?»

«Non completamente, signora» disse Morty.

«STERCO, RAGAZZO. STERCO. ALBERT TIENE UN CUMULO DI LETAME IN GIARDINO. RITENGO CHE CI SIA UNA CARRIOLA DA QUALCHE PARTE NELLA TENUTA. PORTACELO CON QUELLA.»

Morty annui mestamente. «Si, signora. Ho capito, signora. Signora?»

«SI?»

«Signora, non riesco a capire che cosa abbia a che fare questo con i segreti del tempo e dello spazio.»

La morte non sollevo lo sguardo dal libro.

«QUESTO» disse «E IL MOTIVO PER CUI TI TROVI QUI: PER IMPARARE.»

E un dato di fatto che sebbene la Morte del Mondo Disco e, secondo le sue stesse parole, una PERSONIFICAZIONE ANTROPOMORFICA, aveva ormai da molto tempo smesso di usare i tradizionali scheletri di cavallo, a causa della seccatura di doversi fermare in continuazione per rimettere insieme i pezzi. Adesso i suoi cavalli erano tutte bestie in carne ed ossa e della razza piu pregiata.

Morty scopri che erano, inoltre, anche molto ben nutriti.

Alcuni lavori offrono incrementi. Questo offriva… be’, decisamente il contrario, ma almeno si svolgeva al caldo ed era piuttosto facile da imparare. Dopo un po’ il ragazzo riusci ad entrare nel ritmo giusto e comincio a fare fra se e se il gioco relativo alla misurazione delle piccole quantita in cui ognuno si cimenta in queste circostanze. 'Vediamo un po’' penso 'ho fatto quasi un quarto, diciamo un terzo, e cosi quando avro terminato quell’angolo vicino al fienile saro gia a piu della meta, diciamo cinque ottavi, che significa altri tre carichi di carriola…' Tutto questo non dimostra nulla, a parte che lo sconvolgente splendore dell’universo e molto piu semplice da fronteggiare se riesci a pensarlo come una serie di pezzettini.

Il cavallo lo guardava dalla sua stalla e cercava occasionalmente di mangiargli i capelli con atteggiamento amichevole.

Dopo qualche tempo, Morty si rese conto che c’era anche qualcun altro che lo stava osservando. La ragazza, Ysabell, era appoggiata sulla mezza porta e si teneva il mento fra le mani.

«Sei un servo?» gli chiese.

Morty si raddrizzo.

«No» disse «sono un apprendista.»

«Che cosa sciocca. Albert dice che tu non puoi essere un apprendista.»

Morty si concentro sul sollevare una palata piena sopra la carriola. 'Ancora due palate, diciamo tre se ben pressate, e significa che con altre quattro carriole, insomma, diciamo cinque, sono gia arrivato a meta di…'

«Lui dice» riprese Ysabell a voce piu alta «che gli apprendisti diventano poi maestri e che non ci puo essere piu di una Morte. E cosi tu sei soltanto un servo e devi fare quello che io ti ordino.»

'…e poi con altre otto carriole significa che sono arrivato fino alla porta, che vuol dire circa due terzi dell’intero lavoro, e cioe…'

«Hai sentito quello che ti ho detto, ragazzo?»

Morty annui. 'E poi con altre quattordici carriole, solo che e meglio calcolarne quindici perche non ho spazzato via proprio bene nell’angolo, e…'

«Hai perduto la lingua?»

«Morty» disse Morty con delicatezza.

Lei lo guardo furibonda. «Cosa?»

«Mi chiamo Morty» disse Morty. «Oppure Mortimer. La maggior parte della gente mi chiama Morty. Volevi parlarmi di qualche cosa?»

La ragazza rimase priva di parole per qualche istante, facendo rimbalzare lo sguardo dal volto di lui alla pala e viceversa.

«Soltanto che mi e stato detto di andare avanti col lavoro» disse Morty.

Lei esplose.

«Perche sei qui? Perche mia madre ti ha portato qui?»

«Mi ha assunto alla fiera» rispose Morty. «Tutti i ragazzi sono stati assunti. E anche io.»

«E tu volevi essere assunto?» chiese bruscamente lei. «Lei e la Morte, sai. La truce Mietitrice. Lei e molto importante. Non e una cosa che tu puoi diventare, e qualcosa che sei.»

Morty fece un vago cenno in direzione della carriola.

«Mi aspetto che le cose si risolvano per il meglio» disse lui. «Mio padre dice che di solito succede cosi.»

Prese la pala, si volto e fece un sorrisetto al fondoschiena del cavallo quando udi Ysabell sbuffare e andarsene via.

Morty lavoro incessantemente attraverso i sedicesimi, gli ottavi, i quarti e i terzi, scorrazzando con la carriola in giardino fino al cumulo di letame vicino all’albero di mele.

Il giardino della Morte era grande, pulito e davvero ben tenuto. Era anche molto, molto nero. L’erba era nera. I fiori erano neri. Nere mele spuntavano tra le nere foglie di un nero albero di mele. Perfino l’aria sembrava color inchiostro.

Dopo un po’ Morty penso di riuscire a distinguere… no, non era nemmeno possibile immaginare di riuscire a

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