stretta crocchia cambiando colore ed allungandosi. Il suo corpo si raddrizzo. Le rughe si spianarono e scomparvero. Il suo vestito grigio di lana si mosse come la superficie del mare e fini col sottolineare delle forme completamente differenti e conturbanti.
Lei abbasso lo sguardo, emise una risatina soffocata e muto il vestito in qualcosa di aderente e dal color verde foglia.
«Che ne pensi, Morty?» chiese. La sua voce era stata rotta e tremolante, prima. Adesso ricordava il muschio, lo sciroppo di melassa e altre cose che mandarono il pomo d’adamo di Morty su e giu come una pallina di gomma appesa ad un elastico.
«…» fu tutto quel che riusci a dire e strinse forte la falce fra le mani finche le nocche non gli divennero esangui.
Lei gli si avvicino come un serpente che procede in quarta.
«Non ho sentito» disse, come se stesse facendo le fusa.
«M-m-m-molto graziosa» disse lui. «E cosi che… che eri?»
«E come sono sempre stata.»
«Oh» disse Morty fissandosi i piedi. «Io adesso dovrei portarti via» aggiunse.
«Lo so» rispose lei «ma io rimarro qui!»
«Non puoi farlo! Voglio dire…» lui cerco disperatamente le parole adatte… «vedi, se resterai qui ti disperderai diventando sempre piu sottile, finche…»
«Penso che mi piacera» disse lei fermamente. Si chino in avanti e gli dette un bacio privo di sostanza quanto un sospiro di effimera, dissolvendosi mentre cosi faceva, finche non rimase soltanto il bacio, proprio come successe al gatto Cheshire, soltanto in modo ben piu erotico.
«Riguardati, Morty» disse la voce di lei nel suo cervello. «Potresti anche voler mantenere il tuo lavoro, ma sarai mai in grado di lasciarlo?»
Morty rimase in piedi li, come un idiota, tenendosi la guancia. Gli alberi attorno alla radura tremarono per un istante, si udi il suono di una risata nella brezza e poi il silenzio si ricompose, glaciale.
Il dovere lo richiamo attraverso le foschie rosa della sua mente. Afferro la seconda clessidra e la guardo con attenzione. La sabbia era quasi completamente esaurita.
Lo stesso vetro era decorato con petali di loto. Quando Morty lo colpi leggermente col dito esso emise una specie di 'ommm'.
Morty corse attraverso la neve scricchiolante verso Binky e monto in sella con un balzo. Il cavallo sollevo la testa, indietreggio e si lancio verso le stelle.
Giganti correnti silenziose di fiamme verdi e azzurre pendevano dal tetto del mondo. Veli di bagliore color ottarino danzavano lentamente e maestosamente sopra il Disco mentre il fuoco dell’Aurora Corioli, l’immensa discarica di magia del campo permanente del Disco, atterrava sulle verdi montagne ghiacciate del Centro.
La cuspide centrale del Cori Celesti, dimora degli dei, era una colonna alta dieci miglia di fuoco ghiacciato lampeggiante.
Era una visuale osservata soltanto da pochi uomini e Morty non era uno di quelli, visto che stava appoggiato al collo di Binky, aggrappandosi per non cadere mentre avanzavano attraverso il cielo notturno alla testa di una coda di cometa di vapore.
C’erano anche altre montagne ammassate attorno al Cori. Al confronto, esse non sembravano nulla di piu di termitai, sebbene in realta ognuna di esse possedesse un maestoso assortimento di colli, crinali, pareti, dirupi, pendii sassosi e ghiacciai che qualsiasi normale catena montuosa avrebbe gradito poter rivendicare come proprio.
Tra le piu alte di esse, ad una estremita di una vallata a forma di imbuto, abitavano gli Ascoltatori.
Si trattava di una delle sette religiose piu antiche del Disco, sebbene anche gli stessi dei fossero divisi rispetto al fatto che gli Ascoltatori rappresentassero una religione vera e propria. Tutto questo aveva evitato che il loro tempio venisse spazzato via da un paio di valanghe ben indirizzate, visto che anche gli dei erano curiosi di sapere che cosa gli Ascoltatori potessero Sentire. Se esiste una cosa che infastidisce davvero un dio e di non sapere qualche cosa.
A Morty occorsero parecchi minuti per arrivarvi. Una fila di puntini potrebbe riempire comodamente il tempo, ma il lettore stara gia notando la strana forma del tempio… arrotolato come una gigantesca ammonite bianca al fondo della vallata… e desiderera, probabilmente, qualche spiegazione.
Il fatto e che gli Ascoltatori stanno cercando di scoprire che cosa ha detto precisamente il Creatore quando ha creato l’universo.
La teoria e alquanto semplice.
E ovvio che nulla di quello che ha fatto il Creatore puo mai venire distrutto, il che significa che la eco di quelle prime sillabe deve essere ancora in giro da qualche parte, balzando e rimbalzando contro tutta la materia del cosmo ma ancora udibile per un ascoltatore veramente bravo.
In epoche remote, gli Ascoltatori avevano scoperto che il ghiaccio e il caso avevano scavato questa vallata rendendola un perfetto opposto acustico di una vallata che produce una eco e vi avevano costruito il loro tempio a piu camere nella esatta posizione che occupa una poltrona nella casa di uno sfegatato fanatico di Hi-fi. Deflettori complessi intrappolavano e amplificavano il suono che veniva incanalato su per la valle gelata, veicolandolo verso l’interno nella camera centrale in cui, a ogni ora del giorno e della notte, erano sempre seduti tre monaci svegli.
In ascolto.
C’erano pero alcuni problemi causati dal fatto che essi non udivano soltanto le flebili eco delle prime parole, ma anche ogni altro suono prodotto sul Disco. Per estrapolare il suono delle Parole, dovevano imparare a riconoscere tutti gli altri rumori. Questo richiedeva un certo talento e un novizio veniva accettato per l’addestramento soltanto se era in grado di distinguere, a giudicare solo dal suono, su quale faccia era caduta una moneta alla distanza di un chilometro. Non era pero accolto all’interno dell’ordine finche non avesse saputo anche dire di che colore essa fosse.
Sebbene i Santi Ascoltatori fossero cosi isolati, molte persone avevano intrapreso il pericolosissimo e lunghissimo cammino che arrivava al loro tempio, viaggiando attraverso territori ghiacciati, infestati dai troll, guadando rapidi e gelidi fiumi, arrampicandosi su montagne proibitive, scarpinando per la tundra inospitale per riuscire a salire la stretta scalinata che conduceva nella vallata nascosta e cercare con cuore aperto i segreti dell’essere.
E i monaci gridavano loro dietro: «Abbassate quel maledetto volume!»
Binky arrivo attraverso le cime delle montagne come una foschia bianca, toccando terra nel vuoto nevoso di un cortile reso spettrale dalla luce del Disco proveniente dal cielo. Morty balzo giu dalla sua groppa e corse attraverso i chiostri silenti fino alla stanza in cui l’ottantottenne abate giaceva morente, circondato dai suoi devoti seguaci.
I passi di Morty rimbombavano mentre lui si affrettava attraverso il pavimento dal complesso disegno a mosaico. I monaci stessi indossavano sovrascarpe di lana.
Raggiunse il letto e si fermo un istante, aggrappandosi alla falce per riprendere fiato.
L’abate, che era piccolo, completamente calvo e aveva piu rughe di un sacchetto pieno di prugne secche, apri gli occhi.
«Sei in ritardo» sussurro, poi mori.
Morty degluti, ansimo e lo fendette con la falce con un lento movimento ad arco. Nonostante tutto fu piuttosto preciso: l’abate si sedette, lasciando la salma dietro di se.
«Nemmeno un minuto di anticipo» disse con una voce che soltanto Morty poteva udire. «Mi sono spaventato per un istante.»
«Tutto a posto?» chiese Morty. «Adesso pero devo scappare…»
L’abate balzo giu dal letto e si incammino verso Morty passando attraverso i ranghi dei suoi seguaci dolenti.
«Non scappar via» disse. «Aspetto sempre con ansia queste chiacchierate. Che e successo alla solita tipa?»
«Solita tipa?» chiese Morty sconcertato.
«Alta. Mantello nero. Non le danno abbastanza da mangiare, a giudicare dall’aspetto» disse l’abate.