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«Esattamente lei» rispose allegramente l’abate. Morty resto a bocca aperta.
«Sei morto un sacco di volte, eh?» riusci a dire Morty.
«Abbastanza. Abbastanza. Ovviamente» rispose l’abate «una volta che hai capito come si fa e solo una questione di pratica.»
«Davvero?»
«Dobbiamo andare» disse l’abate. La bocca di Morty si richiuse di scatto.
«E esattamente quello che stavo cercando di dire» disse.
«Se soltanto mi potessi lasciare giu nella vallata» continuo a dire placidamente il piccolo monaco. Supero impettito Morty e si diresse verso il cortile. Morty fisso per un attimo il pavimento e poi gli corse dietro in una maniera che sapeva essere estremamente poco professionale e dignitosa.
«Adesso stammi a sentire…» comincio a dire.
«Ricordo che quell’altra aveva un cavallo che si chiamava Binky» disse con gentilezza l’abate. «Hai rilevato il suo esercizio?»
«Esercizio?» domando Morty, ora completamente perduto.
«O qualsiasi cosa fosse. Scusami» disse l’abate «non so con esattezza come sono organizzate queste cose, ragazzo.»
«Morty» disse Morty con espressione assente. «E penso che tu sia tenuto a tornare indietro con me. Se non ti dispiace» aggiunse, in quello che sperava fosse un atteggiamento autoritario e deciso. Il monaco si volto e gli sorrise con delicatezza.
«Mi piacerebbe proprio potere» disse. «Forse un giorno. Ora, se mi potessi dare un passaggio fino al villaggio piu vicino, suppongo che mi si stia per concepire piu o meno adesso.»
«Concepire? Ma se sei appena morto!» disse Morty.
«Si, pero, vedi, ho quello che tu potresti definire un abbonamento stagionale» spiego l’abate.
Morty comincio a vederci chiaro anche se molto lentamente.
«Oh» disse «ho sentito parlare di una cosa del genere. Reincarnazione, eh?»
«Quella e la parola. Fino a ora cinquantatre volte. Oppure cinquantaquattro.»
Binky sollevo lo sguardo mentre i due si avvicinavano e, quando l’abate gli accarezzo il muso, fece un breve cenno col capo dimostrando di averlo riconosciuto. Morty balzo in sella e aiuto a salire anche l’abate dietro di se.
«Deve essere molto interessante» disse mentre Binky si sollevava allontanandosi dal tempio. Nella scala assoluta dei luoghi comuni questo commento doveva inoltrarsi di parecchio all’interno dei numeri negativi, ma Morty non riusciva a pensare a nulla di meglio da dire.
«No, non deve necessariamente esserlo» replico l’abate. «Tu pensi che debba esserlo in quanto credi che io possa ricordare tutte le mie vite, ma ovviamente non posso. Non mentre sono vivo, almeno.»
«A questo non avevo pensato» ammise Morty.
«Immagina di dovere imparare cinquanta volta come si va al gabinetto.»
«Niente da rimpiangere, ritengo» disse Morty.
«Hai ragione. Se potessi ricominciare da capo non mi reincarnerei. Oltretutto proprio quando comincio a capire come stanno le cose, quei giovanotti arrivano giu dal tempio cercando un ragazzino concepito nell’ora in cui e morto il vecchio abate. Si puo essere meno fantasiosi di cosi? Fermati qui un momento, per favore.»
Morty abbasso lo sguardo.
«Siamo a mezz’aria» disse dubbioso.
«Non ti tratterro nemmeno un minuto.» L’abate scivolo giu dalla groppa di Binky, fece qualche passo nell’aria rarefatta ed emise un clamoroso urlo.
Il grido sembro proseguire per parecchio tempo. L’abate risali in sella.
«Non ti puoi nemmeno immaginare da quanto tempo non vedevo l’ora di farlo» disse.
C’era un villaggio in una vallata piu bassa a qualche chilometro di distanza dal tempio, che veniva usato come una specie di industria di servizio. All’aspetto sembrava essere composto da casette sparse a casaccio, piccole ma isolate acusticamente in modo perfetto.
«Va bene qualsiasi posto» disse l’abate. Morty lo lascio pochi passi al di sopra della neve in un punto in cui le casette sembravano essere piu fitte.
«Spero che la tua prossima vita sia un po’ migliore» disse.
L’abate alzo le spalle.
«Si puo sempre sperare» rispose. «Adesso avro comunque una pausa di nove mesi. La vista non e un gran che, ma almeno si sta al caldo.»
«Addio, allora» disse Morty «devo correr via.»
«Au revoir» rispose l’abate tristemente e si volto.
I fuochi delle Luci del Centro stavano ancora gettando la loro illuminazione tremolante attraverso il paesaggio. Morty sospiro e allungo una mano per tirar fuori la terza clessidra.
Il contenitore era d’argento, decorato con piccole corone. Vi era rimasta pochissima sabbia.
Morty, avendo la sensazione che la notte gli avesse gia fatto passare esperienze terribili e che non potesse andare peggio di cosi, la giro con attenzione per dare un’occhiata al nome…
La principessa Keli si sveglio.
Aveva sentito il rumore di qualcuno che non emette alcun suono. Tutte storie quelle riguardanti piselli e materassi… la pura selezione naturale aveva stabilito, nel corso degli anni, che le famiglie reali che sopravvivevano piu a lungo erano quelle i cui membri erano in grado di distinguere un assassino nel buio per il rumore che quello era sufficientemente intelligente da non produrre, perche, nel giro dei cortigiani, c’era sempre qualcuno pronto a fare a fette un erede con un coltello.
Lei rimase sdraiata nel letto, chiedendosi cosa fare. Aveva un pugnale sotto il cuscino. Comincio a far scivolare una mano sotto le lenzuola, mentre sbirciava tutto attorno alla stanza, con gli occhi mezzi chiusi, alla ricerca di ombre poco familiari. Era consapevolissima del fatto che se avesse in qualche modo fatto capire di non essere addormentata non avrebbe avuto mai piu l’occasione di svegliarsi.
Dalla grande finestra penetrava un pochino di luce nella camera, all’altra estremita di essa, ma le armature, gli arazzi e gli addobbi assortiti che ingombravano tutta la stanza avrebbero potuto fornire copertura per un’intera armata.
Il coltello doveva essere scivolato dietro alla testiera del letto. Probabilmente non l’avrebbe saputo comunque usare in modo adeguato.
Gridare perche accorressero le guardie, stabili, non sarebbe stata una buona idea. Se c’era qualcuno all’interno della sua camera significava che le guardie dovevano essere state sopraffatte o, quanto meno, rese innocue da una grossa somma di denaro.
C’era uno scaldino sul pavimento accanto al caminetto. Sarebbe potuto servire come arma?
Si udi un debolissimo rumore metallico.
Forse gridare non sarebbe poi stata un’idea cosi malvagia, dopo tutto…
La finestra implose. Per un istante, Keli vide, incorniciata da fiamme infernali azzurre e purpuree, una figura incappucciata piegata sulla groppa di uno dei cavalli piu grossi che lei avesse mai visto.
C’
Al rallentatore, lei guardo affascinata il braccio che si sollevava mentre il cavallo galoppava alla velocita di un ghiacciaio sul pavimento. Ora il coltello si trovava sopra di lei e cominciava la propria discesa, il cavallo stava indietreggiando e il cavaliere si trovava in piedi sulle staffe, brandendo uno strano tipo di arma la cui lama lacero la lenta aria con un rumore simile a quello di un dito che passa sull’orlo di un bicchiere umido…
La luce svani. Si senti un attutito tonfo al suolo, seguito da una risonanza metallica.
Keli trasse un profondo respiro.
Immediatamente le venne posta una mano sulla bocca e una voce preoccupata disse: «Se griderai, me ne rammarichero molto. Ti prego! Ho gia guai piu che a sufficienza per come stanno le cose.»
Chiunque potesse esprimere con la voce una tale quantita di sconcertanti preghiere doveva essere o sincero oppure un attore talmente bravo da non aver certo bisogno di abbassarsi agli assassinii per potere sbarcare il