«C’e una clessidra per ognuno, Albert?»
«Si.»
«Questo posto non sembra sufficientemente grande.»
«Non sai nulla di topografia m-dimensionale?»
«Ehm. No.»
«Allora io eviterei di esternare opinioni, se fossi in te» disse Albert.
Si fermo di fronte ad una scansia carica di clessidre, getto un’occhiata al pezzo di carta, fece scorrere la mano lungo la fila e, repentinamente, ne afferro una.
Il bulbo superiore era quasi vuoto.
«Tieni questa» disse. «Se questa e giusta allora l’altra dovrebbe essere qui nelle vicinanze. Ah, Eccola qui.»
Morty si rigiro le due clessidre fra le mani. Una aveva tutti i segni caratteristici di una vita importante, mentre l’altra era tozza e alquanto insignificante.
Morty lesse i nomi. Il primo sembrava appartenere ad un nobile delle regioni dell’Impero Agateo. Il secondo era una collezione di pittogrammi che egli ritenne fossero originari del Klatch.
«A te» sogghigno Albert. «Prima cominci, prima avrai finito. Ti portero Binky davanti al portone d’ingresso.»
«I miei occhi ti sembrano a posto?» chiese Morty con atteggiamento ansioso.
«Non riesco a vederci niente di strano» rispose Albert. «Un po’ arrossati esternamente, un po’ piu azzurri del solito, niente di speciale.»
Morty lo segui nel percorso a ritroso oltre le lunghe scaffalature di clessidre, con aspetto pensieroso. Ysabell lo guardo prendere la spada dalla rastrelliera accanto alla porta e saggiarne il filo agitandola nell’aria, proprio come faceva la Morte, sogghignando in modo cupo al soddisfacente suono del rombo di tuono.
Lei riconobbe perfino la camminata. Lui stava
«Morty?» sussurro lei.
«SI?»
«Ti sta accadendo qualcosa.»
«LO SO» disse Morty. «Pero penso di riuscire a controllarlo.»
Udirono il rumore di zoccoli all’esterno e Albert apri la porta entrando e sfregandosi le mani.
«Benissimo, ragazzo, non c’e tempo per…»
Morty estrasse la spada stendendo completamente il braccio. Essa fendette l’aria producendo un rumore simile alla seta che si strappa e si infilzo nello stipite vicino all’orecchio di Albert.
«IN GINOCCHIO, ALBERT MALICH.»
Albert rimase a bocca spalancata. Gli occhi gli rotearono di fianco verso la lama luccicante che si trovava a pochi centimetri dalla sua testa e poi si restrinsero in due fessure sottili.
«Non oserai certamente, ragazzo» disse.
«MORTY.» Le sillabe schioccarono fuori veloci quanto una sferzata di frusta e doppiamente rabbiose.
«C’era un patto» disse Albert, ma nella sua voce filtrava la tipica cantilena del dubbio. «Esisteva un accordo.»
«Non con me.»
«C’era un accordo! Dove andremmo a finire se non potessimo rispettare un accordo?»
«Non so dove andrei a finire io» disse con voce profonda Morty. «PERO SO DOVE ANDRESTI A FINIRE TU.»
«Non e giusto!» Ora si trattava soltanto di un lamento.
«NON C’E GIUSTIZIA. CI SONO SOLTANTO IO.»
«Smettila» disse Ysabell. «Morty, ti stai comportando da sciocco. Tu non puoi uccidere nessuno, qui. E poi, non vorrai davvero uccidere Albert.»
«Non qui. Pero potrei rispedirlo indietro nel mondo.»
Albert sbianco.
«Non lo faresti!»
«Ah, no? Posso portarti indietro e lasciarti li. Non penso che ti sia rimasto molto tempo, non e cosi? NON E COSI?»
«Non parlare in quel modo» disse Albert, non riuscendo comunque a sostenere il suo sguardo. «Sembri la Padrona quando parli in quel modo.»
«Potrei essere ben peggiore della Padrona» disse Morty con tranquillita. «Ysabell, puoi andare a prendere il libro di Albert, per favore?»
«Morty, penso davvero che tu sia…»
«DEVO CHIEDERLO UN’ALTRA VOLTA?»
Lei corse via dalla stanza, pallida in volto.
Albert getto un’occhiata in tralice a Morty per tutta la lunghezza della spada e fece un sorrisetto storto, un sorriso che non aveva nulla a che fare con l’umorismo.
«Non sarai in grado di controllarlo per sempre» disse.
«Non mi interessa nemmeno. Voglio soltanto controllarlo per un periodo di tempo sufficiente.»
«Adesso sei ricettivo, vedi? Quanto piu la Padrona resta lontana, tanto piu tu diventi come lei. L’unica cosa e che per te sara peggiore, perche ricorderai tutto del fatto che sei umano e…»
«E tu, allora?» disse seccamente Morty. «Che riesci a ricordare, tu, del fatto di essere umano? Se tornassi indietro, quanta vita ti resterebbe da vivere?»
«Novantun giorni, tre ore e cinque minuti» rispose immediatamente Albert. «Sapevo di averla alle calcagna, capisci? Qui, pero, sono al sicuro e lei non e una cattiva padrona. A volte non so che cosa farebbe senza di me.»
«Gia, nessuno muore nel regno della Morte. E a te piace questa cosa?» domando Morty.
«Io ho piu di duemila anni, io. Ho vissuto piu a lungo di chiunque altro al mondo.»
Morty scosse la testa.
«Non lo hai fatto e lo sai bene» disse. «Hai soltanto allungato un po’ le cose. Nessuno puo effettivamente sostenere di vivere, qui. Il tempo, in questo posto, e soltanto una finzione. Non e reale. Nulla cambia. Preferirei morire e vedere che cosa succede dopo piuttosto che passare qui l’eternita.»
Albert si gratto il naso in maniera riflessiva. «Si, tu potresti anche» ammise «ma io ero un mago, sai. Ero anche piuttosto bravo. Mi hanno eretto una statua, sai. Ma non vivi una vita lunga, da mago, senza crearti un bel po’ di nemici, vedi, alcuni che ti aspetteranno… dall’Altra Parte.»
Tiro su col naso. «E non hanno nemmeno tutti due gambe. Alcuni di essi non ne hanno affatto. Ne hanno volti. La Morte non mi spaventa. Quello che viene dopo, si.»
«Allora aiutami.»
«Che cosa me ne verra di buono?»
«Un giorno potresti avere bisogno di amici dall’Altra Parte» rispose Morty. Penso per qualche secondo, poi aggiunse «se fossi in te, non mi dispiacerebbe affatto dare alla mia anima una classica lucidatina dell’ultimo minuto. Alcuni di quelli che ti aspettano potrebbero non gradirne il sapore.»
Albert rabbrividi e chiuse gli occhi.
«Tu non sai quello di cui stai dicendo» aggiunse con piu sentimento che grammatica «oppure non lo diresti. Che vuoi da me?»
Morty glielo disse.
Albert emise una risata chioccia.
«Soltanto questo? Soltanto cambiare la Realta? Non si puo. Non esiste piu una magia sufficientemente potente. I Grandi Incantesimi avrebbero potuto farlo. Niente altro. E questo e quanto, cosi potresti anche fare quello che meglio credi e sperare che ti vada nel miglior modo possibile.»
Ysabell torno indietro con il fiato un po’ corto, stringendo al petto l’ultimo volume della vita di Albert. Questi tiro nuovamente su col naso. La piccola goccia che pendeva dalla punta di esso riusciva ad affascinare Morty. Era sempre sul punto di cadere ma non ne aveva mai il coraggio. Proprio come lui, penso Morty.