«Non mi puoi fare assolutamente nulla con quel libro» disse il vecchio mago in tono bellicoso.
«Non intendo nemmeno farlo. Mi sovviene pero che non saresti diventato un potente mago se avessi detto sempre la verita. Ysabell, leggi un po’ a voce alta che cosa c’e scritto.»
«'Albert lo guardo, incerto'» lesse Ysabell.
«Non puoi credere a tutto quello che c’e scritto li…»
«'…esclamo lui, sapendo nella piu profonda voragine del suo cuore che Morty era sicuramente in grado di farlo'» lesse Ysabell.
«Basta!»
«'grido lui, cercando di riporre nel fondo della sua mente la consapevolezza che anche se la Realta non poteva venire fermata, era comunque possibile rallentarla leggermente.'»
«COME?»
«'declamo Morty con la plumbea tonalita della Morte'» comincio a dire Ysabell diligentemente.
«Si, si, d’accordo, non hai bisogno di soffermarti su quello che dico io» disse seccamente Morty, irritato.
«Ti chiedo scusa per essere viva, stai tranquillo.»
«NESSUNO VIENE PERDONATO PER ESSERE VIVO.»
«E non parlarmi con quel tono, grazie. A
«Dimmi come, mago» disse Morty.
«La mia magia e tutto quello che mi e rimasto!» piagnucolo Albert.
«Non ne hai bisogno, vecchio avaraccio.»
«Tu non mi spaventi, ragazzo…»
«RIPETIMELO GUARDANDOMI IN FACCIA.»
Morty schiocco le dita con atteggiamento imperioso. Ysabell piego nuovamente la testa sul libro.
«'Albert guardo nel bagliore azzurrino di quegli occhi e l’ultimo briciolo di sfida si dissolse in lui'» lesse la ragazza «'in quanto non vi vide soltanto la Morte, ma la Morte con tutto il contorno umano di vendetta, crudelta e disgusto e, con tremenda certezza, si rese conto che quella fosse per lui l’ultima opportunita e che Morty lo avrebbe rispedito indietro nel Tempo, lo avrebbe cacciato giu, preso e portato fisicamente nelle Dimensioni Sotterranee in cui creature orrende puntini, puntini, puntini'» termino lei. «Ci sono soltanto puntini per una mezza pagina.»
«Perche il libro non osa nemmeno menzionarle» sussurro Albert. Cerco di chiudere gli occhi ma le immagini nell’oscurita dietro le sue palpebre erano talmente vivide che li riapri subito. Perfino Morty era migliore di quelle.
«D’accordo» disse. «Esiste un incantesimo. Rallenta il tempo in una piccola zona. Lo scrivero, ma dovrai trovare un mago che lo pronunci.»
«Posso farlo.»
Albert fece scorrere la lingua, come una vecchia luffa, sulle labbra aride.
«Tuttavia voglio un compenso» aggiunse. «Devi prima svolgere il tuo Servizio.»
«Ysabell?» disse Morty. Lei guardo la pagina che aveva di fronte.
«Dice sul serio» confermo lei. «Se non lo farai andra comunque tutto storto e lui ripiombera necessariamente nel Tempo.»
Si voltarono tutti e tre per guardare la grande pendola che dominava il corridoio. Il suo pendolo segava lentamente l’aria, tagliando il tempo in piccoli pezzi.
Morty gemette.
«Non c’e tempo sufficiente!» gemette ancora. «Non posso fare entrambe le cose in tempo!»
«La Padrona lo avrebbe trovato» osservo Albert.
Morty estrasse la lama dallo stipite e la agito furiosamente ma inefficacemente verso Albert, che indietreggio.
«Scrivi l’incantesimo, allora» grido. «E fallo in fretta!»
Si giro sui tacchi e incedette impettito nello studio della Morte. C’era un grande disco del mondo in un angolo, completo anche dei solidi elefanti d’argento appoggiati sulla schiena della Grande A’Tuin fusa in bronzo, lunga piu di un metro. I grandi fiumi erano rappresentati da vene di giada, i deserti da polvere di diamante e le citta piu importanti erano poste in rilievo con pietre preziose: Ankh-Morpork, per esempio, era un rubino rosso acceso.
Appoggio le due clessidre sulle approssimative abitazioni dei loro proprietari e crollo nella poltrona della Morte, fissandole, desiderando ardentemente che fossero piu vicine. La poltrona cigolo debolmente mentre lui spostava il proprio peso, guardando con ira il piccolo disco.
Dopo qualche minuto entro Ysabell, camminando con passo felpato.
«Albert ha scritto tutto» disse con voce tranquilla «ho controllato sul libro. Non si tratta di un trucco. Lui e sparito e si e chiuso a chiave nella sua stanza, adesso, e…»
«Guarda queste due! Insomma, vuoi guardare?»
«Penso che ti dovresti calmare un momentino, Morty.»
«Come posso calmarmi? Guarda: questa si trova quasi nel Grande Nef,
«Sono certa che troverai un sistema. E io ti aiutero.»
Lui la guardo per la prima volta e vide che la ragazza stava indossando il cappotto da viaggio, quello assolutamente inopportuno con un gran collo di pelliccia.
«Tu? Che potresti fare tu?»
«Binky non fa alcuna fatica a portare due persone» rispose Ysabell in tono mite. Agito un pacchetto in maniera vaga. «Ho preparato qualcosa da mangiare. Potrei… tenere le porte aperte o roba del genere.»
Morty emise una risata priva di umorismo. «NON SARA NECESSARIO.»
«Vorrei che la smettessi di parlare in quel modo.»
«Non posso portarmi dietro altri passeggeri. Mi rallenteresti.»
Ysabell sospiro. «Ascolta, che ne dici di questo? Facciamo finta che abbiamo gia litigato e che io ho vinto. Capito? Ci risparmia un sacco di sforzi. Penso che potresti trovare Binky piuttosto riluttante a partire se non ci sono io. Gli ho allungato un sacco di zollette di zucchero nel corso degli anni. Allora… andiamo?»
Albert stava seduto sullo stretto letto e fissava con aria minacciosa la parete. Udi il rumore di zoccoli di cavallo che cesso improvvisamente quando Binky decollo, e bofonchio qualcosa fra se e se.
Passarono venti minuti. Le espressioni scivolavano sul volto del vecchio mago come ombre di nuvole sul fianco di una collina. Di tanto in tanto sussurrava qualcosa a se stesso come 'glielo avevo detto' oppure 'non me lo sarei mai aspettato' oppure 'bisognerebbe dirlo subito alla Padrona'.
Alla fine sembro aver raggiunto un accordo con se stesso, si inginocchio con circospezione e tiro fuori un tubo ammaccato da sotto il letto. Lo apri con una certa difficolta e srotolo una tunica grigia e impolverata dalla quale caddero al suolo palline di naftalina e lustrini ossidati. La indosso, spazzolo via con le mani il grosso della polvere e striscio nuovamente sotto il letto. Si senti una sequela di improperi attutiti, l’occasionale tintinnio di porcellane e, alla fine, Albert emerse tenendo in mano un bastone piu alto di lui.
Era piu spesso di qualsiasi altro bastone normale, principalmente a causa delle incisioni che lo ricoprivano da cima a piedi. Esse erano, a dire il vero, alquanto indistinte, ma davano l’impressione che, chi avesse potuto vederle meglio, se ne sarebbe certamente pentito.
Si diede un’altra spazzolatina e si esamino con espressione critica nello specchio del lavabo.
A quel punto disse: «Cappello. Niente cappello. Devo avere un cappello per realizzare magie. Maledizione.»
Cammino con passo deciso fuori dalla stanza e torno dopo un quarto d’ora di strenuo lavoro che incluse un grosso buco circolare lasciato sul tappeto della camera di Morty, l’asportazione della carta argentata dalla parte posteriore dello specchio della stanza di Ysabell, il recupero di ago e filo dalla cassetta che si trovava sotto il lavandino della cucina e la sottrazione di qualche lustrino dal fondo della cassapanca dei vestiti. Il risultato finale