Albert afferro il mago che cercava disperatamente di passare attraverso una parete. L’uomo si mise a piagnucolare.

«D’accordo, d’accordo, lo ammetto! Quella volta ero ubriaco, mi creda, non volevo farlo, oddio, mi dispiace, mi dispiace tanto…»

«Che stai blaterando, amico?» domando Albert realmente sconcertato.

«…e allora mi scusi, se ho cercato di dirle quanto sono spiacente, noi abbiamo…»

«Piantala con queste scemenze!» Albert getto uno sguardo alla scimmia, che gli rivolse un caldo sorriso amichevole. «Come ti chiami, amico?»

«Si, signore, la smettero, signore, immediatamente, niente piu scemenze, signore… Scuotivento, signore. Assistente bibliotecario, se a lei va bene.»

Albert lo squadro da cima a fondo. L’uomo aveva un aspetto disperatamente trasandato, come qualcosa lasciato fuori dalla porta per essere lavato. Decise che se questa era cio che era diventata la magia, allora qualcuno avrebbe dovuto farci qualcosa.

«Quale specie di bibliotecario terrebbe te come assistente?» gli chiese con aria irritata.

«Oook.»

Qualcosa di simile ad un morbido e caldo guanto di pelle cerco di afferrargli la mano.

«Una scimmia! Nella mia Universita!»

«Orangutan, signore. Era un mago ma e stato intrappolato da qualche incantesimo, signore, adesso non vuole che noi lo trasformiamo di nuovo ed e l’unico che sappia dove si trovano i libri» disse in tutta fretta Scuotivento. «Io gli procuro le banane» aggiunse, sentendo che fosse necessaria una ulteriore spiegazione.

Albert lo fisso con sguardo truce. «Chiudi il becco.»

«Chiudero il becco all’istante, signore.»

«E dimmi dove si trova la Morte.»

«La Morte, signore?» disse Scuotivento indietreggiando verso la parete.

«Alta, scheletrica, occhi azzurri, cammina impettita PARLA IN QUESTO MODO… la Morte. Non l’hai vista, ultimamente?»

Scuotivento degluti. «Ultimamente no, signore.»

«Bene, devo trovarla. Tutte queste follie devono cessare. Le fermero immediatamente, capito? Voglio che gli otto maghi piu anziani si riuniscano qui, subito, nel giro di mezz’ora con tutta l’attrezzatura necessaria per eseguire il Rito di AshkEnte, e chiaro? Non che il tuo aspetto mi ispiri alcuna fiducia. Siete una accolita di saccheggiatori di dispense tutti quanti, e tu smettila di tenermi la mano!»

«Oook.»

«Adesso me ne andro al pub» disse seccamente Albert. «C’e un posto qua attorno in cui vendano una piscia di gatti decente, in questo periodo?»

«C’e il Tamburo, signore» disse Scuotivento.

«Il Tamburo Rotto? In Via della Filigrana? Esiste ancora?»

«Be’ a volte gli cambiano nome e lo ricostruiscono da capo ma il posto e… ehm… nello stesso posto da anni. Ritengo che lei sia piuttosto a secco, eh, signore?» disse Scuotivento, con un’aria sinistramente cameratesca.

«E tu che ne sai?» disse Albert con voce tagliente.

«Assolutamente nulla, signore» rispose prontamente Scuotivento.

«Allora andro al Tamburo. Mezz’ora, bada. E se non mi staranno aspettando tutti quando tornero, allora… be’, faranno meglio ad esserci!»

Usci in un turbine dalla sala sollevando una nuvola di polvere di marmo.

Scuotivento lo guardo allontanarsi. Il bibliotecario lo teneva per mano.

«Sai che cos’e la cosa peggiore?» disse Scuotivento.

«Oook?»

«Io non riesco nemmeno a ricordare di aver camminato sotto ad uno specchio.»

Piu o meno nel momento in cui Albert si trovava al Tamburo Riparato a discutere con l’oste su un sottobicchiere ingiallito che era stato tramandato con cura di padre in figlio attraverso un regicidio, tre guerre civili, sessantuno incendi devastanti, quattrocentonovanta rapine e piu di quindicimila risse da osteria a ricordo del fatto che Alberto Malich doveva ancora alla gestione tre pezzi di rame piu gli interessi che attualmente si aggiravano alla quantita di denaro costudita nelle camere blindate piu grandi del Disco, cosa che dimostrava ancora una volta che un commerciante Ankhiano con un conto a credito non pagato ha il tipo di memoria che farebbe impallidire perfino un elefante… piu o meno in quello stesso momento Binky stava lasciando una scia di vapore nei cieli che sovrastavano il grande e misterioso continente di Klatch.

Ben al di sotto, i tamburi rullavano nelle giungle ombreggiate e profumate e colonne a spirale di foschia salivano da fiumi nascosti in cui bestie prive di nome si acquattavano sotto la superficie e aspettavano che la cena passasse loro davanti.

«Non ce ne sono piu al formaggio, ti dovrai accontentare del prosciutto» disse Ysabell. «Che cosa sono quelle luci laggiu?»

«Le Dighe di Luce» rispose Morty. «Ci stiamo avvicinando.» Tiro fuori la clessidra dalla tasca e controllo il livello della sabbia.

«Ma non siamo ancora abbastanza vicini, maledizione!»

Le Dighe di Luce giacevano come fonti di fulgore dirette verso il Centro, cosa che poi erano in effetti: alcune delle tribu avevano costruito delle muraglie a specchio sulle montagne desertiche per raccogliere la luce del sole del Disco, che era lenta e leggermente pesante. Essa veniva usata come corrente.

Binky si diresse oltre i fuochi degli accampamenti dei nomadi e le silenziose paludi del fiume Tsort. Di fronte ai due ragazzi, scure sagome familiari cominciarono ad apparire al chiaro di luna.

«Le Piramidi di Tsort al chiaro di luna!» disse Ysabell col fiato mozzo. «Come sono romantiche!»

«EDIFICATE CON IL SANGUE DI MIGLIAIA DI SCHIAVI» osservo Morty.

«Ti prego di non dirlo.»

«Mi dispiace, ma la realta del fatto e che quelle…»

«Va bene, va bene, hai vinto» disse Ysabell irritata.

«E uno sforzo immane sotterrare un re morto» disse Morty, mentre scendevano in cerchio su una delle piramidi piu piccole. «Le riempiono di beni di consumo, sai, cosi che quelli possano sopravvivere nell’altro mondo.»

«Funziona?»

«Non particolarmente» Morty si piego in avanti sul collo di Binky. «Ci sono delle torce la sotto» disse. «Tieniti forte.»

C’era una processione che si stava allontanando dalla sequenza di piramidi, aperta da una gigantesca statua di Offler, il Dio Coccodrillo, portata da un centinaio di schiavi sudati.

Binky arrivo al galoppo leggero sopra di essa, senza venire assolutamente notato, ed esegui un perfetto atterraggio a quattro zampe sulla sabbia compatta che si trovava di fronte all’entrata della piramide.

«Hanno messo sottaceto un altro re» disse Morty. Esamino la clessidra al chiaro di luna. Era abbastanza comune, non del tipo di quelle riservate ai regnanti.

«Non si puo trattare di lui» disse Ysabell. «Non possono metterlo sottaceto mentre e ancora vivo, non ti pare?»

«Spero di no perche ho letto da qualche parte che prima che li preparino per la mummificazione, li… ehm… li aprono e tolgono…»

«Non voglio nemmeno sentirlo…»

«…tutte le parti molli» concluse delicatamente Morty. «Anche se la conservazione non funziona sul serio, immagina di dovere andare in giro senza…»

«E allora non sei venuto a prendere il re» disse Ysabell a voce alta. «Di chi si tratta?»

Morty si volto verso l’oscura entrata. Non sarebbe stata sigillata prima dell’alba, per dare tempo all’anima del re di andarsene. Essa sembrava profonda e foriera di disgrazie, suggeriva propositi considerevolmente piu arditi di… come dire… tenere la lama di un rasoio bella affilata.

Вы читаете Morty l’apprendista
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату