Ysabell. 'Perfino il modo in cui cammina…' Ma la paura delle tenebre che la luce stava trascinando verso di lei sopraffece tutti gli altri dubbi e la ragazza continuo a strisciargli dietro, svoltando ad un angolo per trovarsi davanti a quello che sembrava, nell’irregolare bagliore della spada, essere un incrocio fra un tesoro e un attico eccessivamente ingombro.
«Che razza di posto e questo?» sussurro lei. «Non ho mai visto cosi tanta roba!»
«IL RE LA PORTA CON SE NELL’ALTRO MONDO» disse Morty.
«Certamente non crede nella velocita della luce. Guarda, qui c’e una barca intera. E anche una vasca da bagno d’oro!»
«SENZA DUBBIO VUOLE MANTENERSI PULITO PER QUANDO CI ARRIVA.»
«E tutte queste statue!»
«QUESTE STATUE, MI DISPIACE DOVERLO DIRE, ERANO PERSONE. SERVI PER IL RE, CAPISCI.»
Il volto di Ysabell assunse una espressione truce.
«I SACERDOTI LE AVVELENANO.»
Si udi un nuovo gemito proveniente dall’altra parte della stanza sovrarredata. Morty lo segui fino alla sua fonte, avanzando goffamente su tappeti arrotolati, grappoli di datteri, montagne di terrecotte e cumuli di gemme. Il re, evidentemente, non era stato in grado di decidere che cosa lasciare a casa quando aveva intrapreso questo viaggio e cosi aveva stabilito di andare sul sicuro e di portarsi dietro tutto.
«SOLTANTO CHE NON FUNZIONA SEMPRE COSI VELOCEMENTE» aggiunse Morty con espressione triste.
Ysabell si arrampico coraggiosamente dopo di lui e avvisto da sopra una canoa una ragazza gettata su una pila di tappeti.
Indossava dei calzoni di garza, un gile tagliato da una stoffa di dimensione insufficiente e un numero abbastanza cospicuo di bracciali da caviglia da potere ormeggiare una nave di discrete dimensioni. Aveva una macchia verde attorno alla bocca.
«Fa male?» chiese delicatamente Ysabell.
«NO, PENSANO CHE LI PORTI IN PARADISO.»
«Ed e cosi?»
«FORSE, CHI LO SA?» Morty tiro fuori la clessidra da una tasca interna e la controllo al bagliore della spada. Sembrava stesse contando fra se e poi, con un movimento improvviso si getto la clessidra alle spalle e abbasso la spada con l’altra mano.
L’ombra della ragazza si sedette e si stiracchio, emettendo un tintinnio di gioielli fantasma. Vide Morty e piego la testa.
«Mio signore!»
«NON SONO IL SIGNORE DI NESSUNO» disse Morty. «ADESSO CORRI VERSO IL POSTO IN CUI CREDI DI DOVERE ANDARE.»
«Io saro una concubina alla corte celeste del Re Zetesphut, che regnera sulle stelle per sempre» disse lei fermamente.
«Non e una cosa assolutamente necessaria» intervenne Ysabell con voce tagliente. La ragazza si volse verso di lei con occhi sgranati.
«Oh, ma io devo. Mi sono addestrata per questo» aggiunse quella, mentre si dissolveva sparendo alla vista. «Sono riuscita soltanto ad essere una ancella fino ad adesso.»
Scomparve. Ysabell fisso con oscura disapprovazione lo spazio che lei aveva occupato.
«Bene!» disse. «Hai visto quel che aveva addosso?»
«USCIAMO DI QUI.»
«Ma non puo essere vero che il Re Comesichiama regni sulle stelle» brontolo lei mentre si facevano strada fuori dalla stanza affollata. «Non esiste nulla se non spazio vuoto, lassu.»
«E DIFFICILE DA SPIEGARE» disse Morty. «LUI REGNERA SULLE STELLE NELLA SUA MENTE.»
«Con gli schiavi?»
«SE E QUELLO CHE ESSI PENSANO DI ESSERE.»
«Non mi sembra molto giusto.»
«NON C’E GIUSTIZIA» esclamo Morty. «CI SIAMO SOLTANTO NOI.»
Si affrettarono lungo le file di demoni in attesa e stavano gia quasi correndo quando uscirono all’aria notturna del deserto. Ysabell si appoggio contro la ruvida pietra e respiro affannosamente.
Morty non aveva il fiato corto.
Non stava respirando affatto.
«TI PORTERO OVUNQUE TU VOGLIA» disse «POI TI DOVRO LASCIARE.»
«Ma io pensavo che tu volessi salvare la principessa!»
Morty scosse la testa.
«NON HO SCELTA. NON CI SONO SCELTE.»
Lei gli corse incontro e lo afferro per un braccio mentre lui si voltava verso Binky che lo stava aspettando. Il ragazzo le tolse con delicatezza la mano.
«HO FINITO IL MIO APPRENDISTATO.»
«E tutto soltanto nella tua mente!» strillo Ysabell. «Tu sei tutto quello che pensi di essere!»
Ysabell si fermo e abbasso lo sguardo. La sabbia attorno ai piedi di Morty stava cominciando a sollevarsi in piccoli vortici e demoni formati da spirali di polvere.
Si udi uno schianto nell’aria e una sensazione untuosa. Morty sembrava a disagio.
«QUALCUNO STA ESEGUENDO IL RITO DI ASH…» Esso colpi come un martello, una forza che proveniva dal cielo che fece esplodere la sabbia in un cratere. Si sentiva un cupo ronzio e l’odore di latta incandescente.
Morty si guardo attorno nella tempesta di sabbia vorticante, girandosi come in un sogno, solo nel tranquillo fulcro del vortice. Il lampo brillo nella nube turbinante. Nel profondo della sua mente, lui cerco disperatamente di divincolarsi, ma qualcosa lo teneva in pugno e lui non poteva resistere piu di quanto un ago di bussola possa ignorare la forza che gli impone di dirigersi verso il Centro.
Alla fine trovo quello che stava cercando. Era l’arco di una porta bordato di luce color ottarino che conduceva ad un breve tunnel. C’erano delle figure all’altro capo di esso, che gli facevano dei cenni.
«ARRIVO» disse, e poi si volto, udendo un improvviso rumore dietro di se. Settanta chili di giovane carne femminile lo colpirono dritto al petto e lo sollevarono dal terreno.
Morty atterro con Ysabell inginocchiata sopra di lui che lo teneva fermamente per le braccia.
«LASCIAMI ANDARE» esclamo lui. «SONO STATO CONVOCATO.»
«Non tu, idiota!»
Lei fisso all’interno delle pozze azzurre e prive di pupille degli occhi di lui. Era come guardare dentro un tunnel passandovi di corsa. Morty si inarco e grido una imprecazione tanto antica e violenta che, nel forte campo magico, essa prese una forma reale, sbatte le ali di pelle e se la svigno. Un temporale privato si riverso sulle dune di sabbia.
Gli occhi di lui attirarono di nuovo quelli di lei. Ysabell distolse lo sguardo subito prima di cadere come un sasso lungo un pozzo di luce blu.
«TE LO ORDINO.» La voce di Morty avrebbe potuto scavare dei buchi nella pietra.
«La mamma ha provato ad usare quel tono con me per anni» disse lei tranquillamente. «Generalmente quando voleva che pulissi la mia camera da letto. Non ha funzionato nemmeno allora.»
Morty grido un’altra bestemmia, che si materializzo nell’aria e cerco di andarsi a seppellire nella sabbia.
«IL DOLORE…»
«E tutto nella tua testa» disse lei, facendosi forte contro la potenza che voleva trascinarli verso quella scintillante porta. «Tu non sei la Morte. Sei soltanto Morty. Sei tutto quello che pensi di essere.»
Nel centro della azzurra foschia dei suoi occhi erano comparsi adesso due minuscoli puntolini marroni, che venivano a galla a vista.
La tempesta attorno a loro si sollevo e scomparve. Morty strillo.