Nell’assoluto silenzio, una duna di sabbia piu grossa del normale fremette goffamente e poi ricadde al suolo per rivelare Binky che soffiava via sabbia dalle narici e scuoteva la criniera.

Morty apri gli occhi.

Ci dovrebbe essere una parola per descrivere quel brevissimo momento, subito dopo che una persona si e svegliata, quando ha la testa ancora piena di un caldo e rosato nulla. Giace li, interamente priva di pensieri, eccetto che per un crescente sospetto che si stiano dirigendo verso di essa, come una calza carica di sabbia bagnata in un vicolo notturno, tutti i ricordi dei quali farebbe volentierissimo a meno, i quali la portano alla consapevolezza che l’unico fattore lenitivo, nel suo orribile futuro, e la certezza che sara piuttosto breve.

Morty si sedette e si porto le mani alla testa per cercare di farla smettere di svitarsi.

La sabbia accanto a lui si sollevo e Ysabell si porto in posizione seduta. Aveva la testa piena di sabbia e il volto sudicio di polvere di piramide. Alcuni dei suoi capelli si erano arricciati sulle punte. Lei lo fisso in maniera distratta.

«Mi hai colpito?» le chiese lui, toccandosi delicatamente la mascella.

«Si.»

«Oh.»

Lui guardo il cielo come se quello potesse ricordargli delle cose. Doveva trovarsi presto da qualche parte, gli sovveniva. Poi ricordo anche qualcos’altro.

«Grazie» disse.

«Non c’e di che, te lo assicuro.» Ysabell si sollevo in piedi e cerco di spazzolarsi via la polvere e le ragnatele dal vestito.

«Andrai a salvare quella tua principessa?» chiese lei con una certa diffidenza.

La realta interna e personale di Morty lo assali. Lui balzo in piedi con un grido strozzato, vide dei fuochi d’artificio azzurri esplodergli davanti agli occhi e collasso ancora una volta. Ysabell lo afferro sotto le ascelle e lo risistemo in piedi.

«Andiamo giu al fiume» disse la ragazza. «Penso che un sorso d’acqua farebbe bene a tutti.»

«Che cosa mi e successo?»

Lei alzo le spalle nel modo migliore che pote mentre sosteneva il peso di lui.

«Qualcuno ha eseguito il Rito di Ashk-Ente. Mia madre lo odia, dice che la convoca sempre nei momenti piu sconvenienti. La… parte di te che era la Morte e andata e tu sei rimasto qui. Penso. Almeno ti e tornata la voce di prima.»

«Che ore sono?»

«A che ora avevi detto che i sacerdoti avrebbero chiuso la piramide?»

Morty sbircio attraverso occhi lacrimosi in direzione della tomba del re. Era sicurissimo che alcune dita illuminate da torce stavano lavorando alla porta. Presto, secondo la leggenda, i guardiani sarebbero tornati in vita e avrebbero cominciato il loro infinito pattugliamento.

Lui sapeva che lo avrebbero fatto. Ricordava quella conoscenza. Ricordava la sensazione della sua mente fredda come ghiaccio e priva di limiti come il cielo notturno. Ricordava di essere stato richiamato ad una riluttante esistenza nel momento in cui aveva vissuto la prima creatura nella assoluta consapevolezza che sarebbe sopravvissuto alla vita finche l’ultimo essere della natura non fosse arrivato alla propria ricompensa, quando sarebbe poi stato un suo compito, metaforicamente parlando, quello di mettere le seggiole sopra i tavoli e spegnere la luce.

Ricordava la solitudine.

«Non mi lasciare» disse con apprensione.

«Sono qui» rispose lei. «Fino a quando avrai bisogno di me.»

«E mezzanotte» aggiunse lui, offuscato, gettandosi a terra presso il Tsort e piegando la testa indolenzita verso l’acqua. Accanto a se senti un rumore simile ad una vasca da bagno che si stava svuotando quando anche Binky si fece una bevuta.

«Significa forse che siamo ormai in ritardo?»

«Si.»

«Mi dispiace. Avrei voluto poter fare qualcosa.»

«Non c’e niente da fare.»

«Almeno hai mantenuto la promessa fatta ad Albert.»

«Si» disse amaramente Morty. «Almeno ho mantenuto quella.»

Piu o meno alla distanza che passava fra una parte del Disco e l’altra…

Dovrebbe esistere una parola per definire la microscopica scintilla di speranza che non si osa nutrire per paura che il semplice atto del prenderla in considerazione possa farla svanire, che assomiglia leggermente al cercare di guardare un fotone. Si puo solamente scivolargli accanto, guardare oltre esso, camminare oltre esso, aspettando che diventi grande a sufficienza da poter affrontare il mondo.

Morty sollevo la testa gocciolante e guardo verso l’orizzonte al tramonto, cercando di ricordare il grosso modellino del Disco che si trovava nello studio della Morte senza lasciare che l’universo si accorgesse di che cosa avesse in mente in realta.

In momenti come quelli puo sembrare che l’eventualita si trovi in un equilibrio tanto precario che soltanto un pensiero troppo vivo possa distruggere tutto.

Si oriento sfruttando le deboli correnti di Luce del Centro che danzavano contro le stelle e gli sovvenne il corretto pensiero che Sto Lat era… dall’altra parte…

«Mezzanotte» disse a voce alta.

«Mezzanotte passata, adesso» aggiunse Ysabell.

Morty si alzo in piedi cercando di far si che la sua felicita non trasparisse da lui come un raggio e si aggrappo ai finimenti di Binky.

«Forza» disse. «Non abbiamo molto tempo.»

«Di che stai parlando?»

Morty allungo una mano per farla salire dietro di se. Era una idea gentile, ma significo quasi farlo cadere dalla sella. Lei lo respinse delicatamente indietro e monto su per conto proprio. Binky scarto di lato, avvertendo la febbrile eccitazione di Morty, nitri e batte la sabbia con gli zoccoli.

«Ti avevo chiesto di che cosa stessi parlando.»

Morty volto il cavallo per fargli fronteggiare il distante bagliore del tramonto.

«Alla velocita della notte» disse.

Bentagliato sporse la testa al di sopra dei bastioni del palazzo e gemette. L’interfaccia si trovava alla distanza di una singola strada, chiaramente visibile nell’ottarino, e lui non si doveva immaginare lo sfrigolio. Poteva sentirlo… un ronzio odioso, simile ai denti di una sega, mentre le particelle sparse di possibilita colpivano l’interfaccia e le trasmettevano la loro energia sotto forma di rumore. Mentre macinava il proprio cammino lungo la strada, la parete perlacea inghiottiva i dipinti, le torce e la gente in attesa, lasciando soltanto strade oscure. 'Da qualche parte, la fuori' penso Bentagliato 'devo essere profondamente addormentato nel mio letto e nulla di tutto cio e mai accaduto. Fortunato me.'

Scese, appoggio la scala sull’acciottolato e si affretto verso la sala principale con la tunica che gli svolazzava attorno alle caviglie. Entro attraverso il piccolo accesso secondario nella immensa porta e ordino alle guardie di chiuderla a chiave, sollevo quindi le sottane e marcio a passo veloce attraverso il corridoio laterale cosi che gli ospiti non potessero notarlo.

La sala era illuminata dalla luce di migliaia di candele e affollata con i dignitari di Sto Lat, quasi tutti alquanto incerti del perche si trovassero li. E, ovviamente, c’era anche l’elefante.

Era stato proprio l’elefante a convincere Bentagliato di essere ormai deragliato dai binari della sanita mentale, tuttavia, qualche ora prima, gli era sembrata un’ottima idea, quando cioe la sua disperazione rispetto alla scarsissima vista dell’Alto Sacerdote gli aveva fatto ricordare che un taglialegna al limitare della citta possedeva la suddetta bestia per il trasporto dei pesi piu imponenti. L’elefante era un po’ vecchio, artritico e aveva un carattere instabile, tuttavia come vittima sacrificale offriva un notevole vantaggio. L’Alto Sacerdote sarebbe stato in grado di

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