«Grazie tante» disse Keli che era rimasta schiacciata sotto di lui. «Perche mai mi saresti balzato addosso?»

«Il mio primo istinto e stato quello di proteggerti, Maesta.»

«Si, di istinto puo anche essersi trattato ma…» Lei stava per cominciare a dire che forse l’elefante sarebbe stato meno pesante ma la vista del grosso, serio e alquanto rosso volto di lui glielo impedi.

«Di questo parleremo piu tardi» disse la ragazza, sollevandosi a sedere e spazzolandosi via la polvere di dosso. «Nel frattempo, penso che faremo a meno del sacrificio. Non sono ancora vostra Maesta, soltanto sua Altezza e se qualcuno volesse andare a prendere la corona…»

Si udi lo scatto di una sicura dietro di loro.

«Il mago mettera le mani dove io possa vederle bene» disse il duca.

Bentagliato si alzo lentamente e si volto. Il duca era spalleggiato da una mezza dozzina di uomini estremamente grossi e seri, del tipo di quelli la cui unica funzione nella vita e di apparire dietro le spalle di persone come il duca. Avevano una dozzina di balestre grosse e serie, il cui scopo principale era quello di sembrare sul punto di scattare.

La principessa balzo in piedi e si lancio verso suo zio ma Bentagliato la fermo.

«No» disse lui pacatamente. «Questo non e il genere di uomo che ti lega in una cella lasciando il tempo necessario ai topi per rosicchiare le corde prima che si alzi la marea. Questo e il tipo d’uomo che ti ammazza su due piedi.»

Il duca fece un inchino.

«Penso che possa venire asserito con certezza che abbiano parlato gli dei» disse. «E chiaro che la principessa e stata tragicamente travolta dal rude elefante. Il popolo rimarra sconvolto. Io per primo proclamero una settimana di lutto cittadino.»

«Non puoi farlo, tutti gli ospiti hanno visto…!» comincio a dire la principessa sul punto di scoppiare a piangere.

Bentagliato scosse la testa. Poteva vedere le guardie avanzare attraverso una folla di ospiti sconcertati.

«Non hanno visto niente» riprese lui. «Rimarresti sconvolta nel sapere tutto quello che non hanno mai visto. Soprattutto quando scopriranno quanto puo essere contagioso venire tragicamente travolti a morte da un rude elefante. Puoi morirne perfino nel tuo letto.»

Il duca rise con atteggiamento compiaciuto.

«Sei davvero abbastanza intelligente per essere un mago» disse. «Adesso, sto soltanto proponendo un esilio…»

«Non riuscirai a farla franca» disse Bentagliato. Ci ripenso per un istante, quindi aggiunse: «Be’, forse la farai anche franca, ma ti arrechera gravi dolori sul letto di morte e desidererai aver…»

Smise di parlare. Rimase a bocca aperta.

Il duca si volto parzialmente per seguire il suo sguardo.

«Ebbene, mago? Che cosa hai visto?»

«Non riuscirai a farla franca» disse Bentagliato in tono isterico. «Non sarai nemmeno qui. Tutto questo non sara mai accaduto, capisci?»

«Guardate le sue mani» disse il duca. «Se muove anche solo un dito, colpiteli entrambi.»

Si volto ancora, sconcertato. Il mago era sembrato sincero. Era vero che si diceva che i maghi potevano vedere cose che non c’erano…

«Non importera nemmeno se mi ucciderai» aggiunse Bentagliato «perche tanto domani mattina mi alzero nel mio letto e questo non sara mai successo comunque. Sta arrivando attraverso la parete!»

La notte rotolava in avanti percorrendo il Disco. Era sempre li, ovviamente, nascosta nelle ombre, nelle tane e nelle cantine, ma quando la lenta luce del giorno veniva trascinata via dal sole, le pozze ed i laghi di notte si diffondevano, si incontravano e si amalgamavano.

La luce del Mondo Disco si muove lentamente a causa dell’imponente campo magico. La luce del Mondo Disco non e come la luce degli altri posti. E un po’ invecchiata, e stata in giro per tanto tempo, non sente il bisogno di correre sempre da ogni parte. Sa che per quanto velocemente si sposti, l’oscurita arriva sempre prima e cosi se la prende comoda.

La mezzanotte scivolava sopra il paesaggio come un pipistrello di velluto. E anche piu velocemente della mezzanotte, come una piccola scintilla che si stagliava contro il buio mondo del Disco, Binky le correva dietro. Gli uscivano fiamme dagli zoccoli. I muscoli gli si muovevano sotto la pelle luccicante come serpenti nell’olio.

Avanzavano in silenzio: Ysabell tolse un braccio dalla vita di Morty e osservo delle scintille luccicare attorno alle sue dita in tutti e otto i colori dell’arcobaleno. Piccoli e scricchiolanti serpentelli di luce le fluirono lungo il braccio e provocarono minuti lampi sulle punte dei suoi capelli.

Morty fece abbassare il cavallo, lasciando una bollente scia di nuvole che si estendeva per miglia dietro di loro.

«Adesso so che sto impazzendo» bofonchio lui.

«Perche?»

«Ho appena visto un elefante qui sotto. Caspita, ragazzi! Guarda, si puo vedere Sto Lat li davanti.»

Ysabell sbircio da sopra le sue spalle al distante bagliore di luce.

«Quanto tempo abbiamo ancora?» disse lei con un certo nervosismo.

«Non lo so. Forse pochi minuti.»

«Morty, io non te l’ho chiesto, prima…»

«Ebbene?»

«Che cosa intendi fare quando saremo arrivati?»

«Non lo so» rispose lui. «Stavo come sperando che mi sarebbe venuto in mente qualcosa quando fosse stato il momento.»

«E ti e venuto?»

«No. Ma adesso non e ancora il momento giusto. L’incantesimo di Albert potrebbe tornare utile. E io…»

La cupola di realta era ammassata sopra il palazzo come una medusa che sta per collassare. La voce di Morty scomparve in un silenzio di terrore. Quindi Ysabell disse. «Be’, io penso che sia quasi il momento. Adesso che cosa faremo?»

«Tieniti forte!»

Binky si infilo attraverso i cancelli distrutti del cortile esterno del palazzo, scivolo lungo i ciottoli in una scia di scintille e balzo in mezzo all’arco della porta divelta della sala. La parete perlacea dell’interfaccia si evidenzio e loro vi passarono attraverso sentendo una specie di schiocco simile a quello di uno schizzo freddo.

Morty ebbe una confusa visione di Keli, Bentagliato e un gruppo di uomini che minacciava le loro vite. Riconobbe i tratti del duca ed estrasse la spada, schizzando via dalla sella appena il cavallo si fermo in mezzo alla nuvola di vapore che esalava.

«Non osate metterle addosso nemmeno un dito!» grido lui. «O vi stacchero le teste!»

«Questa e certamente una cosa estremamente impressionante» disse il duca, brandendo la propria spada. «E anche decisamente pazzesca. Io…»

Si fermo. I suoi occhi guardarono verso l’alto. Si ribalto in avanti. Bentagliato appoggio a terra l’enorme candelabro d’argento che teneva in mano e lancio a Morty un’occhiata di scusa.

Morty si volto verso le guardie, con la spada azzurrognola della Morte che roteava nell’aria.

«Qualcuno desidera assaggiarla?» ringhio. Essi indietreggiarono, quindi si voltarono e scapparono. Quando passarono attraverso l’interfaccia, svanirono. Non esistevano nemmeno ospiti, li fuori. Nella realta reale la sala era buia e vuota.

Vennero lasciati tutti e quattro in un emisfero che si stava facendo rapidamente sempre piu piccolo. Morty si diresse verso Bantagliato.

«Qualche idea?» disse. «Io ho un incantesimo qui da qualche parte…»

«Scordatelo. Se provassi qualche magia qui dentro adesso, essa ci farebbe scoppiare via le teste. Questa limitata realta e troppo piccola per contenerla.»

Morty si lascio andare contro i resti dell’altare. Si sentiva vuoto, prosciugato. Per un istante guardo la parete sfrigolante dell’interfaccia scivolare sempre piu vicina. Lui sarebbe sopravvissuto, sperava, e cosi pure Ysabell. Bentagliato no, ma un Bentagliato si. Soltanto Keli…

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