… coperta da uno strato uniforme e lucente di sangue su ogni centimetro quadrato…
— … quando lei non e uscita…
… cominciava con un grosso livido in alto vicino alla clavicola e continuava giu tra i seni fino a quando superava il sostegno dello sterno…
— … mi sono avvicinato e ho aperto…
… e poi si apriva in uno squarcio che diventava piu profondo mentre scendeva lungo il ventre e dove si fermava…
— … si, e ancora…
… pochi centimetri al di sopra del pube sporgeva un cappio di budella ricoperto dalla membrana…
— … okay, anca sinistra. Mandella…
Marygay era ancora viva, il cuore palpitava, ma la testa striata di sangue penzolava inerte, gli occhi erano rivoltati e si vedevano solo due fessure bianche, e bollicine di schiuma rossa apparivano e scoppiavano all’angolo della bocca ogni volta che esalava un respiro fievole.
— … tatuato sull’anca sinistra. Mandella! Svegliati! Girala e guarda qual e il suo gruppo sanguigno…
—
Struve comunico l’informazione e io mi ricordai all’improvviso dell’astuccio del pronto soccorso che portavo alla cintura, lo sganciai e cominciai a frugarlo.
— Puoi fare qualcosa d’altro? — chiese Struve.
Mi scostai. Mi sentivo impotente. — Non lo so. A te viene in mente qualcosa?
— Non sono un medico piu di quanto non lo sia tu. — Guardo la porta e strinse il pugno, gonfiando il bicipite. — Dove diavolo sono? Hai la morph-plex in quell’astuccio?
— Si, ma qualcuno mi ha detto di non usarla per le lesioni interne…
— William?
Marygay aveva gli occhi aperti, e cercava di alzare la testa. Mi precipitai a tenerla giu. — Tutto a posto, Marygay. Il medico sta arrivando.
— Cosa… tutto a posto? Ho sete. Acqua.
— No, tesoro, non posso darti dell’acqua, per un po’, almeno. Non potevo dargliela, se doveva finire in chirurgia.
— Perche tutto questo sangue? — disse lei con un filo di voce. Lascio ricadere la testa all’indietro. — Sono stata cattiva.
— Deve essere stata la tuta — dissi io, rapidamente. — Ricordi le grinze, l’altra volta?
Lei scosse il capo. — La tuta? — Impallidi di colpo e vomito, debolmente. — Acqua… William, per piacere.
Una voce autoritaria, alle mie spalle: — Prendi una spugna o un pezzo di stoffa intriso d’acqua. — Mi voltai e vidi Doc Wilson con due portabarella.
— Il primo mezzo litro femorale — disse, a nessuno in particolare, mentre guardava sotto la benda a pressione. — Segui il tubo d’evacuazione per un paio di metri e taglialo. Vedi se ha passato del sangue.
Uno degli infermieri pianto un ago lungo dieci centimetri nella coscia di Marygay e comincio a trasfonderle il sangue da un sacco di plastica.
— Scusate il ritardo — disse Doc Wilson con voce stanca. — C’e molta richiesta. Cosa dicevi della tuta?
— La Potter aveva gia avuto due lesioni di poco conto. La tuta non aderisce a dovere, sotto l’effetto della pressione fa le grinze.
Quello annui distrattamente, mentre le controllava la pressione sanguigna. — Qualcuno mi dia… — Qualcuno gli porse un tovagliolo di carta sgocciolante acqua. — Uh, le avete dato qualcosa?
— Una fiala di Anti-shock.
Doc Wilson appallottolo il tovagliolo di carta e lo mise nella mano di Marygay. — Come si chiama? — Glielo dissi.
— Marygay, non possiamo darti dell’acqua da bere, ma puoi succhiare questo. Adesso ti puntero negli occhi una luce intensa.
Mentre le guardava la pupilla chiese: — Temperatura? — e uno della sanita lesse un numero sulla cassetta degli indicatori e ritiro una sonda. — Ha passato sangue?
— Si. Un po’.
Doc Wilson poso delicatamente la mano sulla benda a pressione. — Marygay, puoi girarti un po’ sul fianco destro?
— Si — disse lei lentamente, e puntello il gomito per far leva. No — disse allora, e si mise a piangere.
— Su, su — fece lui distrattamente, e le spinse il fianco, quanto bastava per guardarle la schiena. — Solo una ferita — borbotto. Ma ha perso un sacco di sangue.
Premette due volte il lato del suo anello, e se l’accosto all’orecchio, scuotendolo. — C’e qualcuno a bottega?
— Harrison, a meno che lo abbiano chiamato da qualche parte.
Si avvicino una donna, e in un primo momento non la riconobbi, cosi pallida e scarmigliata, con la tunica chiazzata di sangue. Era Estelle Harmony.
Doc Wilson alzo la testa. Altri clienti, dottor Harmony?
— No — fece lei con voce spenta. — L’addetto alla manutenzione aveva una doppia amputazione traumatica. E vissuto solo pochi minuti. Adesso lo tengono artificialmente in funzione per utilizzarne gli organi per i trapianti.
— E tutti gli altri?
— Decompressione esplosiva. — La Harmony fiuto l’aria. — Posso fare qualcosa, qui?
— Si, un minuto solo. — Doc Wilson riprovo con l’anello. — Dio lo maledica. Sai dov’e Harrison?
— No… be’, forse potrebbe essere in Chirurgia B, se c’e qualche difficolta a tenere in efficienza il cadavere. Ma credo che sia tutto a posto.
— Gia, bene, diavolo se come…
— Finito! — disse l’infermiere con il sacco del sangue.
— Un altro mezzo litro per via femorale — disse Doc Wilson. — Estelle, ti spiace prendere il posto di uno degli infermieri, qui, e preparare la ragazza per la chirurgia?
— No, almeno avro qualcosa da fare.
— Bene… Hopkins, va’ su a bottega e porta giu una lettiga e un litro, uhm, due litri di fluorocarbonio isotonico con lo spettro primario. Se sono Merck, sopra ci sara scritto 'spettro addominale'. Trovo un lembo della manica che non era macchiato di sangue e ci si asciugo la fronte. — Se trovi Harrison, mandalo in Chirurgia A e digli che prepari la sequenza anestetica per un intervento addominale.
— E portiamo la ragazza in Chirurgia A?
— Giusto. Se non riesci a pescare Harrison, di’ a qualcuno.
E punto il dito nella mia direzione. — Questo qui, per portare su la paziente all’A; tu vai avanti e prepari la sequenza.
Prese la borsa e guardo nel suo interno. — Potremmo cominciare la sequenza gia qui — borbotto. — Ma diavolo, senza parametadone… Marygay? Come ti senti? Lei stava ancora piangendo.
— Mi fa… male.
— Lo so — disse Doc Wilson dolcemente. Riflette per un secondo poi disse a Estelle: — E impossibile stabilire esattamente quanto sangue ha perduto. Puo darsi che lo abbia passato sotto la pressione. E ce n’e un po’ che ristagna nella cavita addominale. Dato che e ancora viva, non credo che l’emorragia sotto pressione sia durata