Lo squalo era dodici metri di muscoli flessibili con una coda tagliente come un rasoio a un’estremita e una collezione di zanne, lunghe un braccio, dall’altra. Gli occhi erano grandi globi gialli, montati su peduncoli che sporgevano dalla testa per oltre un metro. La bocca era cosi grande che, quando l’apriva, un uomo poteva starci comodamente dentro in piedi: una sensazionale foto ricordo per i suoi eredi.
Non potevano certamente spegnere il campo pressore e aspettare che la bestiaccia se ne andasse. E cosi il Comitato per la Ricreazione organizzo una battuta di caccia.
Io non ero troppo entusiasta dell’idea di offrirmi come antipasto a un pesce gigante, ma Marygay da ragazzina aveva praticato la pesca subacquea, in Florida, e la prospettiva l’emozionava. Io accettai di starci quando seppi come avrebbero fatto: sembrava un sistema abbastanza sicuro.
Si dice che quegli squali non attacchino mai la gente a bordo delle barche. Due persone, che evidentemente avevano piu fiducia nei racconti dei pescatori di quanta ne avessi io, erano arrivate fino all’orlo del campo pressore con una barca a remi, armate esclusivamente d’una mezzena di bue. L’avevano scaraventata in acqua, e in un lampo era arrivato lo squalo.
A quel segnale tocco a noi entrare in scena e divertirci. Eravamo ventitre imbecilli, e aspettavamo sulla spiaggia con pinne, maschere, respiratori, e una fiocina a testa. Le fiocine, comunque, erano arnesi formidabili, con propulsione a razzo e testate esplosive ad alto potenziale.
Ci muovemmo, sciabordando, e nuotammo a falange, sott’acqua, verso la bestiaccia che mangiava. Quando ci vide, in un primo momento non ci attacco. Cerco di nascondere il suo pasto, forse perche non voleva che qualcuno le girasse furtivamente attorno e glielo sgranocchiasse mentre essa si occupava degli altri. Ma ogni volta che cercava di immergersi in acque piu profonde, andava a sbattere contro il campo pressore. Era evidente che si stava stufando.
Alla fine, mollo il bue, si volto con un guizzo e carico. Un vero spasso. Un attimo prima vedevi lo squalo, grande come il tuo dito mignolo, laggiu all’orlo del campo, e un attimo dopo sembrava gia grosso come un uomo e continuava a venire avanti a tutta velocita.
Lo colpirono circa dieci fiocine — la mia no — e lo fecero a brandelli. Ma persino dopo un colpo esperto o fortunato al cervello, che gli fece schizzare via la parte superiore della testa e un occhio, anche con meta della carne e delle budella sparse dietro di lui in una scia sanguinosa, piombo tra le nostre file e serro le mascelle attorno a una donna, tranciandole nette tutte e due le gambe, prima di ricordarsi di morire.
Riportammo la donna, piu morta che viva, sulla spiaggia dove c’era in attesa un’ambulanza. La riempirono di surrogato di sangue e di Antishock e la portarono di volata all’ospedale, dove sopravvisse per poi dover subire la tortura di farsi crescere un paio di gambe nuove. Io decisi che per l’avvenire avrei lasciato la caccia ai pesci agli altri pesci.
Quando la terapia divento sopportabile, il nostro soggiorno a Threshold fu piuttosto piacevole. Niente disciplina militare, un sacco di roba da leggere e di cose su cui pasticciare. Ma c’era sempre un’ombra, perche era ovvio che non eravamo sgusciati via di mano all’esercito; eravamo solo pezzi d’equipaggiamento rotti, che quelli riparavano per ributtarli nella mischia. Marygay e io dovevamo prestare servizio come tenenti ancora per tre anni.
Ma ci spettavano sei mesi di riposo e di ricreazione, dopo che i nostri nuovi arti vennero dichiarati in perfetto ordine funzionale. Marygay fu dimessa due giorni prima di me, ma mi aspetto.
Anche la mia paga arretrata arrivo: 892.746.012 dollari. Non arrivo sotto forma di balle di banconote, per fortuna: su Paradiso adoperavano un sistema di credito elettronico, e io mi portavo in giro il mio patrimonio in un piccolo calcolatore a lettura digitale. Per comprare qualcosa battevi sui tasti il numero del conto del venditore e l’ammontare della spesa; la somma veniva automaticamente trasferita dal tuo conto al suo. Il calcolatore era grosso quanto un portafoglio, e regolato sull’impronta del tuo pollice.
L’economia di Paradiso era governata dalla presenza continua di migliaia di militari milionari che si riposavano e si ricreavano. Un modesto spuntino costava cento dollari, una stanza per una notte anche dieci volte tanto. Poiche era la FENU che aveva creato Paradiso e ne era proprietaria, quell’inflazione galoppante era un sistema trasparente e semplicissimo per incanalare di nuovo le nostre paghe arretrate nella circolazione economica generale.
Ci divertimmo, ci divertimmo disperatamente. Prendemmo a nolo un aereo e l’attrezzatura da campeggio e ce ne andammo in giro per settimane a esplorare il pianeta. C’erano fiumi gelidi per nuotare, e giungle lussureggianti da attraversare; e praterie e montagne e deserti e desolate terre polari.
Potevamo proteggerci completamente dall’ambiente regolando i nostri campi pressori individuali — dormite nudi nella tormenta! — oppure potevamo affrontare la natura cosi com’era. Su proposta di Marygay, l’ultima cosa che facemmo prima di ritornare alla civilta fu di scalare un’alta guglia nel deserto, digiunare parecchi giorni per affinare le nostre sensibilita (o acuire le nostre percezioni, non so bene) e starcene seduti, schiena contro schiena, nel caldo bruciante, a contemplare il languido scorrere della vita.
E poi via, a darci ai bagordi. Facemmo il giro di tutte le citta del pianeta, e ognuna aveva il suo fascino particolare, ma alla fine andammo a Skye per trascorrervi quanto ancora restava della nostra licenza.
In confronto a Skye, il resto del pianeta era robetta a buon mercato. Durante le quattro settimane in cui usammo la grande cupola volante dei divertimenti come base, Marygay e io spendemmo un buon mezzo miliardo di dollari a testa. Giocammo d’azzardo — roba da perdere qualche milione di dollari per notte — mangiammo e bevemmo quello che il pianeta aveva di meglio da offrire, e provammo tutti i servizi e tutti i prodotti che non risultavano troppo bizzarri per i nostri gusti antiquati. Avevamo ciascuno un servitore personale, il cui salario era leggermente superiore allo stipendio d’un maggior generale.
Ci divertimmo disperatamente, ho detto. A meno che l’andamento della guerra non cambiasse in modo radicale, le nostre probabilita di sopravvivere per i prossimi tre anni erano microscopiche. Eravamo le vittime straordinariamente sane d’una malattia inguaribile, e cercavamo di vivere in sei mesi le sensazioni di tutta un’esistenza.
Avevamo la consolazione non trascurabile di sapere che, per quanto ci restasse poco da vivere, almeno quel poco l’avremmo vissuto insieme. Non so perche, ma non mi passo mai per la testa che questo potessero togliercelo.
Ci stavamo godendo un pranzetto leggero nel 'primo piano' trasparente di Skye, e guardavamo l’oceano che passava sotto di noi, quando un portaordini arrivo con aria indaffarata e ci consegno due buste: i nostri ordini.
Marygay doveva entrare a far parte d’una compagnia nuova, che si stava formando li a Paradiso. Io dovevo tornare a Stargate per 'indottrinamento e istruzione' prima di prendere il comando.
Per un po’ non fummo capaci di dire niente. — Protestero — dissi alla fine, con un filo di voce. — Non possono farmi comandante. Non possono.
Lei era ancora ammutolita. Non si trattava semplicemente di una separazione. Anche se la guerra fosse terminata e noi fossimo partiti per la Terra a pochi minuti di distanza l’uno dall’altra, su astronavi diverse, la geometria del balzo tra collapsar e collapsar avrebbe ammucchiato degli anni tra di noi. Quando il secondo fosse giunto sulla Terra, il primo probabilmente sarebbe stato piu vecchio di mezzo secolo e ancora piu probabilmente sarebbe gia morto.
Restammo li per un po’, senza toccare i cibi squisiti, ignorando la bellezza che ci circondava, consapevoli solo l’uno della presenza dell’altra e dei due fogli che ci separavano, con un abisso immenso e reale come la morte.
Tornammo a Threshold. Protestai, ma quelli risposero ai miei argomenti con delle spallucciate. Cercai di fare assegnare Marygay alla mia compagnia, come mio ufficiale esecutivo. Mi dissero che il mio personale era gia stato prescelto. Ribattei che in maggioranza si trattava di gente che non era ancora nata. Comunque era gia stato prescelto, insistettero. Sarebbe passato quasi un secolo, dissi io, prima che arrivassi a Stargate. E loro mi risposero che il Comando della Forza d’Attacco
Non in termini di individui.
Passammo ancora un giorno e una notte insieme. Meno ne parlo e meglio e. Non era solo la perdita dell’amante. Marygay e io eravamo, l’uno per l’altro, l’unico legame con la vita reale, con la Terra degli Anni Ottanta e Novanta. Non l’assurdita perversa e grottesca che dovevamo difendere combattendo. Quando la navetta se la porto via, fu come vedere una bara che calava nella fossa.
Chiesi l’ora al computer e calcolai i fattori orbitali della sua astronave e l’orario di partenza; e scoprii che potevo vederla partire dal 'nostro' deserto.