Atterrai sul pinnacolo dove avevamo digiunato insieme e, poche ore prima dell’alba, vidi una nuova stella apparire sull’orizzonte a occidente, sfolgorare e sbiadire mentre si allontanava, e diventare come un’altra stella, poi una stellina fioca, e poi niente. Mi avviai sull’orlo del precipizio e guardai giu, le vaghe onde immobili delle dune, mezzo chilometro piu sotto. Mi sedetti, con i piedi penzoloni nel vuoto, senza pensare a niente, fino a quando i raggi obliqui del sole illuminarono le dune nel sommesso chiaroscuro tentatore di un bassorilievo. Per due volte spostai il mio peso, come per buttarmi. Non lo feci, ma non per paura del dolore o della perdita. Il dolore sarebbe stato solo una scintilla di un attimo, e a perderci sarebbe stato soltanto l’esercito. E sarebbe stata la sua vittoria suprema su di me… dopo aver dominato la mia vita per tanto tempo, costringermi a porvi fine.

E questa soddisfazione volevo lasciarla al nemico.

PARTE QUARTA

Maggiore Mandella

(2458-3143 d.C.)

27

Com’era quel vecchio esperimento di cui ci parlavano nelle lezioni di biologia alle superiori? Prendi una planaria e insegnale a uscire a nuoto da un labirinto. Poi riducila in poltiglia e dalla da mangiare a una planaria stupida e, toh!, la planaria stupida e capace anch’essa di uscire dal labirinto.

Io mi sentivo in bocca un saporaccio di maggior-generale.

Per la verita, sospettavo che avessero perfezionato le tecniche, dai tempi in cui studiavo alle superiori. Tenendo conto della dilatazione temporale, avevano avuto a disposizione 450 anni per le ricerche e gli sviluppi.

Non e che per il mio aggiornamento a Stargate tritassero i maggior-generali e me li servissero con salsa olandese. Non mi diedero da mangiare niente per tre settimane, anzi, tranne il glucosio. Glucosio ed elettricita.

Mi rasarono ogni pelo che avevo sul corpo, mi fecero un’iniezione che mi ridusse a uno strofinaccio, mi attaccarono dozzine di elettrodi sulla testa e sul corpo, mi immersero in una vasca di fluorocarbonio ossigenato, e mi collegarono a un CSVA, cioe a un 'computer a situazione di vita accelerata'. E ci penso quello a tenermi occupato.

Penso che la macchina abbia impiegato circa cinque minuti per farmi il ripasso di tutto quello che avevo imparato in precedenza in fatto di arti marziali (scusate l’espressione). Poi comincio a insegnarmi le novita.

Imparai il modo migliore per usare qualunque arma, da una pietra a una bomba nova. E non solo intellettualmente: era appunto quello, lo scopo degli elettrodi. Cinestesi a feedback negativo, controllata ciberneticamente: mi sentivo le armi nelle mani e vedevo come me la cavavo a maneggiarle. E continuavo e continuavo, fino a quando non ci riuscivo alla perfezione. L’illusione della realta era totale. Usai una lancia insieme a un gruppo di guerrieri Masai, nell’incursione contro un villaggio, e quando abbassai gli occhi vidi che il mio corpo era lungo e nero. Imparai di nuovo a tirare di spada con un uomo dall’aria crudele, vestito in modo strano, in un cortile della Francia del Diciottesimo secolo. Me ne stetti nascosto su un albero con un fucile Sharps e sparai contro uomini in uniforme azzurra che attraversavano strisciando un campo fangoso, in direzione di Vicksburg.

In tre settimane uccisi parecchi reggimenti di spettri elettronici. A me pareva che fosse passato piu di un anno, ma il CSVA fa degli scherzi strani al senso del tempo.

L’apprendimento dell’uso di quelle inutili armi esotiche era solo una parte minima dell’addestramento. Anzi, era la parte piu rilassante. Perche, quando non ero in cinestesi, la macchina manteneva completamente inerte il mio corpo e mi imbottiva il cervello con i dati e le teorie militari di quattro millenni. E non potevo dimenticare niente! Almeno finche ero in quel barattolo.

Ci tenete a sapere chi era Scipione l’Africano? Io no. La grande luce della Terza guerra punica. 'La guerra e il regno del pericolo, e percio il coraggio, soprattutto, e la prima qualita del guerriero' affermava von Clausevitz. E non dimentichero mai la sublime poesia di: 'L’avanguardia si muove normalmente in colonna con in testa il quartier generale del plotone, seguito da una Squadra laser, la squadra delle armi pesanti, e la Seconda squadra laser; la colonna si affida all’osservazione per proteggersi sui fianchi, salvo quando le condizioni del terreno e della visibilita impongono di inviare sui fianchi piccoli distaccamenti di sicurezza, nel qual caso il comandante dell’avanguardia assegnera un sergente del plotone…' e cosi via. E tratto dal Manuale dei Comandanti delle Piccole Unita del Comando della Forza d’Attacco, come se si potesse chiamare manuale — da mano — qualcosa che occupa due intere schede a microfiche, 2000 pagine.

Se ci tenete a diventare esperti ferratissimi ed eclettici di una materia che vi ripugna, arruolatevi nella FENU e iscrivetevi al corso per ufficiali.

Centodiciannove persone, e io ero responsabile per centodiciotto, contando me stesso ma non contando il commodoro, che presumibilmente era in grado di badare a se stessa.

Non avevo incontrato nessuno della mia compagnia durante le due settimane di rieducazione fisica che seguirono la lunga seduta con il CSVA. Prima delle presentazioni dovevo incontrarmi con l’Ufficiale dell’Orientamento Temporale. Chiesi un appuntamento e il suo segretario disse che il colonnello si sarebbe incontrato con me dopo cena al Circolo Ufficiali del Livello Sei.

Scesi presto al Sesto Livello, pensando di cenare un po’ in anticipo, ma non avevano altro che spuntini. Cosi masticai una specie di fungo che aveva un sapore vagamente simile alle lumache e assorbii il resto delle calorie sotto forma di alcool.

— Maggiore Mandella? — Io ero occupatissimo con la settima birra e non avevo visto avvicinarsi il colonnello. Feci per alzarmi, ma lui mi accenno di restare seduto e si lascio cadere pesantemente sulla sedia di fronte a me.

— Sono in debito con lei — disse. — Mi ha salvato da almeno meta serata di noia. — Mi porse la mano. — Jack Kynock, per servirla.

— Colonnello…

— Non mi chiami colonnello, e io non la chiamero maggiore. Noi vecchi fossili dobbiamo… conservare le nostre prospettive, William.

— Per me va benissimo,

Egli ordino una specie di drink che non avevo mai sentito nominare. — Da dove cominciamo? L’ultima volta che lei e andato sulla Terra e stato nel 2007, secondo i documenti.

— Esatto.

— Non le era piaciuta molto, eh?

— No. — Tutti zombie, robot felici.

— Be’, poi e migliorata. E poi e peggiorata. Grazie. — Un soldato gli porto il drink: un intruglio gorgogliante che sul fondo del bicchiere era verde e si schiariva fino ad arrivare a un color chartreuse in alto. Il colonnello lo sorseggio. — Poi sono andati meglio, poi peggio, poi… non lo so. Questione di cicli.

— E adesso com’e?

— Be’… non ne sono sicuro. Arrivano fasci di rapporti e roba del genere, ma e difficile setacciare la propaganda. Io non ci sono piu tornato da duecento anni. Allora andava piuttosto male. Dipende dai punti di vista.

— Sarebbe a dire?

— Oh, vediamo. C’era parecchio subbuglio. Ha mai sentito parlare del Movimento Pacifista?

— Non mi pare.

— Uhm, il nome trae in inganno. In realta era una guerra, anzi una guerriglia.

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