Ma che pensiero gentile!

«Non avete fatto altro?»

«Si!» Loman si volto verso Mallory, adesso era lui ad attaccare. «La ragazza era sotto shock. L'abbiamo scortata all'ospedale, e poi a casa. A quel punto, l'unica cosa che doveva fare era prendere un taxi per andare all'aeroporto.»

L'avete lasciata da sola.

Mallory si avvicino al tenente. «E non avete fatto delle indagini?»

«No, perche avremmo dovuto? Lei doveva essere alle Bermuda.»

Era arrivato Edward Slope. Si piego, volto il cadavere e i fotografi inquadrarono il volto decomposto.

«Questo cambia tutto» disse Heller, e tutti si voltarono a guardare il cadavere. Le mosche uscivano dalla bocca percorrendo le lunghe ciocche di capelli che vi erano state infilate. Il doppio nodo della corda teneva aperta la bocca, allargando le labbra in un ghigno orribile. «Era quasi riuscita a liberarsi.»

Solo Mallory osservava la reazione di Loman. Era pallido, la bocca asciutta. Il veterano, mille casi alle spalle, era sul punto di svenire. Era un uomo vulnerabile, adesso. Mallory si avvicino e disse: «I giornalisti vi riferiscono una soffiata e voi non indagate?». Subito aggiunse con tono deferente: «Signore… ».

«I miei uomini non sapevano nulla.» Si rivolse a Riker. «Per quanto ne sapevamo noi, la signora era alle Bermuda.»

Mallory studiava la cartellina. «Abbiamo bisogno di altri uomini.»

«Ne avete gia uno, ditemi soltanto…»

«Tre» disse Riker. «Facciamo tre.»

«D'accordo» disse il tenente. «Abbiamo finito?»

Riker annui, congedandolo nonostante fosse un suo superiore. Loman giro i tacchi e attraverso la stanza. Mallory si chiese se sarebbe riuscito ad arrivare in strada prima di vomitare.

Dopo aver controllato che la rimozione del cadavere si svolgesse secondo la procedura stabilita, il dottor Slope si trattenne a studiare una piantina dell'appartamento. Heller si avvicino alla borsetta della vittima e comincio a disegnare uno schizzo sul blocco, annotando la posizione di ciascun oggetto.

Mallory si inginocchio e studio gli oggetti. «Forse c'e stata una colluttazione.»

«Direi di no.» Heller cerchio gli oggetti. «Ha fatto cadere la borsetta e il contenuto si e rovesciato. Per come la vedo io, si trovava qui, in piedi, quando qualcosa l'ha spaventata.»

Riker osservo la porta d'ingresso. «Ci sono tre serrature e una catena, ma nessun segno di scasso. Eppure la donna era spaventata a morte, non me la vedo aprire la porta di casa a uno sconosciuto.»

«Magari il nostro uomo e un poliziotto» azzardo Mallory.

«Non lo escluderei.» Heller prese un nuovo paio di guanti. «Ma non credo che la porta fosse chiusa a chiave. Kennedy Harper stava partendo per un lungo viaggio, e andata a fare le ultime spese, dopo di che i poliziotti l'hanno accompagnata a casa.» Prese un blocchetto di traveller's check. «E passata dalla banca.» Poi prese una confezione di pillole da un sacchetto della farmacia. «Si e rifornita di medicinali, ed e passata in lavanderia. Ma aveva dimenticato la ricevuta ed e tornata a casa a prenderla.»

Riker fece per accendersi una sigaretta, poi prese tempo. «Tiri a indovinare oppure…»

«E un dato di fatto» disse Heller. «Alla lavanderia hanno detto che ha cercato nella borsa per prendere la ricevuta, ma l'aveva dimenticata. L'ho trovata sul mobile accanto al lavandino. Ricordate, questa donna deve partire, conta di prendere la ricevuta e di tornare indietro di corsa, quindi non chiude la porta a chiave.» Heller si alzo in piedi. «Si trova qui, si allunga per prendere la ricevuta, ma quell'uomo la spaventa e le cade la borsetta. Secondo me, e entrato subito dopo di lei.»

Click.

Ronald Deluthe fotografava le persone sul marciapiede. Aveva diviso la folla in varie categorie. I turisti erano vestiti come la Statua della liberta, avevano acquistato la corona di plastica verde da un venditore di souvenir. Si mettevano in posa e, a loro volta, scattavano foto a Deluthe, che era diventato una specie di attrazione, forse per via dei suoi capelli fosforescenti. L'altra categoria comprendeva la gente del posto, quasi annoiata dagli omicidi. Molti portavano la stessa tenuta dell'assassino descritta dalla signorina Emelda: jeans e maglietta. Era una divisa da quelle parti, e ben cinque individui indossavano il cappellino da baseball.

Click, click.

I giornalisti freelance si riconoscevano facilmente: erano gli unici che tormentavano gli agenti. I professionisti affermati, invece, scendevano altezzosi dai furgoni delle emittenti televisive, inseguiti dai tecnici che sistemavano luci e telecamere. In quell'istante una ragazza bruna gli si avvicino con il microfono, ignorando gli altri poliziotti. Aveva occhi solo per Deluthe. Una ragazza carina. Deluthe le scatto una fotografia.

Click.

La giornalista sorrise.

Click, click, click, click.

Le sue parole risuonarono come il canto di una sirena: «E un omicidio, giusto?» domando a Deluthe.

«No comment» rispose lui. Questa volta la scena del delitto era sotto stretta sorveglianza. Gli agenti non potevano dare informazioni ai giornalisti, per quanto graziosi.

Deluthe aveva finito il rullino e pregava che Mallory e Riker non arrivassero prima che l'agente Waller tornasse con la nuova pellicola.

Era salvo, Waller stava sgomitando tra la folla. Appena in tempo. Dio esiste. Deluthe apri la macchina fotografica per cambiare il rullino, quando una faccia in mezzo alla folla attiro la sua attenzione, una faccia che guardava in alto. Anche Deluthe alzo lo sguardo verso la finestra dell'appartamento di Kennedy Harper, al quarto piano, ma riusci a vedere soltanto il cielo riflesso nel vetro. Carico la macchina fotografica, ma prima che riuscisse a scattare la foto il tizio si era confuso tra la folla. Deluthe aveva intravisto un borsone di tela sulle spalle dell'uomo, assomigliava a quello che teneva in macchina, con il ricambio per la partita di baseball a Central Park. A quel punto si ricordo di scattare la fotografia.

Click.

Merda. L'aveva preso di schiena. Deluthe si chiese se dovesse fermarlo. Ma con quale pretesto? Mi scusi signore, lei guardava in alto invece che in basso. Avrebbe potuto finire male, peggio del tentato arresto del custode.

Deluthe intravide un viso familiare nella folla e dimentico quello strano spettatore. Era il vigile del fuoco intervenuto a casa di Sparrow, Gary Zappata. Stava fissando l'ingresso dell'edificio dove viveva Kennedy Harper. Cosa stava cercando?

Click.

Mallory usci sul marciapiede, seguita dal collega. Gli occhi di Zappata guardavano il sergente Riker con odio. Zappata voleva Riker morto. Click.

Mallory raggiunse Deluthe. Non gli diede il tempo di spiegare le sue teorie su Zappata, gli ordino di prendere appunti. Deluthe esegui, e scrisse a matita sulla pagina bianca. «Fai sviluppare i rullini. Non lasciarti impietosire, devi spiegare a quelli del laboratorio che ci servono subito. Torna alla Crimini Speciali e libera una parte del muro nella sala operativa. Appendi queste relazioni.» Gli mise in mano una grossa cartellina. «Sul mio tavolo, troverai delle foto prese da spezzoni di telegiornale. Confrontali con le foto che hai scattato oggi. Torna qui da Riker quando hai finito, ti dara un'altra lista. E adesso vai, corri…»

La partita di baseball serale era saltata.

Il detective Janos era un carro armato, sul piano fisico e psicologico. Niente poteva fermarlo: se il tenente Coffey l'avesse spedito alla ricerca del Santo Graal, lui l'avrebbe trovato. Aveva rintracciato il nastro con le chiamate registrate dalla emittente televisiva. Era esausto. I giornalisti l'avevano chiamato tesoro, avevano ripetuto la parola sinergia quattro volte in cinque minuti e avevano parlato a vanvera per altri venti, facendogli perdere tempo prezioso.

I giornalisti erano assolutamente convinti che la costituzione degli Stati Uniti li autorizzasse a nascondere alla polizia le prove utili a risolvere un caso di omicidio.

Eppure, Janos non aveva ucciso nessuna di queste persone. Non era il suo stile. Aveva semplicemente teso la

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