mano al direttore dicendo: «Voglio la cassetta».
Un altro membro dello staff, la conduttrice delle
E Janos aveva risposto: «Voglio la cassetta».
Era passata mezz'ora prima che arrivasse l'avvocato dell'emittente sbraitando: «Dategli quella cassetta,
Altro tempo se n'era andato nel tentativo di convincere un tecnico oberato di lavoro al dipartimento che non poteva semplicemente lasciargli la cassetta e andarsene; aveva bisogno di una copia per il tenente. Anche in questo caso alla fine aveva ottenuto cio che voleva.
E ora Janos portava il trofeo verso la sala operativa. Apri la porta e si fermo sulla soglia, prendendosi un momento per ammirare la sagoma di uno spaventapasseri appeso alla parete. In sua assenza, i ragazzi si erano dati da fare.
Guardo il borsone di tela grigia vicino alla bacheca. Un paio di calze di spugna erano abbandonate sul pavimento: evidentemente non funzionavano per simulare i piedi della figura sul muro. Nello spazio sotto il cappello da baseball c'era una fotografia che mostrava la nuca di un uomo: il tipo sospetto di cui aveva parlato Emelda Winston, l'uomo senza volto appostato sull'albero. Sotto la fotografia, appesa al sughero con delle puntine, c'era una maglietta e, immediatamente piu giu, a comporre una figura umana, un paio di jeans. Al posto delle mani, un paio di guanti di lattice, da cui pendeva la tracolla di una Polaroid, altro dettaglio che corrispondeva alla descrizione di Emelda.
Il dettaglio piu singolare era un contorno di mosche nere intorno al cappello da baseball. Un grosso moscone, infilzato con uno spillo, ronzava e si contorceva, ancora vivo.
Senti dei passi e si volto verso Deluthe. Valutandone la corporatura, Janos decise che i vestiti dello spaventapasseri erano suoi. Ma c'era una prova piu evidente: Ronald Deluthe era arrossito, forse perche teneva in mano una mosca ancora viva infilzata su una spilla da balia.
«Deluthe, sei troppo giovane per essere cosi cinico.» Janos gli sorrise. Solo allora Deluthe capi di aver ricevuto un complimento, e ricomincio a respirare.
Avevano scelto quel posto per metterla a disagio, ma Daisy era troppo fatta per rendersi conto di essere in un bar frequentato esclusivamente da poliziotti. Un metro di bancone e cinque uomini con i rispettivi drink separavano Mallory da una prostituta di mezza eta. La donna, scheletrica e con i capelli di un rosso elettrico, sedeva appollaiata su uno sgabello, lo sguardo fisso alla porta. Riker era in ritardo di dieci minuti, e lei non avrebbe aspettato a lungo. Quando la prostituta guardo nella sua direzione, Mallory si mise gli occhiali da sole. Ma non l'avrebbe riconosciuta comunque, erano entrambe molto cambiate: la piccola Kathy era diventata una donna e Daisy una specie di cadavere ambulante. In passato, la rossa aveva lunghi capelli biondi e si scambiava le siringhe con Sparrow. Quelle due avevano fatto di tutto insieme, anche vomitare nello stesso water.
Le labbra di Daisy si schiusero in un sorriso ammiccante. Guardava un uomo, che si volto per richiamare l'attenzione della barista, un'altra testa rossa. Ma i capelli di Peg Baily, a differenza di quelli di Daisy, erano di un colore plausibile. Inoltre, Baily era piuttosto in carne, scoppiava di salute e in passato era stata un'ufficiale di polizia con parecchie decorazioni.
Il cliente sollevo il sopracciglio chiedendosi perche mai una prostituta dall'aspetto malandato fosse autorizzata a starsene li cosi a lungo. La consuetudine voleva che Daisy fosse sbattuta fuori a calci nel sedere, letteralmente. Peg Baily sollevo due dita per informarlo che sarebbe uscita entro due minuti.
Il bar si era trasferito da poco, e forse era una coincidenza che Baily avesse scelto di lavorare nella zona di Riker, ma Mallory era convinta del contrario. La barista guardo l'orologio sopra il bancone, poi si rivolse a Mallory: «Se il tuo collega non si fa vedere entro cinque minuti, giuro che la sbatto fuori». Una prostituta con l'AIDS non fa bene agli affari.
Mallory guardo fuori dalla finestra, in cerca d'ispirazione. Angie, la ex signora Riker, stava aprendo la porta del negozio di barbiere dall'altra parte della strada. Guidava una processione di quattro ragazzini, frutto del suo secondo matrimonio. Mallory si chiese se Riker avesse fissato l'interrogatorio a quell'ora per controllare l'ex moglie. Si trattava di un caso?
La barista batte sul bancone per attirare l'attenzione di Mallory e disse: «Tempo scaduto, signorina».
«Solo una domanda, Baily. Tu conoscevi Riker quando era sposato, vero?»
«Perche me lo chiedi? Lo sai benissimo.» Improvvisamente lo sguardo di Peg Baily si fece ostile, chiedeva
«Perche non gli hai mai detto che la moglie lo tradiva?» Da bambina Mallory aveva scoperto molte cose origliando i discorsi dei genitori adottivi. «Sapevi che Angie era una stronza, ma non l'hai mai detto a Riker, neanche dopo il divorzio. Ancora adesso non sa che gli hai tenuto nascosto…»
«Non mi stai minacciando, vero, Mallory?» Baily si appoggio al bancone. «Non mi piacerebbe. E se gli dici una sola parola ti riduco male.»
Mallory sorrise, perche era piu giovane, piu veloce e non aveva paura di niente. E poi era lei ad avere la pistola.
Riker si presento in quell'istante. Scese dalla macchina e guardo Deluthe che si allontanava in cerca di parcheggio.
Le due donne restarono in silenzio. Il bar aveva le luci basse. Mallory e Baily lo fissavano senza essere viste, Riker era in pieno sole e aveva il riflesso della vetrina negli occhi. Si volto lentamente, ricambiando il saluto di Angie. Angie lascio i bambini sul marciapiede e attraverso la strada, evitando il traffico e urlando un gioioso
Riker scrutava la vetrina in silenzio, fingeva di leggere gli orari del suo bar preferito, mentre l'ex moglie si avvicinava alle sue spalle. Angie era ancora una bella donna, aveva un'aria allegra, anzi felice, probabilmente stava chiedendo a Riker come gli andassero le cose. Per Riker era gia tanto essere li, ad ascoltare le sue chiacchiere. Non parlava piu con Angie, non avrebbe mai piu parlato con lei. Era troppo difficile.
La donna appoggio la mano sul braccio dell'ex marito.
Peg Baily strinse i pugni.
Riker s'irrigidi, in silenzio. Fissava la vetrina, senza vedere nulla, senza ascoltare nulla, finche lei si mise a gesticolare. Le mani di Angie dicevano
A quel punto, Peg Baily perse la pazienza e se ne ando per preparare una bibita all'ex collega. Mallory lo osservava mentre si fissava le scarpe e pensava ai fatti suoi. Dubitava che Riker avesse avuto una storia con Sparrow. Era ancora innamorato della sua ex. Perche avrebbe dovuto stare con una puttana quando poteva avere Peg Baily? Riker entro e saluto la barista, che gli offri la bibita. Lui la fermo e chiese del bourbon.
Si allento la cravatta e si sedette accanto a Daisy, che prontamente ordino un cocktail di champagne.
Riker beveva il suo secondo bourbon ascoltando quella cantilena, del tutto simile a quella di Sparrow. Anni prima erano molto amiche, due ragazzine del Sud contro la citta intera. Fino a quel momento, l'interrogatorio si era rivelato inutile. Riker decise di rivangare il passato: «Ti ricordi quella bambina bionda che stava sempre con Sparrow?».
«Non solo con Sparrow. Quella bambina ci conosceva tutte.» Daisy fece segno a Baily di prepararle un altro cocktail.
«Come si chiamava?»
«Tesoro mio, aveva tantissimi nomi. Qualcuno la chiamava Pulce Volante, Sparrow la chiamava Baby.»
«E tu come la chiamavi?»
«La chiamavo 'Hei tu!', ecco come la chiamavo. La prima volta che l'ho vista era in una crackhouse.» Si interruppe per bere il drink. «Era venuta a cercare Sparrow. Aveva il faccino sporco. E quegli occhi, piccoli fuochi, verdi e freddi, cosi freddi. Non sembrava umana. Ed era maleducata. Tesoro, non hai idea di quanto fosse