scopri quando e stato qui».
«Ve lo dico io.» Il mazzo di chiavi del custode tintinno mentre sorrideva all'affascinante detective. «E stato qui due settimane fa. Sono rimasto a guardarlo mentre lavorava.» I suoi occhi stavano spogliando Mallory a poco a poco, prima la giacca, poi la maglia, il reggiseno.
Mallory lo ascoltava con attenzione. «Kennedy Harper era in casa quel giorno?»
«Si.» I suoi occhi fluttuavano lungo il corpo di Mallory. «E allora?»
Le lunghe gambe di Mallory erano strette nei jeans ma per il custode erano nude. L'uomo alzo lo sguardo, improvvisamente spaventato. Mallory si avvicinava con ampie falcate, brandendo una macchina fotografica come se fosse un'arma.
Ronald Deluthe si chiese se fosse solo arrabbiata o se anche stavolta non si fosse perso qualcosa.
Mallory, di fronte all'uomo con la tuta da lavoro, formulo un'accusa precisa: «Lei aveva le chiavi della vecchia serratura».
«Certo, ho le chiavi di tutto l'edificio.»
Era evidente. E ogni chiave era contrassegnata con il numero dell'appartamento. Deluthe si aspettava qualche commento caustico, ma il custode rimase in rispettoso silenzio. Mallory gli si paro di fronte con una mano sul fianco, la fondina e la pistola bene in mostra. Ma lo sguardo era ancora piu minaccioso. Non sbatteva mai le palpebre? Fece due passi verso il custode che a questo punto, non potendo indietreggiare oltre, si spiaccico contro il muro.
«Perche allora non ha le nuove chiavi? Era qui quando il fabbro ha cambiato la serratura. Anche la Harper era in casa quel giorno.»
«Gliele ho chieste, ma lei non ha voluto darmele.»
Mallory fisso il mazzo con le targhette, e quando fece per afferrarlo il custode si ritrasse.
«Pero ha ancora le vecchie chiavi.» Mallory osservo il cartellino dell'appartamento 4B. «Poteva entrare
«Non e mai stato un problema per lei.» Ora si stava comportando da cittadino modello: era ansioso di aiutare e parlava veloce. «In cinque anni non si e mai lamentata. Poi un giorno, improvvisamente, non si fida piu di me, non mi vuol dare le chiavi. Una cosa da non credere.» Si volto verso Deluthe: «Questo non scriverlo, ragazzo».
Deluthe chiuse il taccuino e lo rimise in tasca, poi estrasse un foglio e comincio a leggere. «Ha il diritto di rimanere in silenzio…»
«Cosa stai facendo?» Mallory glielo strappo di mano e gli appioppo la macchina fotografica. «Abbiamo finito con questo signore, vai fuori a fare delle fotografie.»
Deluthe annui. Si stava abituando alle umiliazioni. L'assassino non aveva modo di sapere che il cadavere era stato scoperto, non questa volta, almeno, quindi non poteva essere tra la folla di curiosi. In effetti, Mallory lo aveva invitato ancora una volta a levarsi dai piedi.
Riker si trovava nei pressi della cucina, dove l'odore era piu forte. Fisso il barattolo di mosche morte e conto due dozzine di piccoli piatti. Ciascuno conteneva i resti di una candela rossa consumata. Componevano un cerchio perfetto e, nel mezzo, c'erano i resti di Kennedy Harper. Aveva il cappio intorno al collo, il doppio nodo era simile a quello di Sparrow, ma non l'avevano trovata impiccata. Il lampadario non aveva retto e il corpo della donna era caduto molto prima che giungesse la polizia. Una lampadina rotta e la plafoniera si trovavano accanto a un groviglio di cavi venuti giu dal soffitto. Il cadavere era gonfio e la faccia era coperta da pezzi d'intonaco. Soltanto un occhio era visibile, parzialmente spruzzato di polvere bianca, un occhio affossato nella sua orbita.
Oppure i vermi se l'erano mangiato.
Riker si allontano, chiedendosi se questa donna fosse bella come Sparrow. Si piego di fronte al lavandino della cucina e raccolse il portafoglio: portava i guanti. Lo apri e guardo la fotografia della patente. Non si era sbagliato, era una donna attraente, ma a parte i capelli tranciati col rasoio, non c'erano altre somiglianze con Sparrow. Rimise il portafoglio sul pavimento, insieme al contenuto della borsetta. Si fece da parte per permettere a un agente della Scientifica di rilevare le impronte sul barattolo di mosche morte, ma ancor prima che l'agente scuotesse la testa, sapeva che non ne avrebbero trovate.
Vide Heller sulla porta con un agente che firmava la ricevuta per un mucchio di vestiti avvolti in sacchetti di plastica. Dopo aver tolto la plastica, il medico legale sollevo una camicia verde pallido e la diede a Riker. «Forse questo ti interessa.» La giro per mostrare una grossa 'X' sbiadita sul retro. C'era un messaggio di scuse della lavanderia.
«Ho gia visto un segno del genere,» disse Heller «su una maglietta appallottolata sotto il lavandino di Sparrow. La usava come straccio.»
«Allora l'assassino non sceglie le donne a caso.» Mallory si avvicino al corpo. «Pedina le sue vittime.»
«Gia» disse Riker. La 'X' sul retro della maglietta confermava la teoria di Mallory riguardo alla serratura nuova installata una settimana prima dell'omicidio. «L'assassino vede le donne per strada, poi segna le magliette per seguirle facilmente fino a casa, come se marchiasse un animale. A differenza della Harper, pero, Sparrow non aveva sporto denuncia, non aveva detto a nessuno di essere pedinata, d'avere paura. Per le prostitute e diverso.»
Il tenente dell'East Side, invece di mandare un sottoposto, era venuto di persona e Mallory lo interpreto come un'ammissione di colpa per gli errori commessi.
«Ho portato la documentazione.» Il tenente Loman si rivolgeva solo a Riker, come se Mallory non esistesse. «La prima denuncia risale a qualche settimana fa. Qualcuno la seguiva.»
Riker prese la busta e ne estrasse quattro fogli in altrettante buste di plastica. Ogni volta lo stesso messaggio. Loman era teso, quasi sull'attenti. Mallory si chiese se dipendesse dal fatto che Riker era stato capitano.
«Kennedy si era trovata quei biglietti nelle tasche.» Loman si asciugo la fronte con un fazzoletto. «Mi sembrano piuttosto innocui.»
Riker annui senza commentare, poi lesse i documenti allegati alle buste.
Il tenente fisso la camicia verde che il detective aveva in mano. «L'ha portata alla polizia. Ha detto che e successo in metropolitana. C'e anche una maglietta con lo stesso segno. Ogni volta che si e trovata un messaggio in tasca, Kennedy era stata in mezzo alla gente, in metropolitana, oppure in un negozio. Non ha mai visto il suo pedinatore in faccia.»
Mallory noto che il tenente chiamava la vittima per nome. Era una cosa normale per i poliziotti della omicidi parlare dei morti con tanta familiarita. Gli uomini di Loman pero avevano conosciuto Kennedy Harper viva, una cittadina che protestava, come tante altre.
Il tenente evito lo sguardo di Mallory, aspettando che Riker dicesse qualcosa, una cosa qualsiasi. «Non aveva mai visto quell'uomo in faccia. Cosa potevamo fare?»
«Avete inviato una pattuglia?»
Il tenente fu costretto a rivolgersi a Mallory; Riker aveva finito di leggere e anche lui aspettava una risposta.
«No» rispose Loman. «C'era in giro l'influenza. Avevo troppo poco personale per inviare una pattuglia.»
Mallory scosse la testa. Sarebbe stato un atto di grave insubordinazione gridargli che era un bugiardo. Kennedy Harper era morta prima che l'epidemia di influenza colpisse quella parte della citta. I suoi uomini avevano avuto tutto il tempo per andare a trovare la graziosa Kennedy Harper. Tanto che perfino il comandante della squadra la chiamava per nome.
Riker prese un pezzo di carta con del sangue ormai seccato e lo mostro al tenente.
Loman esito prima di rispondere. «Questo e l'ultimo messaggio. L'uomo ha usato una spilla. Kennedy era entrata alla stazione di polizia sanguinante, con quel messaggio appeso al collo.»
Mallory sapeva che quella donna si era spinta a tanto nella speranza che finalmente la prendessero sul serio.
Riker lesse il messaggio insanguinato a voce alta: «
«Quello stesso giorno aveva deciso di andarsene» disse Loman. «Abbiamo pensato che fosse un'ottima idea. Uno dei miei uomini le ha portato del caffe, l'ha medicata. Ho prenotato personalmente il biglietto per le Bermuda.»