funzionava.» Charles indico una serie di carte pinzate insieme. «Gli strati superiori contengono informazioni che derivano da cio che sta sotto. In questo modo si capisce subito lo sviluppo del caso. Non si perde tempo con piste false e dati insignificanti. Anche la scelta dell'ordine e importante. I dettagli meno rilevanti sono sul bordo esterno.»
«Non male, dottor Butler, davvero niente male.»
«Chiamami Charles.» Effettivamente era un dottore, ma la laurea in psicologia gli serviva solo per inquadrare i clienti. Forse uno psicologo professionista avrebbe predetto la reazione di Mallory.
Non udi i passi alle sue spalle, si giro solo quando udi il commento di Riker dalla porta, un leggero: «Gesu Cristo». Geldorf non senti: fissava ancora la bacheca. Charles guardo Mallory: da quanto tempo era li, al centro della stanza? Mallory non dava segno di averlo notato e Charles si sentiva un ladro, perche in quel momento era libero di osservarla senza essere visto.
Aveva lavorato per ore a quel muro; adesso indietreggio per vederlo dal punto di vista di Mallory. Le foto e la documentazione del delitto formavano una spirale che dal centro si espandeva verso i bordi del pannello. Era come se i ragionamenti su quell'omicidio si fossero cristallizzati, come se una parte del cervello di Markovitz fosse esposta in bella vista sulla parete.
Senza una parola, e senza essere notata da Geldorf, Mallory lascio la stanza. Riker sollevo la mano, intimando a Charles di non seguirla, poi scomparve nel corridoio. Pochi minuti dopo, la porta dell'ingresso si chiuse sbattendo.
Lars Geldorf si concentro sulle fotografie della scena del delitto.
«Questi sono gli originali. Dagli ingrandimenti si vede meglio.»
Effettivamente le Polaroid erano molto piu piccole delle foto che un tempo erano appese alla bacheca nell'ufficio di Louis. Charles indico una fotografia del cadavere appeso al lampadario.
«Cos'e quella macchia sul grembiule?»
«Grasso. E le altre macchie sono scarafaggi.» Geldorf si piego e prese una busta dallo scatolone ai suoi piedi. «Ho fatto fare degli ingrandimenti.» Prese un plico di fotografie. «Sono tutte sgranate, ma si vedono meglio gli scarafaggi.»
«Infatti.» Erano giganteschi.
«Oh, ti piacciono gli scarafaggi? Ho dei meravigliosi scatti di mosche e vermi.»
Geldorf apri un'altra busta con le inquadrature degli insetti in primo piano. «Queste foto le ha fatte il medico legale. Quel vecchio bastardo aveva un debole per gli insetti. Un ubriacone, un maniaco…»
Charles osservo le foto. «Immagino che fosse un entomologo dilettante.» Non c'erano primi piani di scarafaggi. «Sembra che preferisse mosche e vermi.»
Il fax squillo, e Riker torno di corsa nell'ufficio di Mallory. Osservo la carta che usciva dalla macchina, poi strappo il foglio e lascio la stanza.
«Torno subito.» Charles percorse il corridoio. Trovo il detective nell'ingresso, sprofondato in una sedia. Stava parlando in un telefono del 1900. «Nessun problema, ottenere il mandato di perquisizione e stato facile» diceva Riker. «Ma il custode non aveva le chiavi dell'appartamento della Harper.» Stava per mettere una gamba sul tavolo d'antiquariato di fronte a lui, ma si fermo. Mallory gli aveva insegnato che non si mettono i piedi sui mobili, specialmente su quelli antichi. «Chiamo io Heller e Slope, si, il fabbro ha aperto l'appartamento, va bene. Mallory e gia per strada.»
Riker riattacco, poi vide Deluthe che sbucava dalla cucina dell'ufficio con un panino in mano. «Ragazzo, guida tu. Vai a prendere la macchina e portala qui di fronte. Scendo tra un minuto.»
Riker butto il fax sul tavolo. Charles lo lesse: «
«No, troppo sdolcinato. E poi lui fa finta di non sapere che Mallory lavora ancora qui.» Riker guardo il fax. «No, e piu lo stile di Janos.»
«C'e stata un'altra impiccagione?»
Il detective lo fisso. «Indovinato, ma tienilo per te. Mallory aveva ragione. Abbiamo un serial killer.» Si fermo con una mano sulla maniglia. Disse, senza voltarsi: «Dimmi una cosa, Charles. Vorresti vivere in un mondo dove tutte le bugie di Mallory diventano realta?».
6
Erano esiliati adesso, chiusi fuori dalla stanza. Heller li aveva puniti per aver infranto il primo comandamento della medicina legale: non fare danni sulla scena del delitto.
I detective avevano corso avanti e indietro, combattendo disgustosi insetti alati, neri e panciuti, cercando di arrivare alla finestra, dalla quale non erano ancora state rilevate le impronte. Adesso Mallory sedeva sulle scale antincendio e teneva compagnia al collega. Qui l'aria era meno greve che all'interno, ma densa e quasi troppo pesante da respirare. Il sole era caldo, la giornata tranquilla e il fumo della sigaretta avvolgeva Riker in una nuvola.
Gli insetti erano intrappolati nell'appartamento: si sentiva il ronzio incessante anche oltre la finestra chiusa. Il cadavere in putrefazione aveva attirato tutti gli amici volanti del circondario. L'odore era insostenibile.
Mallory guardo oltre la grata metallica. Erano arrivati altri curiosi sul posto. Non c'era granche da vedere, ma New York ha un debole per gli spettacoli e il nastro giallo della polizia indicava dove iniziava la fila. La settimana precedente, probabilmente l'assassino era rimasto in attesa su quello stesso tratto di marciapiede. Dopo aver chiamato i giornalisti li aveva osservati entrare e uscire dall'edificio, per nulla impressionati dal suo lavoro. «Mi chiedo per quanto tempo abbia aspettato l'arrivo dei poliziotti. Ore? Giorni?»
Riker aspiro una boccata di fumo. «Gli agenti stanno perlustrando l'isolato. Forse saremo fortunati.»
No, Mallory dubitava che si sarebbe fatto avanti un testimone, qualcuno che ricordasse un tizio che bighellonava sul marciapiede. Era passato troppo tempo tra l'omicidio e la scoperta del cadavere.
Riker spense la sigaretta sulla ringhiera della scala antincendio. «Mi domando se troveremo altri corpi, magari in condizioni peggiori.»
«Non credo. Janos dice che ci sono state solo due segnalazioni al numero verde della TV.» E malgrado l'assassino avesse confessato per telefono e i giornalisti fossero andati alla stazione di polizia, il corpo di Kennedy Harper era stato lasciato marcire per sei giorni nella calura di agosto. «L'assassino deve aver pensato che la polizia se ne fregava di lui…»
«Beh, in parte ha ragione» disse Riker. «Per questo ha bruciato la tenda della finestra di Sparrow. Era impossibile non vederla dalla strada. Voleva assicurarsi il pubblico per il suo secondo spettacolo.»
All'interno dell'appartamento Heller apri la finestra. «Bene, tutte le finestre sono aperte e quell'odore terribile e quasi scomparso. I signorini adesso possono entrare.»
Sebbene nessuno l'avesse espressamente richiesto, gli inquilini si tenevano a distanza dal luogo del delitto. Erano riuniti dall'altro capo del corridoio, dove Ronald Deluthe interrogava un uomo con la tuta da lavoro e un grosso mazzo di chiavi.
«Lei e il custode dell'edificio?»
«Indovinato.»
Deluthe capi che intendeva dire: 'Chi altro potrei essere, cretino?'. Non era un inizio promettente, ma prosegui. «Allora, c'e un cadavere in putrefazione da almeno una settimana e prima di oggi non ha sentito la puzza?» Si fermo un momento per allontanare una mosca dal viso. «Nessuno si e lamentato?» Un esercito di insetti si arrampicava sul muro, altri passeggiavano sul soffitto.
Una donna con la voce squillante disse: «Certo che ci siamo lamentati. Crede che questo sfaticato abbia perso cinque minuti per controllare?».
La porta si apri e Mallory entro nel corridoio, giusto in tempo per vedere il custode esibirsi nel tipico gesto newyorkese di amore e amicizia, il dito medio che si alza dal pugno chiuso.
«Kennedy Harper aveva cambiato la serratura.» L'uomo si avvicino all'inquilina e le grido in faccia: «E io non ho le chiavi! Cosa dovevo fare, buttare giu la porta?».
Dall'altra parte del corridoio, Mallory chiamo Ronald Deluthe: «Trova il fabbro che ha cambiato la serratura,