era vecchio.

Mallory abbandono la sedia e raggiunse la parete di sughero con le istantanee del delitto. Charles percepi la tensione sul suo volto. Combatteva una piccola guerra interiore, frenava l'istinto di ordinare ogni pezzo di carta in maniera perfetta.

Lars Geldorf le si avvicino e Charles capi il significato di quel silenzio. Mallory insegnava al vecchio chi comandava. La gerarchia doveva essere ben chiara e Geldorf non avrebbe mai piu dovuto chiamarla tesoro. Ma evidentemente quell'uomo le piaceva. Stava usando con lui i suoi modi piu gentili.

Ingrandimenti e sotto le Polaroid. «E tutto qui?»

«Affermativo» disse Geldorf. «E allora?»

«Dove sono gli originali?»

«Sono tutti orginali, tesoro.»

«Mallory» lo corresse lei.

«E se ti chiamassi Kathy?»

«Te lo sconsiglio. Mallory puo bastare.» Era una minaccia. «Non c'era il fotografo della polizia sulla scena del delitto?»

«Si, un civile, ma e durato poco.» Geldorf sfioro le fotografie della donna impiccata, morta da due giorni nella calura di agosto, un'incubatrice di vermi. «Il fotografo si e sentito male e ha fatto cadere la macchina. Non siamo piu riusciti a farla funzionare, cosi ne abbiamo presa una in prestito dal vicino.»

Mallory fissava la foto della corda che pendeva dal lampadario. «Cos'e quella macchia scura sul soffitto?»

«Scarafaggi affamati all'ora di pranzo» rispose Geldorf. «Gli scarafaggi hanno un debole per le cose unte, e qui…» Con le dita ossute indico un'altra fotografia con una grossa macchia scura sul pavimento della cucina. «Scarafaggi all'assalto di una padella.» Strizzo gli occhi. «Vedi quella roba sul pavimento? Sono salsicce. E altri scarafaggi. Il lampadario della cucina era sul punto di cedere. Vedi l'intonaco? Stava crollando. Probabilmente avevano fatto il nido lassu. Ti mostro gli altri ingrandimenti.»

Geldorf le indico il materiale raccolto dal medico legale. Esamino una fotografia con un nugolo di mosche.

«Charles, cosa ne hai fatto delle fotografie degli scarafaggi?»

«Sono appese sotto quelle dei vermi. Mi sembrava l'unico posto sensato.»

«Di che diavolo state parlando?» Mallory non comprendeva quel tipo di logica.

Fu Geldorf a rispondere: «Le mosche sono gli unici insetti utili, sul luogo del delitto intendo. Gli scarafaggi non dicono nulla.»

«Giusto» disse Charles. «Per questo li ho appesi sotto…» Non c'era bisogno di aggiungere altro. Mallory aveva smesso di ascoltare. Si guardava le unghie. Forse aveva trovato un lieve difetto, e la manicure aveva la precedenza sull'entomologia. A quel punto alzo gli occhi: «Se avete finito, io metterei gli scarafaggi in primo piano».

Charles sposto la fotografia delle mosche con le larve e Mallory osservo gli ingrandimenti degli scarafaggi che sbucavano dal soffitto e scendevano lungo la corda diretti verso il cadavere. La fotografia che catturo la sua attenzione era quella del grembiule della vittima, dove una macchia rettangolare aveva attratto alcuni insetti.

Geldorf si avvicino al muro. «Sembra quasi che nella colluttazione, abbia lasciato cadere la padella cospargendo il pavimento di grasso. Quella sera avevano tolto la corrente, cosi…»

«Non puo essere…» Mallory osservo la padella appoggiata al muro accanto alle altre prove, poi indico la fotografia del grembiule. «Questo non e uno schizzo d'unto.»

Charles sapeva che stava citando a memoria gli appunti del taccuino di Louis Markowitz: non e uno schizzo. Louis riteneva questo dato importante, al punto da sottolinearlo, ma non diceva perche. I bordi del rettangolo erano ben definiti: non poteva essere il grasso di cottura schizzato sul grembiule.

Mallory si rivolse a Geldorf: «Natalie stava cucinando, forse aspettava qualcuno. Hai interrogato i suoi amici?».

«Non ne aveva» disse Geldorf. «Quando era sposata il marito non le permetteva di lavorare. Non le dava soldi, cosi lei era quasi sempre a casa. Anche dopo il divorzio probabilmente non ha conosciuto nessuno.» Osservo l'ingrandimento delle salsicce sul pavimento. «Forse stava cucinando per se.»

Charles noto lo scetticismo di Mallory, poi conto le salsicce. Quell'estate spesso toglievano la corrente e sicuramente il frigorifero ne risentiva: Natalie Homer era una donna sola, non avrebbe mai comprato tanto cibo solo per se. Chi stava aspettando? Si rivolse a Geldorf. «Natalie non aveva rapporti con la sua famiglia d'origine, vero?»

«Si» disse Geldorf. «Un anno dopo il matrimonio, la sorella ha smesso di parlarle. Ma questo non c'e nel rapporto, come lo sai?»

«E tipico delle donne maltrattate. Dipendenza, isolamento.» Charles si volto verso Mallory. «Probabilmente il marito la picchiava.»

«Indovinato» disse Geldorf. «Almeno, cosi mi ha detto Natalie.»

Il tono di Mallory si fece sospettoso: «Hai parlato con lei?».

«Certo che l'ho fatto. Due, anche tre volte alla settimana.»

«Ieri sera ti ho detto che qualcuno la seguiva.» Charles si porto al centro della parete e indico dei fogli. «Queste sono le denunce.» Le stacco dalla parete. Erano cinque.

«Tutto comincio subito dopo il divorzio.» Geldorf si allungo per prendere una spessa busta che giaceva in mezzo alle altre prove. «Qui ci sono le altre.»

«E dopo che e morta?» Mallory fissava la busta. «Tutte queste denunce e non avete trovato l'uomo che la seguiva?»

«Non e mai riuscita a vederlo in faccia» disse Geldorf. «La prima volta abbiamo pensato che fosse paranoica. Voglio dire, certo che gli uomini la seguivano, era piuttosto attraente…»

Nessuna delle immagini appese al muro poteva confermarlo. Natalie, da morta, era soltanto una maschera grottesca.

«Era bellissima.» Geldorf si piego sullo scatolone che aveva portato quel mattino. Da un sacchetto di carta estrasse un plico di fotografie. «Non mi sembrava che queste c'entrassero con le prove.» Sollevo il ritratto di una donna sorridente con lunghi capelli biondi. Gli occhi di Natalie erano grandi e azzurri.

Mallory appese con estrema precisione le fotografie alla parete, tutte alla stessa distanza. «Queste foto sono state scattate da un professionista.»

Anche Charles era d'accordo. La luce era perfetta, e lei sembrava in posa davanti all'obiettivo.

«La pista del fotografo non ha portato da nessuna parte» disse Geldorf.

Mallory non apri la busta delle denunce. Si limito a saggiarne il peso. «Natalie deve aver trascorso parecchio tempo alla centrale. Molto tempo. Quando vi siete convinti che non era paranoica? E cosa avete fatto a quel punto?»

«Abbiamo cercato l'ex marito e gli abbiamo detto di stare lontano da lei. Era un tipo ostinato, non ha mai ammesso nulla.»

«E dopo l'omicidio?»

«L'abbiamo interrogato, ma aveva un alibi. Era ad Atlantic City, a sposare la seconda signora Homer. Si chiamava Jane. Non hanno mai lasciato la stanza, a sentire quelli dell'albergo. Ma quanto costa comprarsi un alibi da una cameriera? E la dichiarazione della seconda moglie, Jane, non ha alcun valore. Sposati da due giorni, e il bastardo era gia riuscito a intimidirla.»

Mallory non lo ascoltava piu, fissava la parete. Poi prese una busta di plastica appesa al muro e comincio a leggerne il contenuto.

«Sono sette messaggi» spiego Geldorf. «Tutti uguali. Natalie li trovava sotto la porta di casa quando tornava dal lavoro. Fai attenzione, tesoro…» disse, vedendo che Mallory estraeva i fogli dal sacchetto. «Quella carta e molto fragile e le scritte sono in matita.»

Charles aspettava la reazione di Mallory, ma lei continuo a fissare il foglio, ipnotizzata dalle parole: Oggi ti ho toccato.

Le mani in tasca, impettito, Geldorf guardava le fotografie del luogo del delitto. «Il fotografo che ha fatto cadere la macchina non e stato l'unico a sentirsi male, quella notte. Anche l'agente che ha trovato il corpo, un ragazzo, non ricordo se si chiamava Parris o Loman…»

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