Videro la bambina avvicinarsi a un'area giochi, indecisa. C'erano altri bambini.

Charles Butler si sposto verso lo schermo, attratto da quella Mallory in miniatura. Si sentivano le voci dei bambini che giocavano e correvano felici.

Kathy esito, poi si avvicino, cauta, alle altalene. Si mise a sedere guardando con sospetto a destra e a sinistra, poi comincio a dondolarsi. Kathy si spingeva con forza. L'altalena sembrava sfiorare le inferriate del cancello del parco giochi, ma Kathy, si spingeva sempre piu in alto. Rideva forte e si dondolava sulle teste delle mamme e delle tate che continuavano a gridare, Scendi di li!

Riker guardo Charles che bisbigliava una preghiera silenziosa, Non cadere!

I piedi puntati verso il sole, Kathy rideva. La sua gioia si spense quando i suoi occhi incontrarono la telecamera. Lo sguardo si fece improvvisamente freddo, quello di un'adulta. Lascio l'altalena e volo via dall'obiettivo. Lo schermo torno nero.

Riker conosceva a memoria quella cassetta, ma strinse ugualmente il bicchiere di bourbon fra le mani. Per lui, la bambina stava ancora volando, e l'avrebbe fatto per sempre, come una moneta lanciata in aria e destinata a non atterrare mai.

Charles dormiva profondamente sul divano dell'ufficio, vestito con gli abiti del giorno prima. Mallory era sveglia, e guardava l'alba. Era tornata in ufficio con i giornali del mattino, e ora li sfogliava in cerca di un comunicato stampa della polizia. Non era sulle prime pagine. I delitti dello spaventapasseri, per la stampa, erano storie gia vecchie.

Si parlava di scippi e di un altro accoltellamento in pieno giorno, ma la notizia bomba era un uomo decapitato da un tombino volante: era saltata una conduttura.

E poi c'era Riker.

Il giorno prima si era tagliato facedosi la barba. Dopo una sbronza gli tremavano le mani. Il bourbon lo stava lentamente uccidendo, ma Riker, malgrado tutto, restava padrone di se. Non aveva perso l'integrita. Perche aveva rischiato il posto rubando qualcosa dalla scena del delitto di Sparrow?

Poliziotti e pompieri rubano dalle tasche dei morti, ma Mallory era convinta che mai Riker avrebbe fatto qualcosa di simile. Il suo sospetto era che Riker le stesse nascondendo delle prove. Che stesse conducendo un'indagine per conto suo.

Mallory volto pagina, cercava il comunicato della polizia, un avvertimento a tutte le attrici bionde di New York.

In un articolo a pagina tre, il tenente Coffey metteva in guardia le possibili future vittime.

La giovane attrice era cresciuta con i vestiti smessi di sua madre e sua nonna. Solo il Vestito Magico non era stato acquistato in un negozio di roba usata, e adesso era rovinato e insanguinato. Stella aveva perso la sua armatura. Quel mattino Stella Small stava prelevando dei soldi. Non teneva mai i conti, si sarebbe spaventata a morte e privata di quei rari momenti di gioia. Aveva un'idea approssimativa di quanto denaro avesse in banca, ma di sicuro poteva permettersi un paio di calze, forse qualcosina di piu. In mano aveva un volantino pubblicitario: saldi in un negozio di capi firmati. Mancava un'ora all'audizione e il posto era vicino.

Le cose sarebbero cambiate, presto.

In realta i soldi le servivano per l'affitto, ma Stella decise che un vestito nuovo era indispensabile.

Corse fino alla fine dell'isolato e si mescolo alla folla fuori dal negozio, aspettando che aprisse. Stella era pronta per la battaglia. Le porte si aprirono e la caccia ebbe inizio. Oltrepasso donne anziane col bastone e scese rapidamente le scale puntando decisa i vestiti piu interessanti. Se fosse piaciuta al regista, la sua vita sarebbe cambiata.

Il suo futuro era appeso a una gruccia.

Una donnona con degli orribili capelli tinti afferro l'unico vestito azzurro taglia 44. Stella la osservo mentre tentava di chiudere la giacca, con l'unico risultato di far saltare il bottone. E aveva pure macchiato la manica con il rossetto.

La signora abbandono l'idea di entrare nella giacca e se ne ando borbottando fra se. Stella recupero il bottone e il cartellino del prezzo. Controllo l'etichetta: uno stilista famoso scontato del cinquanta per cento: una specie di segno del destino.

Guardo l'orologio, era in ritardo per l'audizione, ma se si fosse sbrigata, non ci fosse stata coda alla cassa e la metropolitana fosse state puntuale, avrebbe potuto farcela. Il vestito era perfetto.

La macchia di rossetto era praticamente invisibile e c'era tutto il tempo per ricucire il bottone durante il tragitto in metro. Da un anno portava nella borsa un piccolo set di cucito, in attesa di quel preciso momento in cui la sua vita sarebbe stata appesa a un filo.

Qualcuno la spinse contro lo specchio. Stella trattenne il fiato, e si aggrappo per non cadere. Alle sue spalle c'era un uomo. Nessun altro lo noto, erano tutte troppo prese ad armeggiare con i vestiti. L'uomo invece era perfettamente immobile, e aveva occhi solo per lei.

14

Stella sorrise. L'uomo che la fissava era sicuramente un telespettatore della soap opera del mattino.

Si, sono io.

L'uomo non rispose al sorriso, la fissava come fosse un oggetto. Stella osservo il tizio e decise di imitarlo. Lo sguardo gelido, la piega sottile della bocca, la postura. Ma era in ritardo.

L'audizione!

Guardo l'orologio e quando rialzo lo sguardo, intravide il cappello da baseball dell'uomo sopra quel mare di teste femminili: stava indietreggiando, mescolandosi alla folla. Stella non si mosse finche l'uomo non si fu allontanato. Guardo di nuovo l'orologio, adesso era molto tardi. Alla cassa si stava formando una fila. Si affretto per superare una signora anziana. Quando venne il suo turno, Stella imito anche l'espressione della commessa, una cassiera diligente. «Ho una fretta terribile, il vestito lo tengo indosso.» Stella mise la vecchia gonna sul bancone. «Questa la metta in un sacchetto.»

Stella sollevo il braccio, mostrando il cartellino che pendeva dalla manica. «Faccia attenzione con quelle forbici.»

La voce della cassiera tradi un certo fastidio. «La merce non puo essere cambiata.» Stella aspettava con il braccio sollevato a mezz'aria. Con tutta calma, la cassiera piego la vecchia gonna stropicciata e la infilo in un sacchetto, quindi taglio il cartellino. Fisso lo specchio dietro la fila di persone e disse: «Lo sa, vero, che questa giacca e macchiata?».

Gia, la macchia di rossetto.

«Non c'e problema, la lavero.»

La cassiera osservo quella ragazza bionda che correva verso l'uscita con una grossa 'X' nera disegnata sulla giacca nuova. Poi lancio un'occhiata distratta alla cliente successiva, una donna anziana che arrancava verso il bancone. «Forza, signora, non ho tutto il giorno…»

Il tenente Coffey guardo l'ultima attrice che usciva scortata dagli agenti. Deluthe stava dirigendosi verso l'ufficio. Mentre Coffey controllava la lista delle bionde interrogate quel giorno, il genero del vice procuratore aspetto con discrezione di essere notato. Coffey apprezzava quell'atteggiamento, ma era convinto che Deluthe non avrebbe mai fatto carriera.

«Credevo che sorvegliassi Lars Geldorf.»

«Oggi sta a casa. Cerco il sergente Riker.»

«Sara qui tra mezz'ora.» Coffey gli mostro un giornale con il titolo: «Attrice accoltellata in pieno giorno». «Coraggio, ragazzo, renditi utile…» Indico un biglietto scritto a mano con un numero di telefono. «Il distretto di Midtown non ci ha comunicato il nome della donna. Scopri chi e, poi controlla la lista. Se non ho ancora parlato con lei, trovala e falla venire qui.»

«Sissignore.» Deluthe prese il biglietto, si sedette alla prima scrivania libera e si attacco al telefono.

Pochi minuti dopo busso alla porta dell'ufficio del capo, che gli fece segno di entrare. «Adesso che c'e?»

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