cameriera.

Penso all'uomo che la seguiva. Non poteva rivolgersi alla polizia, non dopo che aveva mentito soltanto per fare uscire il suo nome sui giornali. Quella donna, Eve Forelli, sicuramente li aveva gia informati. Stella immagino il dipartimento di polizia come una colonia di ragni telepatici, impegnati a tramare contro di lei. Non si era nemmeno presentata all'appuntamento a SoHo, dove venivano interrogate le bionde perseguitate. Anche se avesse mostrato loro la giacca marchiata, la sua posizione non sarebbe migliorata. I poliziotti non le avrebbero creduto, a causa della 'X' che lei stessa aveva disegnato sulla camicetta.

Stella si alzo e si stiro. In fondo era un'attrice, li avrebbe convinti. Bastava soltanto azzeccare il personaggio giusto, ma quale era? Si guardo allo specchio e si chiese: «Chi sono io, oggi?».

Nessuno, disse lo specchio, una ragazza dell'Ohio.

Stella annui, poi prese la giacca e sfioro la 'X'. New York aveva il potere di sciupare tutte le cose belle…

Udi un rumore di passi nel corridoio. Si fermarono proprio davanti alla sua porta.

La polizia?

Trattenne il fiato e si immobilizzo, una busta bianca era scivolata sotto la porta. Forse un mandato di comparizione. Era davvero nei guai. Senti i passi allontanarsi. Attese qualche minuto e apri la busta.

Incredibile.

Era l'equivalente di un sacco di soldi, un buono acquisto per un negozio sulla Quinta Strada, dove non poteva permettersi neppure di respirare. Avrebbe potuto comprare un vestito nuovo, firmato, e anche un paio di scarpe.

La Quinta Strada la chiamava: Vieni, Stella, ti sto aspettando…

Usci, domandandosi chi dovesse ringraziare per quel meraviglioso regalo. Escluse l'angelo custode di cui le avevano parlato a catechismo. Nemmeno Dio sarebbe sopravvissuto in quella citta. Il suo salvatore era l'uomo che la pedinava, un suo ammiratore un po' disturbato che si era spinto troppo in la e adesso, pentito, cercava un modo per farsi perdonare.

Mentre scendeva le scale, si blocco di colpo. Non c'era l'aria condizionata nei corridoi del condominio, eppure senti un'ondata di gelo scenderle nello stomaco. Quell'uomo sapeva dove viveva.

Il sergente Bell sedeva dietro la scrivania, all'ingresso della stazione, aspettando che il tenente Coffey gli ordinasse di far entrate il sospetto. Nel frattempo, teneva sotto controllo il pompiere. Gary Zappata stava lavorandosi gli agenti, pacche sulle spalle e chiacchiere amichevoli, benche non avesse un solo amico in quel dipartimento.

I tre detective entrarono dalla porta principale. C'era anche Deluthe. Riker gli disse qualcosa e quello si precipito al piano di sopra. Riker e Mallory attraversarono la stanza, ignorando gli sforzi del pompiere per attirare la loro attenzione.

Zappata grido: «Sei uno stronzo, Riker, una spia del cazzo…».

Il sergente Bell prego in silenzio: Per favore Riker, non fare idiozie. Se l'avesse colpito sarebbe finito sotto processo. E forse era proprio quello che Zappata voleva. Era stato licenziato anche dai pompieri e non poteva tornare in polizia.

L'ex pompiere Zappata si avvicino ai due detective. «Hai fatto la spia.» Squadro Riker, poi lo spintono: «Alcolizzato del cazzo…». Poi si rivolse a Mallory: «E tu farai bene a starmi alla larga, puttana…». Guardo gli agenti in divisa come se aspettasse un applauso.

Mallory non batte ciglio, ma Riker strinse i pugni. Il sergente penso che sarebbe stato meglio chiamare Coffey prima che… Poi alzo lo sguardo e lo vide in cima alle scale, con le mani in tasca. Si godeva lo spettacolo.

Zappata tento di bloccare la strada a Riker.

Un altro errore.

«Non potevi affrontarmi da vero uomo» ringhio Zappata. «Dovevi colpirmi alle spalle.» I detective si avvicinavano a lui. Poteva succedere in qualsiasi momento. L'unico rumore proveniva da un impiegato che batteva a macchina.

Tap, tap, tap, tap.

Zappata si era messo in posa davanti al pubblico di poliziotti. Non sospettava che di li a poco Riker l'avrebbe messo al tappeto.

Zappata non vide partire il colpo. Il pugno di Mallory fu rapido, preciso. Il naso dell'ex pompiere sanguinava.

Mallory attendeva la reazione di Zappata, guardo Riker e gli intimo di non avvicinarsi. Il sergente sorrise, e tutti nella stanza approvarono. La figlia di Markowitz non aveva permesso che qualcun altro finisse Zappata. L'ex pompiere non aveva perso coscienza, ma non poteva o non voleva muoversi.

L'impiegato smise di battere a macchina. Gli agenti osservavano Mallory, una bomba umana al centro della stanza.

Squillo il telefono, le conversazioni ripresero, anche l'impiegato ricomincio a battere sui tasti. I poliziotti entravano e uscivano, qualcuno scavalco il corpo di Zappata guadagnando la porta. La vita continuava.

Quando la porta si chiuse e Jack Coffey e Mallory si ritrovarono l'uno di fronte all'altra, lei non colse l'occasione per dirgli: 'Te l'avevo detto'. Semplicemente gli volto le spalle e si diresse verso la sala operativa.

Il sergente Bell apri la porta e chiese: «Tenente, vuole ancora interrogare Zappata?».

«No, sbattilo fuori.» Coffey confermo la tesi degli agenti: Zappata era scivolato.

Un muro di poliziotti si era stretto attorno a Mallory. Non che Coffey fosse preoccupato delle conseguenze, Zappata non avrebbe mai denunciato una donna per aggressione. Mallory l'avrebbe passata liscia. Il tenente la guardo sparire attraverso la porta in fondo al corridoio.

«Forse l'hai notato.» Riker si mise a sedere. «Il tuo sospetto numero uno ha la mandibola fragile.» Accese una sigaretta. «Sparrow era una ragazza alta, abituata alle risse, abile, perfino piu di Mallory. Quell'idiota non sarebbe mai riuscito a metterla al tappeto.»

«Nemmeno con un rasoio in mano?»

«Credi che Zappata saprebbe cosa farsene? Il nostro uomo e molto piu pericoloso di lui.»

Riker appese la fotografia di Natalie Homer accanto alla sagoma dello spaventapasseri.

Madre e figlio finalmente insieme.

Il detective Janos attacco un biglietto vicino all'articolo che riferiva dell'attrice accoltellata. «Ho parlato con l'agente di Stella Small e con il dottore che le ha medicato la ferita. Entrambi hanno confermato che e successo in una strada piena di gente. Questo combacia con cio che ci ha detto il tenente Loman. Le aggressioni avvengono sempre in luoghi affollati…»

«Questo non vale per Sparrow.» Riker stacco un rapporto dalla parete e lo allungo a Janos. «E la dichiarazione del regista dello spettacolo. Sparrow gli disse che era momentaneamente disoccupata e che aveva impiegato quattro giorni per imparare la parte. La sua serieta lo colpi, per questo le affido quel ruolo. Non c'erano audizioni pubbliche la settimana prima che venisse aggredita, dunque Sparrow non prese la metropolitana nelle ore di punta.»

«D'accordo,» disse Janos «ma questa citta e sempre affollata.»

Rimasto solo, Riker si volto verso la parete e ricomincio a ordinare la documentazione di tutti i casi. Janos aveva ragione. New York City brulicava…

«Un gruppo di puttane» disse Mallory.

Riker sobbalzo. Mallory era in piedi di fronte a lui.

«Pensaci: se vedi una puttana, intorno ce ne sono sicuramente delle altre…»

Riker scosse il capo. «No, Daisy ha confermato che Sparrow aveva smesso con quella vita. Forse lo spaventapasseri l'ha vista mentre…»

«Sparrow si prostituiva ancora.»

«E come lo sai? Ti eri messa di nuovo a pedinarla?» Soltanto chi la conosceva bene quanto lui avrebbe potuto cogliere un segno di sofferenza sul volto di Mallory.

Una volta, Sparrow gli aveva raccontato che Mallory la spiava. L'ultima volta che Riker l'aveva incontrata, Sparrow gli aveva detto: «So perche Kathy mi segue. Crede che io stia per morire, e vuole vederlo con i suoi occhi». Erano passati due anni da allora, e di recente Mallory non poteva averla pedinata. Altrimenti avrebbe subito riconosciuto il suo indirizzo e il volto alterato dall'intervento estetico.

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