Mallory disse: «Ho parlato con il chirurgo plastico. Fa un sacco di lavoretti alle donne maltrattate. Sparrow lo pagava a rate. I suoi soldi finivano tutti li. Si prostituiva per pagarsi l'operazione. Daisy ti ha mentito, che sorpresa, vero?».

«Ma tu non puoi sapere…»

«Si che lo so. Le rate erano alte, e Sparrow sapeva fare soltanto quel mestiere. Certo, recitava a tempo perso… In ogni caso, non ha mai avuto un protettore, quindi ha sempre lavorato con altre puttane. In tante ci si puo difendere.»

«D'accordo» disse Riker. «Trovero le colleghe con cui lavorava. Rintraccero Tall Sally e parlero di nuovo con Daisy.» Se uno dei due gli avesse indicato il posto dove si prostituiva avrebbe fatto una retata. La maggior parte delle puttane erano tossiche e avrebbero venduto la madre pur di non passare diciotto ore in cella.

Deluthe stava fotocopiando gli ultimi rapporti per Charles Butler. Mallory lo ignoro finche non si trovo di fronte l'articolo di giornale con la storia dell'attrice ferita. Vi era allegato un biglietto scritto a mano con il nome della ragazza accoltellata, il suo indirizzo e le parole montatura pubblicitaria. La firma era di Deluthe. «Dov'e il resoconto dell'interrogatorio di Stella Small?» gli domando Mallory.

Deluthe balbetto. «Non ho mai parlato con lei, ho lasciato un messaggio sulla sua segreteria telefonica.»

Mallory cerco altri documenti sulla parete. «Dov'e la dichiarazione del distretto di Midtown?»

«Un'ausiliaria avrebbe dovuto mandarmi un fax…»

«Nell'articolo si parla dell'ambulanza. Dov'e il rapporto del dottore che l'ha medicata?» Si volto. Deluthe non sapeva cosa rispondere. Era convinto che Mallory lo avrebbe strangolato, ma si sbagliava. Mallory difficilmente perdeva il controllo. Non era arabbiata quando aveva steso Zappata. Quel pugno era premeditato, era l'unico modo per evitare una sospensione a Riker. Fra i due detective, era lui ad avere un carattere irascibile.

Deluthe osservava la foto dell'attrice bionda, pensando a una scusa. «Stavo per richiamare quell'attrice, ma ho dovuto rimandare, il sergente Riker…»

«E stato un errore» disse Mallory. Poi aggiunse: «Non devi chiamarla, devi andare da lei. Fatti rilasciare una dichiarazione».

Non si era ancora mosso.

«Adesso Deluthe, prima che la ammazzino.»

Mallory telefono alla stazione di polizia del quartiere dove l'attrice era stata aggredita.

Dopo dieci minuti riusci a parlare con un sergente. «Mi dispiace, detective, ho trovato la dichiarazione, ma non dice granche. Quell'ausiliaria, Eve Forelli, e stata un po' troppo creativa…»

«Me la legga.»

«Miss Barbie finisce contro macchina fotografica. Al diavolo le bionde. Capisce qual e il problema?»

Il viso di Mallory era impassibile mentre si studiava la mano destra. Piego le dita dalle unghie accuratamente laccate e all'improvviso batte il pugno sul tavolo. Poi, perche la lucidita durasse piu a lungo, batte un'altra volta il pugno, un dolore lancinante.

16

Una ringhiera di ferro proteggeva il giardinetto del condominio dove abitava Stella Small. Mallory suono il citofono. Non rispose nessuno, cosi frugo nella tasca dei jeans ed estrasse un sacchetto di velluto che conteneva un piccolo kit da scassinatore. L'aveva rubato molti anni prima al suo maestro, Tall Sally. L'aveva perso per qualche tempo, insieme al resto della sua fanciullezza, e poi ritrovato tra le cose di Louis Markowitz. Lou era un sentimentale, non era riuscito a buttar via i suoi giochi. In quel preciso momento, prima che potesse armeggiare con la serratura del cancello, Ronald Deluthe usciva dall'edificio. «Non c'e nessuno in casa. Ho lasciato il mio biglietto da visita sotto la porta.»

«Come sai che non c'e nessuno?»

«E cosi» rispose Deluthe. «Ho controllato.» Mallory rimise in tasca il kit. «Come?»

«Ho bussato alla porta e nessuno ha risposto. Non ho sentito nessun rumore, non sembrava che…»

«Che rumore fa una donna impiccata, Deluthe?»

«Ricevuto.»

«Come hai avuto la chiave?»

«Dall'amministratore, in fondo alla strada.» Deluthe tenne aperto il portone per far passare Mallory. «Per avere le chiavi dell'appartamento serve un mandato.» Salirono al secondo piano, e si fermarono davanti al 2B. «Ecco, detective… E sicura che entrare sia legale?»

«Si, Deluthe, noi crediamo che quella donna sia in pericolo.» Mallory non intendeva ripetere una lezione che Deluthe avrebbe dovuto imparare all'accademia di polizia. Probabilmente non era stato un allievo modello. Fino a quel momento, il genero del vice procuratore si era dimostrato piuttosto mediocre.

«Me ne occupo io» disse Deluthe.

Mallory si fece da parte, con le braccia conserte.

Tiro un calcio alla porta ma senza successo. Neanche un'ammaccatura. Mallory aspetto che tentasse di nuovo di rompersi il piede, poi perse la pazienza. «Hai finito?»

Mallory sfodero il suo kit e si avvicino alla porta. Prima si occupo della serratura superiore, una di quelle ritenute 'a prova di ladro'. Deluthe voleva imparare. «E adesso cosa succede?»

«Succede che questa forcina ci fara entrare» disse Mallory. «Ne porto sempre una con me, per le emergenze.»

Come molti newyorkesi, Stella Small non si era preoccupata di chiudere entrambe le serrature, e Mallory impiego pochi minuti per risolvere la questione. La porta si apri su una stanza squallida, i vestiti sparpagliati, il letto sfatto, un lavandino pieno di piatti sporchi.

Sul pavimento, mezza coperta dal cuscino del divano c'era una copia di «Backstage».

«Sembra che siano passati i ladri» disse Deluthe.

Mallory scosse la testa. Quel posto assomigliava all'appartamento di Riker. Anche lui avrebbe frugato nell'armadio alla ricerca di un vestito non troppo macchiato. «Stella stava solo cercando qualcosa da mettersi.»

«Nessun cadavere appeso al soffitto.» Deluthe osservo il lampadario e sorrise. «Avevo ragione io, detective.» C'era un indumento azzurro abbandonato sul pavimento, ma Deluthe non ci fece caso.

«La donna che state cercando,» chiese Mallory «che cosa indossava?»

«Un completo azzurro chiaro» rispose Deluthe. Si era accorto della giacca. La raccolse e mostro a Mallory la 'X'.

«Stella Small e la prossima vittima.» Mallory afferro la giacca e sull'etichetta lesse il nome di un noto stilista. Il taglio era buono, come il tessuto. Cammino tra i vestiti abbandonati sul pavimento, qualita scadente, di seconda mano. Qualche pezzo isolato, pero, rivelava buon gusto. La giacca sciupata era il pezzo migliore, decise Mallory, che aveva un debole per le giacche ben fatte. Poi trovo lo scontrino in una tasca ed ebbe la conferma: l'aveva acquistata in saldo.

Sul tavolo c'era un mucchio di buste ancora chiuse, tutte bollette non pagate. Mallory apri il cassetto e cerco il libretto degli assegni. Quella ragazza non aveva un soldo, e probabilmente non era uscita per fare compere. Del resto, tutto costava troppo a New York. Probabilmente la ragazza sarebbe rientrata di li a poco a mani vuote. «Deluthe, tu stai qui e aspetta. Non mi importa quanto dovrai restarci. Mi sono spiegata?»

Potendo scegliere dove interrogare i testimoni, Riker aveva scelto una cella, la stanza piu piccola di tutta la Crimini Speciali. I muri erano sporchi: una patina marroncina prodotta da anni di fumo e di vomito. Meta della stanza era occupata da una branda. La porta era aperta, un invito e una minaccia per il transessuale piu alto e platinato di tutta New York. Seduto sulla sedia di metallo, teneva le gambe accavallate sotto il tavolo. «Dove ti eri cacciato, detective? Ho un appuntamento, stasera…»

Riker chiuse la porta alle sue spalle, lentamente, poi guardo l'orologio. «Non ci vorra molto, Sal. Ma se hai tanta fretta, possiamo vederci domani. Ti mando a prendere con la volante davanti al negozio. Magari all'ora di

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