«Wichita lascia la citta, giusto? Scappa di nuovo?»

«No, non in questo libro.» A quel punto Charles si rese conto che la donna non sapeva che quello era l'ultimo libro della collana.

«Non dirmi che Wichita si costituisce?» Lesse nel volto di Charles un destino ben peggiore per Wichita Kid. «No» disse. «Non dirmi che muore, non osare dirmi una cosa del genere!» Urlo: «Come e possibile che Wichita muoia?».

La conversazione si interruppe bruscamente. Dieci prostitute entrarono, in lutto per la morte di Wichita Kid.

Mallory sedeva al buio, gli occhi chiusi, la testa che dondolava lentamente. Non ricordava il libro intitolato Ritomo a casa.

C'era un'altra questione irrisolta.

«Raccontami cosa succede al cavallo» disse Minnie. «Il vecchio Blaze rotola da un dirupo alla fine di un libro. Dimmi che almeno il cavallo non e morto.»

«Dunque,» disse Riker «sembra che il cavallo non possa salvarsi, ma poi ricompare nel libro successivo. La ragazza indiana…»

«Uccello Grigio? Quella che amava Wichita Kid? Ne parla in quasi tutti i libri.»

«Si, proprio lei. Cura il cavallo con la magia e delle erbe. La ragazza muore, ma il cavallo e sano come un pesce.»

«Non e romantico?»

«Gia.»

Mallory era diretta all'ufficio della Butler & Company. Quella sera ritiravano l'immondizia e la strada era piena di sacchi maleodoranti. Qualcosa sguscio nell'oscurita, vicino ai bidoni. Mallory chiuse gli occhi e premendosi le mani sulle orecchie cerco di scacciare il rumore dei topi sul legno marcio, mille zampe che correvano intorno al corpo sanguinante. Non riusciva a dimenticare l'odore di cherosene, fumo e carne bruciata.

Si fermo a un telefono pubblico, compose tre numeri a caso, poi i quattro che conosceva a memoria. Da quando era bambina non aveva piu usato quel rito. Il telefono squillava, e Mallory era eccitata esattamente come allora. Ma perche? Si aspettava si trovare conforto dall'altra parte del filo?

Una donna rispose: «Pronto?».

Mallory non aveva dimenticato la formula: 'Sono Kathy, mi sono persa', ma non riusci a pronunciarla.

«Pronto?» La voce della sconosciuta si fece allarmata.

Signora, non sente il rumore dei topi?

Charles abbandono la sua teoria. La bambina non aveva mai creduto agli eroi, ne credeva che i personaggi del libro fossero reali. Era riuscita a legare un gruppo di prostitute a una storia. Una tecnica antica. Aveva puntato sul bisogno delle persone di sapere come andra a finire. La bambina era intelligente.

Era la volta di Gloria e Maxine. Non erano sorelle, ma si assomigliavano e si vestivano allo stesso modo, pantaloncini e top rosso. Erano piu giovani delle altre. Il trucco era piu sobrio e il tempo non era stato crudele con loro. Avevano insistito per essere interrogate insieme.

«Facciamo tutto insieme» aveva detto Gloria. «Proprio tutto, tesoro.»

Charles si accinse a raccontare la fine di un altro libro, Una capanna ai confini del mondo.

«E non venirci a raccontare che il predicatore ha fatto piovere» disse Gloria.

«No, niente di simile. Quando a Wichita passa la febbre, la capanna e ancora in fiamme. Se vi ricordate quello che succede nel libro precedente…»

«Certo» disse Gloria. «I contadini credevano che la donna fosse una strega e che avesse provocato la siccita. Avanzavano con le fiaccole accese verso la casa. Tutto bruciava e Wichita stava morendo. Almeno e quello che penso la donna. Allora si inginocchio e chiese pieta a Dio.»

«Giusto» disse Charles, ripetendo la frase finale: «'Un urlo che strazio le stelle nel cielo'. Nel libro dopo, Wichita si sveglia e bagna la donna con un secchio d'acqua. Se la carica sulle spalle ed esce dalla porta principale, camminando tra le fiamme». Poi stupi le prostitute con un'altra citazione: «'A torso nudo, i lunghi capelli biondi che volavano nel vento tra le scintille, la pelle bollente per il fuoco e per la febbre.' A quella vista, il finto predicatore si pente e si converte: cade in ginocchio dichiarando che Wichita e un angelo. I contadini rimangono interdetti. Poi Wichita estrae la pistola e loro si ricredono, non vogliono piu bruciare la strega».

Le prostitute erano attente: «Wichita cammina attraverso le fiamme».

«Si,» disse Charles «ma poi, verso la fine del libro, spara a un uomo.»

«Oh, fa sempre cosi» disse Gloria. Il fatto che fosse una specie di serial killer non le disturbava affatto. «Dunque cammina attraverso le fiamme.»

«Veniamo a noi» disse Charles. «Avete detto di aver incontrato Sparrow di recente.»

«La settimana scorsa» disse Gloria. «Io e Maxine eravamo a caccia di clienti a Columbus Circle, c'era un congresso. C'era anche Sparrow, vero Maxine?»

«Si.» Maxine continuo a masticare il suo chewing gum.

«Stava lavorando, esattamente come noi» disse Gloria. «Ma non sembrava una puttana. Era davvero in forma, vero Maxine?»

«Si, davvero.»

«Scusatemi» disse Charles. «Avete notato niente di strano quel giorno? Qualcosa di diverso…»

«Ti riferisci al naso rifatto? O al tipo che le ha ferito il braccio col rasoio?»

Deluthe sedeva accanto a Maxine concentrata sul monitor del computer. Stavano creando il loro mostro assemblando nasi, occhi, orecchie con un programma fotografico dell'FBI. Poche scrivanie piu in la, un disegnatore lavorava con Gloria: «Potrebbe descriverlo meglio?».

«Un tipo freddo» rispose Gloria.

«Ma cosa…» L'esasperato disegnatore d'identikit colse il segnale di Riker – Chiudi la bocca - e lascio la protesta a meta. «Il colore dei capelli» intervenne Riker. «Chiari o scuri?»

«Biondi» disse Gloria, alzando la voce perche tutti la sentissero. «Aveva i capelli biondi, vero Maxine?»

«No» rispose l'amica. «Erano scuri, castano scuro.»

«Maxine, sei scema. Era biondo, te lo dico io. Biondo naturale.» La prostituta guardo la testa di Ronald Deluthe: «Non erano decolorati».

Sperando di arrivare a un compromesso, Riker disse: «Forse era quel biondo che si scurisce quando si diventa adulti».

«Si, giusto» approvo Maxine osservando le radici dei capelli di Gloria. Si volto verso Deluthe: «Facciamoli castani».

«No, non va» sentenzio Gloria osservando il disegno. «Ricominciamo, disegnalo di profilo… come le foto segnaletiche, l'ho visto solo cosi. Maxine l'ha guardato in faccia.» Consulto l'amica: «Vero, Maxine?».

«Si» confermo l'altra.

Gloria continuo a raccontare. «Stavo salutandola quando si e avvicinato uno strano tipo. Era rigido, camminava come un robot. Sono rimasta dov'ero, zitta. Sparrow non l'aveva notato. Poi quel tipo ha tirato fuori un taglierino dalla borsa da ginnastica.»

Gloria studio Charles e penso che quell'uomo elegante non s'intendeva di taglierini. «Un affare di metallo con una lama.» Si rivolse di nuovo a Riker. «Le ha sfregiato il braccio. Non potevo crederci, con tutta quella gente intorno. Freddo come il ghiaccio. Poi si e allontanato, tranquillo, come se lo facesse tutti i giorni. Ha rimesso il taglierino nella borsa. A quel punto ho fatto notare a Sparrow che sanguinava, non se n'era neanche accorta… Non e vero Maxine?»

«Piu o meno.» Maxine non ascoltava piu l'amica, fissava il monitor di Deluthe. Deluthe armeggio col computer e aggiunse al ritratto due occhi gelidi, privi di espressione.

«Meglio» disse Maxine. «Ma bisogna ancora lavorarci…»

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