qualunque risposta. «Come ha fatto a capirlo?»

«Ho visto la targa dell'auto fuori dal bed & breakfast di Betty. Doveva essere la sua, si intona perfettamente al vestito.» Jessop si sedette e invito Charles ad accomodarsi sulla sedia accanto.

Lo sceriffo sollevo una pila di documenti e prese una busta ingiallita. L'apri ed estrasse una foto. Charles la riconobbe subito: era Mallory bambina. Il padre adottivo, Louis Markowitz, ne aveva portato una simile nel portafoglio fino al giorno della morte.

«Quando era piccola si chiamava Kathy Shelley.» Lo sceriffo infilo una mano nel taschino della camicia e ne estrasse un orologio d'oro. «Adesso si chiama Mallory. E il nome inciso qui sopra, dopo una sfilza di Markowitz.»

L'orologio da tasca di Louis. Charles lo avrebbe riconosciuto fra mille. Sul coperchio un abile incisore aveva ritratto la figura di un viandante solitario che attraversava un vasto spazio aperto. Nel cielo d'oro erano tratteggiate delle nuvole, e dalla loro posizione era possibile capire anche che il viandante procedeva controvento.

«Allora, signor Butler,» disse lo sceriffo «usa Mallory come nome o come cognome?»

«Mi spiace, lei deve avermi frainteso. Non sono qui su richiesta di Mallory. Rappresento Augusta Trebec, esecutrice testamentaria della proprieta Shelley.»

Lo sceriffo si appoggio allo schienale della poltrona. «Ma lei e un avvocato o un investigatore privato?» Pareva piu un'accusa che una domanda.

«Ne l'uno ne l'altro. Sto solo facendo un favore alla signorina Trebec.» In quel caso Mallory, bugiarda consumata, gli avrebbe consigliato di mescolare in parti uguali menzogna e verita. Cosi aggiunse: «Di solito lavoro con agenzie governative e universita. Seleziono persone dotate di talenti particolari e mi adopero per far fruttare le loro doti».

«Talenti particolari? Bene, allora e capitato nel posto giusto.» Lo sceriffo indico la finestra accanto alla scrivania. Seguendo il suo sguardo, Charles vide la donna e il ragazzo che stavano attraversando la strada, diretti verso il Jane's Cafe.

«Quel ragazzo, Ira Wooley, e un idiot savant e un pianista eccezionale. Riesce a ripetere qualsiasi motivo, gli basta ascoltarlo una sola volta. E dovrebbe sentire come canta. E perfettamente intonato, e ha una voce d'angelo. Che ne dice, signor Butler?»

«Be', sua madre ha menzionato una repulsione al contatto fisico.» Charles si accosto alla finestra per guardare il ragazzo giu in piazza. «A giudicare dalla sua buona coordinazione e dall'assenza di ritardo mentale, direi che e autistico. Il termine corretto e autistico savant».

Charles si rese conto di aver detto quel che lo sceriffo sapeva gia. La risposta era servita solo a mitigare una certa diffidenza nei suoi confronti.

Jessop volto le spalle alla finestra. Ira e sua madre erano entrati nel Jane's Cafe. «Anni fa una stramaledetta insegnante dichiaro che Ira era un idiot savant e quelle parole lo marchiarono per sempre. Da allora la maggior parte della gente lo chiama 'l'idiota', come se avesse dimenticato che Ira ha un nome. Bastardi.»

Il suo tono era piu affabile adesso. «Qui in paese c'era un personaggio dotato di un talento ancor piu interessante. Il defunto Babe Laurie era un oratore nato. A cinque anni predicava gia il vangelo. Scommetto che non ha mai incontrato un tipo cosi.»

Figurarsi! Da quelle parti erano frequenti come i gambi del granturco. Il talento piu raro era quello di Ira. Charles era sempre stato affascinato dagli idiot savant. Ma era ancora piu incuriosito dal legame che esisteva tra quel ragazzo e gli eventi successivi all'arrivo di Mallory.

Lilith Beaudare entro con una manciata di fax. Non degno Charles di una sola occhiata. Sicuramente non intendeva rivelare il fatto che si erano gia conosciuti. Ecco un'altra stranezza.

«La richiesta di estradizione per la signora Laurie ha funzionato» disse Lilith, depositando i fax sulla scrivania dello sceriffo. «Si e arresa e ha rinunciato ai propri diritti. La polizia della Georgia dice che possiamo andarla a prendere all'aeroporto dopodomani. Se pensa di trattenerla per la notte, dovro chiamare i servizi sociali perche si occupino del figlio.»

«Non ce n'e bisogno. Non prevedo di passare piu di cinque minuti con Sally Laurie. L'ho trascinata di nuovo qui perche mi ha fatto infuriare filandosela a quel modo.» Lo sceriffo diede un'occhiata ai fax e glieli restitui.

«Archiviali o bruciali.»

Lilith esito un momento non sapendo cosa dire; poi si giro e usci.

«E chiudi quella porta!» le urlo dietro lo sceriffo. Fece un sorriso a Charles. «La vedova di Babe e scappata col figlio il giorno stesso dell'omicidio. Ho impiegato meno di ventiquattr'ore a rintracciarla. Non male per uno sceriffo di campagna, non pensa?»

«Cosi il morto aveva una moglie e un figlio.»

«Be', diciamo che la vedova del morto ha un figlio.»

«Non e figlio di Babe Laurie?»

«A quel che si dice. Babe e la moglie hanno grandi occhi azzurri, mentre il ragazzino ha gli stessi occhietti castani di Fred Laurie, il fratello di Babe.»

«Be', sa, geneticamente e possibile se c'e il fattore…»

«No, non e possibile, signor Butler. La nostra e una cittadina troppo piccola per lasciar spazio alle eccezioni scientifiche. Il cartello sulla statale dice che gli abitanti di Dayborn sono mille e cento, ma e un'esagerazione; siamo piu o meno novecento.»

E in un paese piccolo chi viene da fuori e sempre il primo a essere accusato di un crimine.

«Deve essere sotto pressione, vero sceriffo?»

«Sotto pressione?»

«I media?»

Allo sceriffo sembro divertente. «Un omicidio compiuto a sassate? Una notizia cosi non arriva ai notiziari della sera.»

«Ma questo Laurie era un leader religioso.»

«Era l'attrazione principale di uno spettacolo itinerante chiamato New Church. Babe era famoso solo perche Betty Hale ne parlava ai suoi ospiti durante i tour del paese. Serviva a vendere qualche ricordino all'emporio, e sono certo che Betty Hale percepisse la sua percentuale.»

«Vorrei vedere Mallory, adesso, se non le dispiace.»

Lo sceriffo annui e lo affido a Lilith. Charles la segui per le scale e ruppe il silenzio solo quando lei gli apri la porta. «Non mi controlla per vedere se porto delle armi?»

L'espressione della vicesceriffo era eloquente. Non l'aveva mai nemmeno sfiorata l'idea che Charles sapesse distinguere la canna di una pistola dal suo calcio. Senza rispondere, rimase vicina alla porta mentre l'uomo percorreva lo stretto corridoio che portava alle celle.

Charles si era immaginato una Mallory che languiva in una cella spoglia e fredda. Ora non poteva credere a cio che vedeva. Alla parete era appesa una stampa raffigurante un paesaggio d'altri tempi, ai piedi di una poltrona c'era un tappetino intrecciato, una trapunta patchwork ricopriva il letto e sul cassettone un vaso di vetro conteneva delle violette fresche. L'unica nota stonata erano le inferriate alla porta e alla finestra.

Quanto doveva odiare tutto questo, e piu ancora quella divisa a strisce.

Sollevo gli occhi e lo vide: era infuriata.

Charles volto le spalle a Lilith, impedendole la vista di Mallory. «Augusta Trebec mi ha incaricato di accertarmi se lei sia o no l'erede di Cassandra Shelley.» E a segni aggiunse: «Voglio solo aiutarti. Dimmi quello che posso fare per te».

«Vada via» disse Mallory. Poi a segni insistette: «Va' via».

«Le sarei grato se potessi almeno spiegarle il mio compito.» «Lascia che chiami Riker o Jack Coffey. Loro potrebbero fare qualcosa.»

«No!» disse lei. E gesticolando: «Ma sei matto? Sono poliziotti».

«Ma lo sei anche tu.» O forse no? Sebbene non avesse compilato tutti i moduli necessari per lasciare il dipartimento di

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