polizia, a New York Mallory aveva restituito il suo distintivo e la calibro 38 di ordinanza.
«Se ne vada» ripete.
«
«
Ad alta voce, Charles disse: «Potrei assumere un legale per lei».
«Non ne ho bisogno.» Si alzo e si avvicino alle sbarre. «
«
Mallory infilo le carte in tasca, cosi da aver libere le mani per parlare con il linguaggio dei segni. «
Charles sapeva quel che intendeva dire. Mallory gli stava facendo capire che la sua eccessiva onesta avrebbe finito per rovinare tutto. Non lo credeva capace di azioni basse o equivoche.
«
Mallory trasali. Si stava chiedendo quanto danno Charles avesse gia fatto.
Gli restitui i finti documenti. «Li ho letti, va bene? Adesso se ne vada.» Avvicino il viso alle sbarre e allungo le mani verso quelle di Charles.
«
La sua espressione sembrava suggerire che avrebbe potuto farlo. Forse era quel suo sorriso. E ora c'era una domanda negli occhi.
Di Mallory non si poteva dire che non sarebbe stata capace di uccidere qualcuno. Tuttavia, rifletteva Charles, se lei avesse dato fuoco a un autobus pieno di suore e orfanelli e l'avesse fatto precipitare da una scarpata, lui avrebbe pensato semplicemente che Mallory aveva avuto una cattiva giornata.
Charles stava uscendo dal palazzo municipale che ospitava la prigione quando vide la donna sbucare dal vicolo e fermarsi a pochi passi da lui. La prima cosa che noto furono i capelli. La tintura nera mal riuscita aveva sfumature viola. Era magra, di mezza eta, gli occhi supplicanti rivolti al cielo, la sottoveste che sporgeva dall'orlo del vestito sporco. Aveva il volto rigato di lacrime.
A un tratto si precipito verso il lato piu lontano della piazza, la bocca spalancata nel preludio di un urlo.
Una donna alta e robusta fasciata da un grembiule e con in mano un vassoio, comparve sui gradini del palazzo municipale, proprio accanto a Charles.
«Alma!» grido verso la donna che correva. Lei non l'ascolto. La donna robusta si strinse nelle spalle e attraverso la piazza fino al Jane's Cafe.
Un attimo dopo Henry Roth emerse dal vicolo, sulle orme della donna in fuga. Lo scultore sorrideva soddisfatto. Charles ebbe la sensazione che quel giorno il mondo girasse storto. Di fronte alla disperazione di quella donna il sorriso di Henry Roth lo innervosi. Dopo averlo salutato, incrocio nuovamente gli occhi dello sconosciuto seduto sulla panchina, quello che assomigliava tanto a Babe Laurie. Ma ora il suo sguardo era cambiato, piu intenso, quasi febbrile. Aveva un'espressione vittoriosa, come quella di un bambino furbo che conosce un segreto inquietante.
L'invito era cosi pressante che Charles si avvicino alla panchina.
Poi si fermo, come se avesse sbattuto contro un muro.
Quello che aveva di fronte non era un bambino innocente, ma un adulto dotato di un magnetismo sinistro. Era un perfetto istrione, capace di passare da una personalita all'altra.
Charles credeva di essersela cavata bene con lo sceriffo, ma scelse di non tentare ancora la fortuna con qualcuno che faceva dell'inganno un'arte. Cosi si limito a rispondere con un cenno del capo, stringendosi nelle spalle come a scusarsi. Poi si diresse verso il Jane's Cafe.
6
I fili del telefono e della luce erano ben nascosti sul retro dell'edificio. All'esterno, l'aspetto
Entro nel locale e si ritrovo nel presente. Un'enorme macchina per il caffe gorgogliava a tempo con il sottofondo soft-rock. Sullo scintillante bancone di vetro e metallo erano disposti contenitori colmi di insalate, pane e affettati. Tutti i tovaglioli erano di carta e le tovaglie rosse erano di plastica.
Dopo essersi servito di pane, verdure e condimenti vari, prese posto al tavolo vicino a quello di Darlene e Ira Wooley. La madre parlava al figlio con un tono dolce e consolatorio, ma il ragazzo non la stava ascoltando. Era tutto intento a costruire una torre di cibo sulla base di una fetta di pane.
Con argomentazioni suadenti, Darlene indico al ragazzo gli ingredienti che avrebbero scatenato le sue allergie e rimosse gli strati nocivi alla sua salute. Il ragazzo fisso per un attimo il panino mutilato, e Charles si preparo a una crisi di urla, tipica dell'autismo. Ma Ira rimase calmo e riprese a costruire un'altra torre di cibo su una nuova fetta di pane presa dal piatto della madre. Lavorava abilmente, nonostante le mani bendate e le stecche che gli bloccavano le dita.
Charles decise che le sue capacita motorie erano decisamente normali.
Darlene Wooley osservo Charles con la diffidenza comune a tutte le madri iperprotettive.
«Mi scusi se lo sto fissando,» esordi Charles, «ma i panini sono la mia passione.»
Ira sollevo per un attimo lo sguardo mentre Charles spalmava senape sul suo pane nero e poi la decorava con strisce di ketchup.
Il ragazzo allungo le mani fino alla ciotola d'insalata della madre, ne tiro fuori con cura i bastoncini di carote e li dispose a reticolo sulle sardine.
Charles formo un cerchio perfetto di crostini sulle righe di ketchup. Ira lo osservo e aggiunse una sottile fetta quadrata di prosciutto cotto sulle carote. Charles sistemo due fette di formaggio giallo, una di traverso sull'altra, a formare una stella a otto punte. Ira replico con un fiocco di crema di formaggio spalmata sul prosciutto, a formare un triangolo un po' sbavato.
Benche Darlene Wooley sembrasse molto stanca, la vista di quei due assorti nella loro conversazione a base di sandwich la divertiva.
Charles comincio a impilare i suoi ingredienti piu in fretta, a formare una piccola torre. Ira accetto la sfida, terminando la sua costruzione per primo.
Charles applaudi il vincitore insieme a Darlene, che ora rideva con l'abbandono di una bambina. Occasioni di serenita come quella dovevano essere rare nella sua vita. La donna aveva le unghie rosicchiate, gli occhi arrossati e una profonda ruga verticale fra le sopracciglia.
In ogni caso, si sarebbe detto che il ragazzo avesse una mente sveglia, reattiva. Chissa se era in grado di parlare? Molti autistici non lo erano.
Ira si concentro sul cibo senza sollevare lo sguardo, mentre sua madre e Charles si presentavano. Darlene tento di coinvolgerlo, ma i suoi occhi guardarono altrove.
Charles capi che portare il ragazzo a fare colazione al Jane's Cafe rientrava nella terapia comportamentale. Approvo.
Quell'esercizio quotidiano spiegava l'assenza di stress nel giovane, nonostante la confusione, il viavai e la presenza di sconosciuti.
«Da queste parti non esistono strutture terapeutiche per soggetti autistici. Cosi quattro volte alla settimana Ira frequenta una scuola statale per ritardati mentali.»
«Be', e sempre meglio di niente» commento Charles. Era una pratica diffusa. Un medico comprensivo modificava la diagnosi di autismo in quella di ritardo mentale in modo che il paziente fosse accettato dalla struttura