ha maggior valore.»
Mascherando il proprio scetticismo, Charles fece un cenno con la mano per invitarlo a continuare.
«E una donna, vero? La detenuta nella cella dello sceriffo Jessop e una donna bellissima, no?»
Charles non disse nulla. Si rese conto che, in qualche modo, il suo silenzio equivaleva gia a una risposta.
Malcolm era soddisfatto.
Aveva trovato il suo punto debole: il sentimento particolare che lo legava a Mallory.
Come rimediare? E come evitare di tradirla a ogni mutamento di espressione? Mallory una volta gli aveva detto: «Non dovrebbero permetterti di giocare a poker senza coprirti la faccia».
Charles sorrise. Forse questa volta sarebbe riuscito a imbrogliare le carte.
«Capisco dove vuole andare a parare, signor Laurie» fece Charles, ignorando l'invito a chiamarlo per nome. «Immagino che le belle donne siano merce proibita per gli uomini brutti.»
«Ma io non intendevo…»
«Per carita, lasci stare. Mi basta guardarmi allo specchio. Lei ha ragione, il mio sogno e una bella donna che non riusciro mai ad avere. La sua osservazione e esatta, ma non particolarmente astuta. Lo capisce chiunque veda la mia faccia.»
Ora il sorriso di Malcolm si fece incerto. «Ma ci dev'essere una donna in particolare che lei desidera.»
«New York e piena di bellissime donne, e nessuna di loro ha il minimo interesse nei miei confronti. Forse e il naso a scoraggiarle. E difficile ignorarlo, e una protuberanza davvero eccessiva. E poi io pretendo che una donna sia anche intelligente. E sa, una donna bella e intelligente puo avere tutti gli uomini che vuole, non sceglie certo un uomo brutto come me. Sono solo realista.»
Malcolm si appoggio allo schienale della sedia e Charles osservo i suoi occhi azzurri che meditavano una nuova linea d'azione. «Credo di aver individuato il problema. Il suo nemico e il suo stesso ego. Determina tutto quello che lei fa. Produce timori e arresta ogni suo passo avanti.»
«Devo stare attento ai miei passi avanti. Non voglio rischiare di speronare accidentalmente una donna con questo popo di naso.»
Malcolm sogghigno. «Quindi, secondo lei, ci vorrebbe un miracolo per avere quella donna.»
«Direi di si.»
«Guarda caso, i miracoli sono la mia specialita.»
«Le specialita hanno un prezzo.»
«Lei mi piace, signor Butler. Ma il suo denaro non m'interessa. Faro in modo che lei ottenga quel che vuole. Lo considero un investimento in karma positivo.» Malcolm batte la mano sul tavolo, sorridendo con convinzione. Arrotolo le maniche, come per mettersi sul serio al lavoro. «Dimentichi il passato e ogni fallimento. Non pensi al futuro.» I consigli erano offerti con voce suadente, ma in realta erano ordini. «Accetti l'attimo per quel che e. Ci si abbandoni, e allora potra osservare il problema con un certo distacco.»
Distacco? Ma il suo problema piu grande sporgeva ben oltre il viso.
«Non il suo naso» disse Malcolm. «Ma la donna.»
A poco a poco, la conversazione divento una cospirazione contro l'altro sesso. Charles ascolto Malcolm elencare le aspettative di una bella donna: attenzione, ammirazione e devozione tenace.
«Non sia mai prevedibile. Se lei si aspetta di essere seguita,» disse Malcolm «non lo faccia. Se ne vada. Sara lei a venirla a cercare.»
«Ma perche?»
«Perche all'improvviso lei e diventato irraggiungibile. La donna pensera che le abbia trovato dei difetti. Questo la fara impazzire finche non avra scoperto di che si tratta.»
«Quindi, allontanandomi da lei, riusciro a creare una reazione uguale ma contraria?»
Malcolm annui. «E tenga bene a mente che una bella donna non ha alcuna esperienza di insuccessi. Ed e qui che lei e in vantaggio.»
«I miei difetti diventano i miei punti di forza.» Ora Charles cominciava a prenderci gusto. Dall'adolescenza, quando studiava insieme a ragazzi molto piu grandi, fino all'eta adulta, trascorsa tra i cervelloni dei centri di ricerca, non aveva mai incontrato nessuno in grado di discutere di donne con competenza. Gli amici piu intimi se li era fatti solo in seguito, quando ormai era troppo tardi per discutere delle strategie per conquistare una donna.
«D'accordo» concesse Charles. «Ora e lei che segue me. E poi?»
«Lasci fare a lei. Sono le donne a stipulare i contratti, a stabilire le regole, a creare il rapporto. E il loro compito. Il suo invece sara quello di permetterle, con riluttanza, di legarsi a lei.»
C'era una certa logica in quelle parole. Ma si poteva applicare a Mallory? Lei riusciva sempre a prevedere ogni suo comportamento. Forse per questo non lo aveva messo al corrente dei suoi progetti di lasciare New York. Sapeva che lui l'avrebbe seguita e le avrebbe creato problemi, con la sua incapacita di mantenere i segreti.
«Ha qualche dubbio, signor Butler?»
Charles incontro gli occhi di Malcolm. Per sfuggire al suo sguardo indagatore, fece ricorso al vecchio trucco del prestigiatore: la sostituzione. «Signor Laurie, cosa pensa che vogliano veramente le donne?»
«Non ha importanza, signor Butler. Se si comportera come le ho detto, non dovra piu preoccuparsi di chiederselo.»
Contro la sua volonta e ogni buon senso, a Charles quell'uomo era simpatico. Il carisma di Malcolm gli ricordava quello di Louis Markowitz. Aveva visto il suo vecchio amico attrarre a se sconosciuti, avvolgendoli fin dall'inizio in una piacevole, calda intimita.
Mezz'ora piu tardi, quando Malcolm si alzo dal tavolo, Charles gli strinse la mano con sincero calore. Dopo che la porta si fu richiusa alle sue spalle, il senso di benessere provato fino a quel momento svani, sostituito da una specie di rimpianto. Charles si senti solo.
Che cosa voleva davvero Mallory? Che cosa l'aveva indotta a ritornare in quel luogo? Non la nostalgia. Non aveva piu alcun legame familiare con Dayborn. La madre era morta, e di una morte improvvisa, secondo Augusta Trebec.
Lo sceriffo afferro le sbarre della cella di Mallory. «Non sei cambiata tanto. Sei soltanto piu alta. Ti ricordi di me?»
All'inizio, Louis Markowitz l'aveva soccorsa. Inondava la camera da letto di luce e la teneva stretta fra le braccia finche i suoi piccoli piedi, che nel sogno correvano nel fiume di sangue, si fermavano, e lei si svegliava posandoli su un pavimento solido e sicuro. Dopo la morte di Markowitz la sua vita aveva cominciato a disfarsi. E quelle immagini orribili erano tornate a perseguitarla.
Mallory aspettava che Tom Jessop si stancasse di essere ignorato, se ne andasse e la lasciasse in pace. Ma era un tipo testardo. Provo la tentazione di avvicinarsi alle sbarre e di graffiarlo. Le sue mani si serrarono a pugno, e le lunghe unghie rosse le affondarono nella carne sino a farle male.
Fisso i segni delle unghie sui palmi. Stava diventando pazza? Da quando Markowitz era morto non stava forse scivolando verso la follia? Non aveva nemmeno piu il suo orologio da tasca. Gliel'aveva sequestrato lo sceriffo. Mallory aggiunse anche questa all'elenco delle offese ricevute.
«Sai com'e morta tua madre?»
«Quando eri piccola non parlavi molto» disse l'uomo sospirando. «Ma ridevi sempre. Eri la copia di tua madre. Manca anche a me, sai. Forse potremmo aiutarci a vicenda, Kathy.»
«Non chiamarmi cosi.» Si giro verso di lui, lo sguardo pieno di odio.
Sbigottito, lo sceriffo stacco le mani dalle sbarre. «Riesco a immaginare quello che stai pensando.»
«Tu pensi che avrei dovuto chiudere il caso molto tempo fa, arrestando tutti i colpevoli.» Torno a guardarla negli occhi. «Non credi che avrei voluto farlo piu di ogni altra cosa?»
«Avrei voluto far loro qualcosa di molto peggio.»